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lunedì 11 ottobre 2021

"QUATTRO SERATE PER ANNA"
RASSEGNA TEATRALE AL
TEATRO EDI BARRIO'S DI MILANO

Dal 14 al 17 ottobre, il Teatro Edi Barrio’s ospiterà una rassegna teatrale, a cura dell'Associazione Amici di Anna, in cui saranno messi in scena i progetti vincitori della Borsa Teatrale Anna Pancirolli 2020, della Menzione Speciale Giuria Allievi Scuole di Teatro di Milano e del Premio Enea Ellero 2020. La rassegna sarà inaugurata da due monologhi: Antropolaroid, di Tindaro Granata, vincitore della Menzione Speciale della Giuria Allievi Scuole di Teatro di Milano 2010, e Tre storie e due bugie.

PROGRAMMA


giovedì 14 ottobre ore 20.30
Antropolaroid di e con Tindaro Granata, in occasione del decennale dello spettacolo, verrà preceduto dal monologo Tre storie e due bugie di Giacomo Toccaceli.

ANTROPOLAROID
Di e con Tindaro Granata

All’epoca non avrei mai immaginato che Antropolaroid sarebbe stato un “cuntu” che mi avrebbe fatto incontrare gli spettatori e le spettatrici di tutte le regioni d'Italia. Sapevo, però, che sarebbe stato un "racconto", un "cuntu" dicevano i miei bisnonni, che mi avrebbe accompagnato per sempre, così come loro erano stati accompagnati dalle quelle storie che mi avevano raccontato nelle sere della mia infanzia. Il "cuntu" è il racconto di tante storie, spesso vere e quasi sempre romanzate, un codice etico che veniva tramandato oralmente, raccontando storie di persone comuni, nelle quali tutti potevano rispecchiarsi e potevano imparare a conoscere l’animo umano. Il segreto dei segreti dei vecchi contadini è: il presente arriva al futuro solo se passa dal passato. Antropolaroid è uno spettacolo popolare, che affronta vari temi dei "cunti" antichi: il senso della giustizia, della solidarietà, la lotta per l'amore, la lotta per la libertà. In questi dieci anni, grazie ad Antropolaroid, ho incontrato tantissima gente, tantissime persone, tantissimi amici, e ognuno mi ha donato un sorriso, uno sguardo di intesa, una lacrima, un pensiero e la promessa di un appuntamento, che poi, abbiamo entrambi mantenuto. Queste repliche del decennale di Antropolaroid portano tutta la consapevolezza, la maturità di un ex giovane, quale io sono, che col proprio "cuntu" vuole dare speranza a tutti quelli che verranno a vedere lo spettacolo; per questa bella ricorrenza e per generare fortuna a chi è più giovane di me, come uno speciale passaggio di consegne, prima del mio spettacolo verrà presentato un “Antropolaroid” di un giovanissimo artista del luogo, che racconterà le sue storie, le storie della sua gente, le storie della sua terra, di quella terra in cui ci troveremo in quella sera di festa. Che sia il Teatro, quest’arte sacrificata in tempi bui, il luogo santo per passare esperienza e accendere speranza.
(Tindaro Granata)

TRE STORIE E DUE BUGIE

Di e con Giacomo Toccaceli

Il mio monologo trova la sua prima rudimentale stesura attraverso un laboratorio condotto da Tindaro Granata nel 2020 alla scuola del Piccolo Teatro di Milano. Un'esperienza di scrittura e di messa in scena che mi ha portato a ricostruire la storia della mia famiglia, dei genitori dei miei genitori, l'insieme di tutte quelle cause storiche e personali che hanno condotto al prodotto finale: me. Tre storie e due bugie. Tre racconti reali raccolti da una nonna sul suo letto di morte e da due vecchi milanesi, fusi grazie ad altri due racconti molto più menzogneri. Il primo per cause pure ed innocenti: la demenza senile che confonde i ricordi della seconda figura materna, accentuatasi in particolar modo dopo aver contratto il COVID-19; la seconda bugia, invece, è quella voluta dall'autore, che fonde le due figure maschili e femminili in una sola coppia di genitori, intrecciando ricordi e personalità. Il tutto collima con uno stacco netto sul presente: un pezzo rap che apre al soliloquio del protagonista con tre amici. Una cena dove la Milano fiabesca e fantastica, narrata grazie ai ricordi degli anziani, viene schiacciata da una generazione spiccia che ha completamente perso il suo retaggio linguistico e culturale. La conclusione è un urlo lanciato tra le vie della città. Un urlo che esplicita le ansie e le paure di un giovane ormai prossimo all’età adulta e che percepisce i fantasmi della sua famiglia, le trappole, i difetti, ciò che lo ha protetto e al tempo stesso reso fragile. Un ragazzo che vede un futuro sempre più incerto e minaccioso al quale non è preparato e preferisce, piuttosto, rifugiarsi in un’eterna adolescenza”.
(Giacomo Toccaceli)

venerdì 15 ottobre ore 20.30
Vincitore della Borsa Teatrale Anna Pancirolli 2020
SCIÙ SCIÙ – BROKEN BECOMES BEAUTIFUL
di e con Carla Valente
Regia: Carla Valente/ Simon Waldvogel
Collaborazione alla drammaturgia: Simon Waldvogel
Assistente alla regia: Federica Carra
Movimenti: Aurelio Di Virgilio
Disegno luci: Matteo Crespi
Musiche originali: Ivano Pecorini
Collaborazione artistica: Anahì Traversi, Camilla Parini
Produzione: Collettivo Treppenwitz

