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lunedì 6 dicembre 2021

UMBRIA FACTORY FESTIVAL
PROCESSI CREAZIONI LINGUAGGI 
VERSO IL GRAN FINALE

Dal 9 al 12 dicembre 2021
Si avvia verso il gran finale la prima edizione del progetto artistico multidisciplinare Umbria Factory Festival, dedicato ai processi di creazione contemporanea, curato da ZUT! e realizzato con il contributo di MiC Ministero della Cultura, Regione Umbria, Comune di Foligno, Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno. Dallo scorso ottobre UFF ha animato la città di Foligno (Pg) con la presenza di ospiti nazionali e internazionali, e sempre nel segno del “contemporaneo”, facendo riscoprire il piacere di incontrarsi fianco al fianco in sala e in alcuni dei luoghi storici e non convenzionali per assaporare la magia delle arti performative a trecento sessanta gradi: non solo teatro e danza, ma anche performance itineranti, teatro-danza, installazioni audiovisive e sound-art.

Ospite di punta dell’ultimo e imperdibile weekend di spettacoli in partenza giovedì 9 dicembre e conclusivo domenica 12, è Robert Henke, un artista internazionale dallo stile sorprendente e unico, compositore e sviluppatore di software, nonché co-fondatore di Ableton Live, che realizza musica elettronica unendo le competenze musicali più avanzate alla computeristica vintage. Grazie al sodalizio tra Umbria Factory Festival e Dancity Festival Henke presenta sabato 11 dicembre a Foligno la performance audiovisiva “CBM 8032 AV”: cinque Commodore CBM 8032, "nonni" del fortunato C-64, si esibiranno insieme al musicista tedesco all’Auditorium San Domenico (ore 22.30) in uno spettacolo eccezionale che esplora il mondo del suono e della grafica minimalista, tipici dei computer anni ’80. Attraverso la manipolazione di tasti, mixer ed effetti audio, Robert Henke crea una performance in cui rumori digitali, profonde onde sinusoidali e alti bleep glitch si incontrano con i visual che riproducono l'output di videoterminali.

Tutti i giorni, dal 9 al 12 dicembre, va in scena “Eclissi” di Sesti/Contini/Fumo (Spazio ZUT! - ore 15.00; 16.00; 17.00; 18.00; 19.00; 21.00; 22.00). Alessandro Sesti scrive una performance all’aperto per uno spettatore solo in cui indaga il morbo di Alzheimer. Con il progetto sonoro di Nicola Fumo Frattegiani e quello musicale di Debora Contini, la compagnia riporta le persone nella propria intimità, nei propri ricordi a contatto con le proprie fragilità, e lo fa ricercando la possibilità di straniamento attraverso l’utilizzo dell’audio binaurale, l'incoerenza tra parola e immagine, tra luogo e ambiente sonoro. La consulenza alla drammaturgia è di Giacomo Sette. L’illustrazione di Chiara Olivia Pernicini. “Eclissi” è una coproduzione Strabismi, Infinito, Teatro Thesorieri, Spazio Zut, Centro di Residenza della Toscana (Armunia – CapoTrave/Kilowatt).

Venerdì 10 il teatro-danza si fa spazio con Elisa Pol, attrice e performer che dal 2017 è impegnata in un percorso autoriale intento a sondare il rapporto tra scrittura scenica e gesto coreografico, per culminare in forme di espressione e drammaturgie ibride: lo spettacolo “Walking Memories” è creato con la collaborazione artistica di Raffaella Giordano, una produzione Nerval Teatro e Sosta Palmizi ispirata alle letture di moltissimi autori, da Nan Shepherd a Gertrude Reinisch, da Antonia Pozzi a Peter Matthiessen, e ancora, Marie-Madeleine Davy, Cristina Campo (Auditorium Santa Caterina - ore 19.00). Una performance di gesti e di parole sulla montagna e sul mondo dei ricordi e della dimenticanza, per riflettere sulle corrispondenze tra paesaggio e individuo, tra gli spazi, le trame, gli odori e i suoni dei luoghi e i loro intimi riflessi nell’animo umano.

