INTERVISTA ALL'ARTISTA MONICA TINNIRELLO
LE SUE OPERE SI POSSONO AMMIRARE
NELLO SPAZIO ESPOSITIVO
"STANZA LANDINI" DI VOGHERA (PV)
A Voghera (PV), nello spazio espositivo Stanza Landini di via XX Settembre, vicino alla Posta Centrale, dal 10 Luglio al 31 Agosto sarà possibile ammirare gratuitamente alcune opere dell'artista iriense Monica Tinnirello.
In questa intervista Tinnirello ci spiega come è nata la sua arte, le tecniche usate e le fonti di ispirazione per la creazione delle sue opere.
- Nelle tue opere troviamo realtà e astrazione: dove finisce una e inizia l’altra?
Il confine è labile, saltello da uno all’altro: l’astratto in senso letterale credo mi appartenga poco come italiana ed europea ma in parte c’è, anche se la figura (realtà) è sempre presente e preponderante. Come disse Jung “In ognuno di noi c'è un altro che non conosciamo”. Ecco spesso dipingo quello.
E ti dirò di più...faccio mie le parole di Baudelaire “Non ho mai conosciuto una forma di bellezza che non avesse in sé qualcosa di malefico”.
In pratica, odio l’omologazione della bellezza tipica dei nostri anni.
- Ci sono tecniche e formati che preferisci usare?
Sono democratica, utilizzo tutte le tecniche e i formati che ho a disposizione, dai fogli da acquerello “fighi” al cartone della pizza. Tecnicamente uso soprattutto colori all’acqua ma miscelo di tutto (la me stessa restauratrice mi ucciderebbe nel sonno).
- Chi sono i tuoi Maestri, a che artisti ti ispiri?
Troppi per elencarli tutti ma sicuramente i miei preferiti sono gli espressionisti tedeschi del Die Brücke, Macke, Kirchner, Marc, al danese Nolde ma anche il pop di Warhol, Basquiat, Giosetta Fioroni (che adoro) e poi sicuramente Dario Argento e Almodovar (sono cresciuta con i loro film, che mi hanno sicuramente ispirato...un po' di malefico e un po' di “crisi di nervi”).
- Concludendo, cosa pensi della scena della pittura italiana attuale?
Scena italiana attuale? Non saprei...artisticamente mi piacciono i provocatori Cattelan, Abramović, alcune pittrici come Marta Czok (poetica nelle sue costruzioni di interni) e Carla Bedini ricca e simbolica.
- Ciao Monica puoi parlarci un po' di te e di come ti sei avvicinata al disegno, alla pittura e al restauro?
Sono architetto e restauratrice con la passione per l’arte. Dipingo da sempre. Come studi arrivo dall’Artistico poi dopo la laurea ho affinato le tecniche grazie a corsi mirati frequentati per anni (sono un po' fanatica in questo senso, mi piace imparare cose nuove e purtroppo questi quasi 2 anni di lockdown mi sono parecchio pesati).
Per quanto riguarda il restauro altro discorso: ho frequentato la Scuola di Restauro Pittorico a Firenze e poi tanto lavoro nei cantieri (una vera palestra di vita e di manualità).
Ma tutto questo esula da quello che propongo alla Stanza Landini. Qui mi prendo libertà totali ed impensabili nei campi suddetti. Dipingo principalmente per me stessa...fare arte è curativo e costa molto meno di un buon psicanalista!
- Perché la scelta di raffigurare principalmente volti?
Non è una scelta. Racconto delle storie e i volti, in questo momento, sono il mio mezzo, il mio veicolo ma non è l’unico. Ho in produzione tele di grandi formati raffiguranti paesaggi astratti, che ovviamente per dimensioni non si adattano alla Stanza, e un mix tra le due cose. Ci sto lavorando.
Per quanto riguarda il restauro altro discorso: ho frequentato la Scuola di Restauro Pittorico a Firenze e poi tanto lavoro nei cantieri (una vera palestra di vita e di manualità).
Ma tutto questo esula da quello che propongo alla Stanza Landini. Qui mi prendo libertà totali ed impensabili nei campi suddetti. Dipingo principalmente per me stessa...fare arte è curativo e costa molto meno di un buon psicanalista!
- Perché la scelta di raffigurare principalmente volti?
Non è una scelta. Racconto delle storie e i volti, in questo momento, sono il mio mezzo, il mio veicolo ma non è l’unico. Ho in produzione tele di grandi formati raffiguranti paesaggi astratti, che ovviamente per dimensioni non si adattano alla Stanza, e un mix tra le due cose. Ci sto lavorando.
- Nelle tue opere troviamo realtà e astrazione: dove finisce una e inizia l’altra?
Il confine è labile, saltello da uno all’altro: l’astratto in senso letterale credo mi appartenga poco come italiana ed europea ma in parte c’è, anche se la figura (realtà) è sempre presente e preponderante. Come disse Jung “In ognuno di noi c'è un altro che non conosciamo”. Ecco spesso dipingo quello.
E ti dirò di più...faccio mie le parole di Baudelaire “Non ho mai conosciuto una forma di bellezza che non avesse in sé qualcosa di malefico”.
In pratica, odio l’omologazione della bellezza tipica dei nostri anni.
- Ci sono tecniche e formati che preferisci usare?
Sono democratica, utilizzo tutte le tecniche e i formati che ho a disposizione, dai fogli da acquerello “fighi” al cartone della pizza. Tecnicamente uso soprattutto colori all’acqua ma miscelo di tutto (la me stessa restauratrice mi ucciderebbe nel sonno).
- Chi sono i tuoi Maestri, a che artisti ti ispiri?
Troppi per elencarli tutti ma sicuramente i miei preferiti sono gli espressionisti tedeschi del Die Brücke, Macke, Kirchner, Marc, al danese Nolde ma anche il pop di Warhol, Basquiat, Giosetta Fioroni (che adoro) e poi sicuramente Dario Argento e Almodovar (sono cresciuta con i loro film, che mi hanno sicuramente ispirato...un po' di malefico e un po' di “crisi di nervi”).
- Concludendo, cosa pensi della scena della pittura italiana attuale?
Scena italiana attuale? Non saprei...artisticamente mi piacciono i provocatori Cattelan, Abramović, alcune pittrici come Marta Czok (poetica nelle sue costruzioni di interni) e Carla Bedini ricca e simbolica.
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