Con il sostegno di DECS Repubblica e Cantone Ticino – Fondo Swisslos, Ernst Göhner Stiftung, RE.TE Ospitale della Compagnia Teatrale Petra

Vincitore del bando RE.TE Ospitale 2020

Come ci si sente nel proprio corpo?

Sciù Sciù - Broken Becomes Beautiful è un’esplorazione nelle crepe della vita e un elogio alla vulnerabilità.

Una videocamera in scena e immagini proiettate in tempo reale permettono di analizzare i dettagli del corpo e degli oggetti, come uno scienziato che passa al microscopio la struttura molecolare della propria esistenza.

Storia di scorie: per gettare luce sulla situazione oscura della Centrale Nucleare del Garigliano, tra la Campania e il Sud pontino.

Carla, protagonista di questo viaggio, fa divenire la sua mano sinistra con tre dita lo specchio e il veicolo delle mancanze che percepiamo in noi stessi, divenendo così esperienza di valore universale.

Una presa di coscienza della propria finitezza, che in ognuno assume una forma diversa e particolare.

Dalle note di regia

Sono partita dalla mia storia personale con l’obiettivo di trasformarla attraverso la creazione artistica in un pensiero universale. Sciù Sciù è il nome con cui da bambina mi chiamava mia nonna. Un vezzeggiativo napoletano che vuol dire carina, dolce come un pasticcino, è un modo per tornare a se stessi, ritrovarsi e creare nuove possibilità di esistenza.

Sono nata con una malformazione alla mano, una patologia che consiste nella mancanza o riduzione delle dita centrali nota anche come Oligodattilia. Possono esserci diverse cause, ma la più plausibile dopo anni di ricerche effettuate con i miei genitori, alcuni medici e giornalisti potrebbe essere la dismissione della centrale nucleare del Garigliano che si trova a circa trenta km da Gaeta, città in cui sono nata. […]

Sciù sciù è un collage tra le rotture che ognuno di noi ha dentro.

[…] Sciù Sciù - Broken Becomes Beautiful diviene attraverso il collage un’esplorazione, una ricerca, un percorso, un elogio alla vita imperfetta attraverso la fragilità, la vulnerabilità che appartiene ad ognuno di noi. Le perle nascono dalle ostriche che vivono nella profondità del mare, attaccate alle rocce e si formano quando un oggetto estraneo entra nella cavità. Da una ferita, da un’intrusione di un granello di sabbia può nascere una forma ancora più bella di bellezza interiore e esteriore. L’intrusione di qualcosa fa nascere la madreperla.

Le cicatrici diventano gioielli.
(Carla Valente)

sabato 16 ottobre ore 20.30
Vincitore del Premio Enea Ellero Teatro Sociale 2020
IL LEGGERO PESO DELLA FINE
Odissea – Storia di un ritorno
Progetto 2019/2020 del Laboratorio di Teatro Sociale Scialla

Scialla è un laboratorio di teatro che si svolge al Barrio’s, centro sociale nel cuore del quartiere Barona alla periferia sud ovest di Milano, promosso dall’Associazione Amici di Edoardo Onlus in collaborazione con ATIR Teatro Ringhiera.

Da 5 anni coinvolge gli adolescenti del quartiere (12/18 anni) nella sfida che il teatro impone a tutti, attori o spettatori che siano: riflettere su se stessi e sul proprio ruolo.

Il gruppo ha raggiunto una sua maturità artistica, tanto da essere coinvolto in un progetto di produzione ambizioso promosso dalla compagnia ATIR Teatro Ringhiera: Odissea- Storia di un ritorno.
Scialla ha lavorato su due temi di Odissea pensati appositamente per la natura del gruppo: i lotofagi e l’ade, ovvero le dipendenze e la morte.

Lo spettacolo è frutto di un lavoro di composizione drammaturgica condivisa e di scrittura scenica corale. I ragazzi sono stati chiamati non solo ad un’esperienza esclusivamente attorale ma ad un lavoro autorale, di produzione e selezione dei materiali inerenti ai temi legati all’Odissea, da condividere con il gruppo in sede laboratoriale e di prova.

Si è lavorato esplorando le diverse sfaccettature, non escludendo gli aspetti ironico-grotteschi che temi così forti e universali possono nascondere.

I ragazzi hanno portato proposte che spaziano dalla scrittura originale alla composizione fisica a canzoni, immagini e improvvisazioni, i linguaggi poi utilizzati nello spettacolo.