A seguire, alle ore 21.00 venerdì 10 (e in replica sabato 11 allo stesso orario), debutta la Compagnia Bandini/Zoe con “Cani. Primo Studio”, scritto, diretto e interpretato da Michele Bandini, per la consulenza drammaturgica/assistenza alla regia di Carolina Balucani e il disegno luci di Emiliano Austeri. Una produzione UFF 2021/Spazio Zut e Zoe. “Cani” gioca sul tentativo di una relazione impossibile, un rapporto duale e individuale, un monologo a due che nasce dalla necessità di sentirsi amati. Una richiesta d’amore in un paesaggio desolato, domestico e selvatico, in cui si evocano ricordi, giochi di un’infanzia perduta. Un dialogo solitario restituito con un dialetto che da “lingua madre” diventa “lingua padre”, un codice emotivo, un linguaggio che è parola cruda e lirica, comica e violenta. “Cani” è un lavoro sugli equilibri di potere talvolta distruttivi, talvolta generativi, connessi ai rapporti genitori figli.

Sabato 11 all’Auditorium Santa Caterina, ore 18.30, la poesia sale sul palcoscenico con il poemetto “Canti di un luogo abbandonato” di Azzurra D’Agostino, menzione speciale premio Marrazza 2014 e vincitore della 58esima edizione del Premio Carducci, che lo leggerà accompagnata dalle musiche di Andrea Biagioli. Un viaggio nel tempo attraverso l'incontro con i resti di case, residui di pozzi, tetti, dettagli di un'umanità scomparsa, che nasce dall'ascolto delle voci di un popolo e di una cultura che non ci sono più, dall'incontro con i ruderi, con quelle che erano case o fabbriche e che ora sono con violenza riprese dalla natura. Nasce dall'abbandono, dall'irrequietezza di anime che sembrano non trovare pace nel vedere il proprio mondo spopolato. Nasce da una domanda del presente: chi è che se n'è andato per davvero? Perché affinché un luogo sia disabitato, occorre prima averlo saputo abitare. E oggi, che l'abitare sembra così difficile, questa è una indicazione preziosa.

Domenica 12 dicembre arrivano altri due spettacoli legati al linguaggio del corpo e alla danza. Il primo è alle 18.00 all’Auditorium Santa Caterina: “Where is home - La Straniera” di Alice Gosti, che mixa le musiche di Monika Khot and Salvatore Ida & Matilde Vennezi in un’analisi lucida e poetica sulla tematica dell’immigrazione. L’artista, nata in Italia da padre italiano e madre statunitense, indaga una condizione che fa parte della sua vita, quella di figlia di un’immigrata e immigrata a sua volta, con delicatezza e sensibilità, tramite un’immagine che è lo specchio di quel dinamismo che si instaura tra due mondi. Segue alle 19.00 allo Spazio ZUT! “Who is Joseph?” di e con Davide Valrosso. All’interno della propria partitura compositiva, il corpo attraversa una narrazione coreografica dove si alternano azioni energiche e decise a momenti di rallentamento, se non di sosta, dove a prevalere può essere l’incertezza, il disorientamento, l’esitazione e allo stesso tempo l’impulso, la vertigine, l’immanenza. Joseph è un guerriero metropolitano che, come in un ring, mette in campo una pratica dell’istante basata sul gioco, sullo scontro, sul dialogo continuo con lo spettatore e lo spazio circostante.


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UFF Umbria Factory Festival 2021
Processi, creazioni, linguaggi
21-24 ottobre / 11-14 novembre / 9-12 dicembre

SCHEDE EVENTI

9/12 dicembre

giovedì 9 dicembre | ore 15.00/16.00/17.00/18.00/19.00/21.00/22.00
venerdì 10 dicembre | ore 15.00/16.00/17.00/18.00/19.00/21.00/22.00
sabato 11 dicembre | ore 15.00/16.00/17.00/18.00/19.00/21.00/22.00
domenica 12 dicembre | ore 15.00/16.00/17.00/18.00/19.00/21.00/22.00

Spazio ZUT!
teatro
ECLISSI
di Sesti|Contini|Fumo
drammaturgia Alessandro Sesti
progetto sonoro Nicola Fumo Frattegiani
progetto musicale Debora Contini
consulenza alla drammaturgia Giacomo Sette
illustrazione Chiara Olivia Pernicini
coproduzione Strabismi|Infinito|Teatro Thesorieri|Spazio Zut| Centro di Residenza della Toscana (Armunia – CapoTrave/Kilowatt)
*spettacolo itinerante per uno spettatore alla volta
ingresso: 5 euro
Il trio Sesti|Contini|Fumo prosegue il lavoro di ricerca iniziato con Barbablù nel 2019: dalla fiaba in assenza di immagine, si indaga ora la possibilità di straniamento attraverso l’utilizzo dell’audio binaurale, l'incoerenza tra parola e immagine, tra luogo e ambiente sonoro.

Eclissi è uno spettacolo performance all’aperto per uno spettatore solo in cui cerchiamo di indagare la malattia di alzheimer, per farlo cerchiamo di riportare le persone nella propria intimità, nei propri ricordi a contatto con le proprie fragilità. Non vogliamo raccontare la malattia, ma cercare di rievocare quelli che ne rappresentano i tratti distintivi.

Come riuscire a restituire quei rari momenti di lucidità? Come la sensazione di sentirsi in un luogo familiare, ma percepito come assolutamente sconosciuto? Come non riconoscere i visi dei nostri cari e al contempo ricordare perfettamente momenti della nostra infanzia?

L’alzheimer è una malattia del nostro tempo. È feroce, subdola, perché non si manifesta esternamente. Un abisso che lascia l'involucro invariato, ma in quell’oscurità si perdono ricordi, affetti e tutto ciò che chiamavamo per nome diviene inconsistente, sconosciuto e lentamente scompare. Continuiamo a sprofondare in quel luogo dove nessuno può salvarci, in una spirale inarrestabile sapendo che la luce non tornerà mai più, una malattia che ci lascia divorare dal buio della solitudine.

SESTI/CONTINI/FUMO // L’attore e autore Alessandro Sesti, la musicista Debora Contini e il compositore elettro acustico Nicola Fumo Frattegiani iniziano la loro collaborazione con la realizzazione dello spettacolo Barbablù nel 2019. Una performance in assenza di immagini. Ora questo percorso prosegue con Eclissi, performance per uno spettatore solo sulla malattia di alzheimer. Il trio vede anche altre collaborazioni in progetti paralleli ed è concentrato da anni su progetti di sperimentazione sonora. Nel 2020 si aggiunge alla formazione anche Giacomo Sette che ormai collabora strettamente con Sesti in varie produzioni.

venerdì 10 | ore 19.00

Auditorium Santa Caterina
danza
WALKING MEMORIES
di e con Elisa Pol
collaborazione artistica Raffaella Giordano
testi Elisa Pol
disegno luci Pensieri di Maggio
frammenti sonori da Sleep di Max Richter
elaborazione del suono Flavio Innocenti
costumi Sofia Vannini
direzione tecnica Mattia Bagnoli
produzione Nerval Teatro, Sosta Palmizi
con il contributo di Emilia Romagna Teatro Fondazione
progetto vincitore del bando ERT- Spettacolo in Emilia Romagna Performing Arts under 40
con il supporto di Armunia, Olinda, E Production, KOMM TANZ/PASSO NORD progetto residenze Compagnia Abbondanza/Bertoni in collaborazione con il Comune di Rovereto
Un ringraziamento particolare a Paola Bianchi, Barbara Caviglia, Franco Caviglia, Elena Marinoni e Michele Bariselli - Rifugio Quinto Alpini immagine di Daniele Villa Zorn