Alcuni studenti dell’Accademia di Brera (coinvolta nel progetto Odissea) hanno partecipato a tutti gli incontri di laboratorio per definire un progetto di scenografia.

La regia ha sviluppato e ordinato le varie proposte portate dai ragazzi durante l’intero anno laboratoriale avendo come obiettivo del percorso un’autonomia artistica del singolo e del gruppo, una regia messa a servizio del lavoro nato durante gli incontri.

domenica 17 ottobre ore 16.00
Menzione Speciale della Giuria Allievi Scuole di Teatro di Milano 2020
STUDIO SU ()PERA DIDASCALICA
Con Raimonda Maraviglia, Alessandro Paschitto, Francesco Roccasecca
Regia Alessandro Paschitto
Vincitore del Premio Leo De Berardinis 2021
Vincitore del bando nazionale Call from the aisle 2020
Produzione Teatro di Napoli – Teatro Nazionale con il sostegno di C.U.R.A. Centro Umbro di Residenze Artistiche, Micro Teatro Terra Marique, Corsia Of – Centro di Creazione Contemporanea
Si ringrazia Mario Autore, Giulia Sangiorgio, Eliana Rotella, Chiara Cucca, l’Asilo – Ex Asilo Filangieri

Luci: che luci?
Musiche: quali musiche?
Scene: a pro di che?
Costumi : senza

Cosa resta se facciamo a meno di trame e personaggi? Se il dialogo viene abbandonato perché fonte di ulteriore incomprensione? Se non c’è più nemmeno la necessità di agire? Lo spazio è vuoto, disallestito, nudo. Le luci di sala sono accese. Le casse spente, non c’è audio riprodotto. Anche chi va in scena: ci va con i suoi abiti del giorno. L’incapacità di rappresentare si fa immagine paradossale di un’altra incapacità: quella di vivere. L’azione è sempre interrotta sulla soglia, sfiorata, presagita, messa in discussione e, là dove portata a termine, poi riconosciuta nella sua insensatezza costitutiva. Un saltello che è un saltello e basta: inutile. Uno spostarsi da un punto a un altro: andirivieni vago. E un dito che nulla indica: perché? Perché portare in scena un lavoro simile? Può, nella sua sguarnita caducità, riuscire a essere qualcosa anziché niente? Perché non fare il taglio a monte, rinunciando? Perché farlo? Di tentativo in tentativo, fallimento in fallimento, qualcosa sembra rimanere. Un’eco, un sedimento che si cumula, un’impressione sempre più presente nel vuoto dello spazio. I tentativi scavano come dei solchi, divaricano parentesi ancora non riempite. Se qualcosa appare in scena, lo fa solo in quanto proiettato da un di dentro di chi osserva. Il luogo della rappresentazione si sposta dalla scena vuota al retro dei suoi occhi. Come quando si aspetta un ceffone e non arriva. Dov’è finito? Dentro di noi.

A Proposito dell'Associazione Amici di Anna.

Anna Pancirolli, scomparsa il 29 dicembre 2000 all’età di ventiquattro anni, aveva trovato nel teatro-laboratorio una ragione di vita e di resistenza al male che l’aveva colpita.
Il teatro per Anna non era solo rappresentazione e spettacolo ma soprattutto quotidiana ricerca, partecipazione, cultura e medicina per lo spirito.
L’Associazione Amici di Anna, costituita nel 2001, è il frutto della collaborazione tra coloro che hanno avuto modo di vivere accanto ad Anna e di
conoscerla: i suoi familiari, gli amici, insieme al regista Silvio Castiglioni, già direttore artistico del Festival di Sant’Arcangelo.
L’Associazione, per aiutare a far diventar realtà i sogni di altri giovani, come Anna faceva negli anni difficili della sua malattia, ha istituito la Borsa Teatrale Anna Pancirolli, rivolta a promuovere quel teatro che Anna aveva scelto quando era entrata in “Anabasi – Laboratorio di ricerca espressiva” organizzato dal Teatro CRT di Milano, un teatro fatto più di idee e di visioni che non di show.
A questo proposito l’Associazione premia le migliori opere prime di giovani autori/attori, selezionati da un bando di concorso. Nel 2003 è stato anche istituito il premio a latere Enea Ellero dedicato al “Teatro Sociale“.
Nel 2004 la Borsa Teatrale Anna Pancirolli ed il Premio Speciale Enea Ellero acquistano una cadenza biennale.
A partire dal 2006 unitamente all’erogazione della Borsa e del Premio Speciale, l’Associazione con il progetto “La Borsa o la vita?” si impegna ad agevolare il percorso professionale degli spettacoli vincitori cercando di fornire loro una visibilità reale e il più possibile professionale.

Prevendita online: www.diyticket.it
Prezzi: 14/10 € 15 | 15-16-17/10 € 10

Informazioni per Amici di Anna: amicidianna@gmail.com

Informazioni per Teatro Edi Barrio’s (Piazza Donne Partigiane -via Barona angolo via Boffalora – Milano, 20142):info@barrios.it

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