*testi ispirati alle letture di La montagna Vivente, Nan Shepherd, Wanda Rutkiewicz, la signora degli ottomila, Gertrude Reinisch, Tutte le opere, Antonia Pozzi, Il leopardo delle nevi, Peter Matthiessen, La montagna e il suo simbolismo, Marie Davy Madeleine, Sensi soprannaturali, Cristina Campo

ingresso: 7 euro

È il primo luglio 2018, un passo dopo l'altro salgo la pietraia che mi porta a quota 2.877 metri, i piedi mi spingono su, attraverso 1.170 metri di dislivello. Il mio corpo è in marcia mentre l'ambiente circostante e i cambiamenti di paesaggio iniziano a fondersi con il passato. Il tratto di montagna che mi circonda è reale tanto quanto la valigia posata sopra il letto (a cui torno), sono in ascensione lungo un canalone di roccia grigia e sono a casa, per me i due paesaggi si sovrappongono in transizione continua, in una negoziazione continua con il presente. Quando raggiungo il rifugio, che mi ospiterà per tre mesi, per la guida alpina che asciuga la sua attrezzatura al sole sono una giovane donna, bianca, vestita in malo modo, ma in quel momento io ho già dimenticato di essere una donna, a quel punto non me ne frega niente. Walking Memories è una performance di gesti e di parole sulla montagna e sul mondo dei ricordi e della dimenticanza, un lavoro di e con Elisa Pol che, in collaborazione con la danzatrice e coreografa Raffaella Giordano, riflette sulle corrispondenze tra paesaggio e individuo, tra gli spazi, le trame, gli odori e i suoni dei luoghi e i loro intimi riflessi nell’animo umano. “L’essere-nel-mondo è una condizione aperta, porosa, disponibile ad accogliere i paesaggi esterni del mondo, che riverberano dentro di noi e parlano ai nostri spazi interiori, un’esperienza che ci costituisce e forma quello che siamo, i nostri pensieri e la nostra memoria. Eppure un numero sempre maggiore di noi sembra aver scordato questo legame e vive separato dal contatto con la natura. Con Walking Memories mi propongo di raccontare della montagna e di tutto quello che montagna non è, ma che contribuisce a formare l’immagine sbiadita e vertiginosa dei nostri picchi interiori.”

ELISA POL // Attrice e performer, nasce a Montebelluna (TV) nel 1984. Si laurea presso Università degli Studi di Padova, Corso di Laurea in Filosofia. Nel 2007 fonda insieme a Maurizio Lupinelli la compagnia Nerval Teatro. Come attrice è in scena negli spettacoli: Marat, Magnificat, Amleto, Appassionatamente, Psicosi delle 4 e 48, Squarci dall'Ignoto, Le Presidentesse diretti da Maurizio Lupinelli e in Canelupo Nudo di Nerval Teatro per la regia di Claudio Morganti. Nel 2016 interpreta Ma perché non dici mai niente? Monologo di Lucia Calamaro. Nel 2017 intraprende un percorso autoriale che indaga il rapporto tra scrittura scenica e gesto coreografico con l’intento di creare forme di espressione e drammaturgie ibride. Il suo primo progetto I giardini di Kensington assieme al performer Valerio Sirna è stato finalista al Premio Scenario 2017. Collabora con: Sotteraneo (I Futurnauti), Fanny & Alexander (Rave Foster Wallace - Maratona Infinite Jest, Sylvie e Bruno), Juha Marsalo-Cie La Flux (Le Bal).

venerdì 10 dicembre | ore 21.00
sabato 11 dicembre | ore 21.00

Spazio ZUT!
teatro
CANI. Primo Studio
di Compagnia Bandini/Zoe
testo, regia e interpretazione Michele Bandini
consulenza drammaturgica/assistenza alla regia Carolina Balucani
disegno luci Emiliano Austeri
produzione UFF 2021/Spazio Zut ; Zoe
si ringrazia Vincenzo Camilli per il tronco delle foreste di Civitella
ingresso: 7 euro

Uno spazio, luogo del quotidiano e del pensiero, dell’abitare e del pensare, reale e simbolico. Due presenze. Due uomini. Due Cani. Due cani di esseri umani. Cani è un lavoro che gioca sul tentativo di una relazione impossibile, un rapporto duale e individuale, un monologo a due che nasce dalla necessità di sentirsi amati. Una richiesta d’amore in un paesaggio desolato, domestico e selvatico, in cui si evocano ricordi, giochi di un’infanzia perduta. Un dialogo solitario restituito con un dialetto che da “lingua madre” diventa “lingua padre”, un codice emotivo, un linguaggio che è parola cruda e lirica, comica e violenta. Cani è un lavoro sugli equilibri di potere talvolta distruttivi, talvolta generativi, connessi ai rapporti genitori figli. Natura di un potere che universalmente ci riguarda, ci condiziona fin dalla nascita, come figli, come genitori, come animali di una specie. La scena, scarna, è un bosco dello spirito, una selva domestica, in cui reverberano parole e paesaggi sonori, che risuonano in un grande spazio vuoto del pensiero. L’universo acustico/musicale molto presente nelle ultime produzioni, assume in questo progetto una funzione drammaturgica e immaginativa che evoca la vastità di uno spazio interiore, un spazio in cui il paesaggio sonoro diventa amplificazione di un vuoto dell’anima. Citando Jean-Luc Nancy «Le parole ‘animale’ e ‘animalità’ contengono una carica selvaggia, indomabile, pulsante, che evoca una estraneità inassimilabile e inadattabile», quindi da un lato questa «estraneità» allontana l’animalità lontano da noi umani, dall’altro rileva la parentela semantica tra animalità e «anima», che sottintende l’equivalenza tra l’animale e «ciò che è animato da un’anima». In questa ridefinizione di umano, si incontra quindi l’animale e tutto ciò che in qualche modo ci anima, sia in senso esistenziale che spirituale, in questo orizzonte di ricerca, l’uomo forse coincide con il Cane, emblema dell’animale addomesticato che ha sacrificato la sua natura selvatica, con un atto di assoggettamento docile e ubbidiente, inserendosi in un legame di dipendenza affettiva ed esistenziale, che è metafora del delicato rapporto tra il padre ed un figlio ferito.

MICHELE BANDINI // Michele Bandini, autore, attore e regista, inizia la sua carriera nel 1999. Ha lavorato come attore diretto tra gli altri da Marco Martinelli, Maurizio Lupinelli, Gigi dall’Aglio, Butch Morris. È co-fondatore con Emiliano Pergolari della compagnia Zoe Teatro nata nel 2002, prodotta dal Teatro Stabile dell’Umbria. Ha partecipato come attore a radiodrammi per Radio Due Rai e per Radio Televisione Svizzera di Lingua Italiana con il regista Sergio Ferrentino. Laureato in Filosofia Estetica, esperto di pedagogia teatrale, lavora con il Festival di Santarcangelo dal 2014 per il progetto non-scuola del Teatro delle Albe e ha realizzato numerosi progetti formativi a Ravenna (non-scuola dal 2004 al 2013), Foligno (Zoe Garage dal 2002), Napoli (Circo Corsaro di Scampia dal 2012). Ha scritto e realizzato progetti teatrali e installazioni sonore, quali Concerto In Se Minore, Landscape#, B-Sogno (il testo di quest’ultimo è stato pubblicato sulla rivista Lo Straniero del mese di Marzo 2014), il radiodramma a puntate La Quarantena del Signor Zut. Come artista e co-curatore è parte del collettivo di artisti umbri Corale dal 2017. È co-curatore dello Spazio Zut, di Umbria Factory Festival e di C.U.R.A. Centro Umbro Residenze Artistiche.

sabato 11 dicembre | ore 18.30

Auditorium Santa Caterina
reading
CANTI DI UN LUOGO ABBANDONATO
di e con Azzurra D’Agostino
musiche Andrea Biagioli
menzione speciale premio Marazza 2014
vincitore della 58esima edizione del Premio Carducci

ingresso: 5 euro

Un viaggio nel tempo attraverso l'incontro con i resti. Resti di case, residui di pozzi, tetti, dettagli di un'umanità scomparsa. Il poemetto 'Canti di un luogo abbandonato' nasce dall'ascolto delle voci di un popolo e di una cultura che non ci sono più, ciò da cui veniamo. Nasce dall'incontro con i ruderi, con quelle che erano case o fabbriche e che ora sono con violenza riprese dalla natura. Nasce dall'abbandono, dall'irrequietezza di anime che sembrano non trovare pace nel vedere il proprio mondo spopolato. Nasce da una domanda del presente: chi è che se n'è andato per davvero? Perché affinché un luogo sia disabitato, occorre prima averlo saputo abitare. E oggi, che l'abitare sembra così difficile, questa è una indicazione preziosa. L'ideale luogo della lettura/concerto è un luogo abbandonato o in via di spopolamento, o rigenerato, o che ha subito una profonda trasformazione. Riabitare questi spazi con le parole creando una nuova comunità, fa parte di un progetto che mappa questi luoghi per creare una piccola geografia alternativa a quella usuale delle rotte certe e frequentate. Una cartografia di posti che nel loro essere incompleti e stranianti sono speciali, e ci fanno delle domande. Il poemetto è stato presentato sia in luoghi abbandonati o rigenerati, che in festival, spazi non convenzionali o librerie, in cui la lettura è intrecciata con tappeti sonori in live electronics del musicista e compositore Andrea Biagioli.

AZZURRA D'AGOSTINO // Azzurra D'Agostino ha pubblicato le raccolte di poesia D'in nci un là, I Quaderni del battello ebbro, 2003; Con Ordine, Lietocolle, 2005; D'aria sottile, Transeuropa 2011 – selezione Premio Viareggio; Versi dell'abitare, in XI Quaderno di poesia contemporanea, Marcos y Marcos 2012; Canti di un luogo abbandonato, SassiScritti 2013, Quando piove ho visto le rane – Premio Ciampi Valigie rosse (nuova edizione arricchita nel 2019). Nel 2016 ha curato insieme a Francesca Matteoni il volume Un ponte gettato sul mare, un’esperienza di poesia nei centri psichiatrici – Perda Sonadora Imprentas. Nell’autunno 2016 è la una raccolta antologica Alfabetiere privato per la collana gialla Pordenonelegge-Lietocolle e la traduzione dal tedesco, con Marianne Schneider, del un radiodramma su Hölderlin per Mimesis edizioni. Per bambini ha pubblicato gli albi Piccoli amori, Intervista alla felicità, Luce, Poesie della neve editi da Fatatrac e ha curato per Mondadori l’antologia esito dei suoi laboratori di poesia con i bambini Da grande voglio fare il poeta. Nel 2020 è uscito Il giardino dei desideri per DeAgostini Planet, il suo primo romanzo per ragazzi. Ha pubblicato interventi, racconti, poesie, su varie riviste e antologie. Scrive per il teatro e si occupa di organizzazione culturale. È presidente dell’Associazione Culturale SassiScritti, che ha fondato nel 2006, con la quale organizza da 10 anni il festival di poesia e musica indie-rock ‘L’importanza di essere piccoli’. Teatro e arti performative: da 10 anni fa parte del Libero Gruppo di Studio delle Arti Sceniche fondato da Claudio Morganti. Come drammaturga e poetessa ha scritto spettacoli per: Daria Deflorian, Teatro dei Venti, Teatro dell’Argine, Marco D’Agostin, compagnia di danza Menhir, Gabriella Rusticali. Dal gennaio 2019 collabora con Francesca Grilli al progetto di arte performativa Sparks, per cui ha curato la parte di parola (festival a Santarcangelo, Tallin, Leeuwarden (Olanda), Helsinki, Lubljana, Kortrijk, Leuven, Bergamo, Milano, L’Aquila (il tour è ancora in corso).

ANDREA BIAGIOLI // Diplomato in composizione al conservatorio di Firenze e al conservatorio Santa Cecilia di Roma in pianoforte, ha studiato con Mauro Cardi e Beat Furrer, ha seguito master di Helmut Lachenmann, Ennio Morricone, Brice Pauset, Joshua Fineberg, ha composto musiche per spettacoli teatrali, per cortometraggi, ha prodotto come Antiphone (in duo con Massimo Giangrande) un Ep stampato in 300 esemplari su vinile. In passato ha composto brani per orchestra, coro e orchestra, diversi ensemble da camera e strumenti solisti. Ha autoprodotto un disco di newclassic piano di cui è autore e interprete. Dopo le esperienze formative in ambito accademico si dedica alla sua passione per la di sintesi del suono sia digitale che analogica e alla musica elettronica nelle sue varie declinazioni. Dal 2013 cura la sonorizzazione in live electronics della lettura ‘Canti di un luogo abbandonato’. Ha composto musiche per spettacoli di Alessandro Berti e Teatro dei Venti e ha lavorato come musicista in scena per vari artisti del teatro di parola, in particolare dal 2019 in tournée con lo spettacolo ‘Zero’ di Massimiliano Bruno. Fa parte del Libero Gruppo i Studio delle Arti Sceniche fondato da Claudio Morganti.

sabato 11 dicembre | ore 22.30

Auditorium San Domenico
Umbria Factory Festival e Dancity Festival presentano
CBM 8032 AV_ROBERT HENKE
concept, musical and visual composition, performance, hardware development, systems architecture, sound routines Robert Henke
graphics routines, sequencer routines Anna Tskhovrebov
video mirroring system development Ralf Suckow
circuit board manufacturing, electrical engineering Sebastian Wolf
ingresso: 22 euro platea ; 18 euro gradinata

Immaginatevi cinque Commodore CBM 8032 (i "nonni" del fortunato C-64) insieme a Robert Henke, compositore, artista e sviluppatore di software, nonché co-fondatore di Ableton Live. Il risultato è CBM 8032 AV, performance audiovisiva che Dancity Festival e Umbria Factory Festival presentano insieme sabato 11 dicembre all'Auditorium S. Domenico. Un'esplorazione nel mondo del suono e della grafica minimalista dei computer anni 80: attraverso la manipolazione di tasti, mixer ed effetti audio, Robert Henke crea una performance in cui rumori digitali, profonde onde sinusoidali e alti bleep glitch si incontrano con i visual che riproducono l'output di videoterminali.

ROBERT HENKE // è un compositore, artista e sviluppatore di software, conosciuto principalmente per il suo contributo nell’ambito della musica elettronica e per i suoi lavori con la luce laser. Le sue installazioni audiovideo nascono da software appositamente creati ed esplorano il fragile equilibrio tra determinazione e casualità per creare comportamenti complessi e infinite variazioni nell’espressione. La sua produzione musicale oscilla tra ambient e musica contemporanea, ma con il nome/progetto a lungo termine Monolake è conosciuto come una delle icone della club culture Berlinese. È tra i principali creatori di Ableton Live, un software che è diventato ormai uno standard per la produzione musicale e che ha completamente ridefinito la performance live della musica elettronica. Scrive e tiene conferenze sull’uso creativo dei computer e ricopre incarichi di insegnamento presso la CCRMA / Università di Stanford, all’IRCAM e lo Studio National des Arts Contemporains – Le Fresnoy, a Lille, in Francia. I suoi lavori sono stati presentati alla Tate Modern di Londra, al Centre Pompidou di Parigi, al Palazzo delle Esposizioni di Roma, al Le Lieu Unique di Nantes, al PS-1 di New York, al MUDAM di Lussemburgo, al MAK di Vienna, al Palazzo Grassi di Venezia, alla Galleria d’arte del Nuovo Galles del Sud in Australia, KW Institute for Contemporary Art di Berlino, STRP Biennale di Eindhoven e in innumerevoli festival tra cui Unsound, CTM, MUTEK, Sonar, New Forms Festival.

domenica 12 dicembre | ore 18.00

Auditorium Santa Caterina
danza
WHERE IS HOME – LA STRANIERA
coreografia e performance Alice Gosti
musica Mix Alice Gosti
con musiche di Monika Khot and Salvatore Ida & Matilde Vennezi
costumi Alice Gosti
luci Amiya Brown
drammaturgia e supporto testi Tim Smith-Stewart, Marzia Nebbiai, Agave Barone e Rita Petrone
supporto tecnico Jeffrey Azevedo
questo capitolo del progetto Where is home è stato creato grazie a Home_Centro Creazione Coreografica 2020 ed è stato prodotto da MALACARNE
filmato da Sara Belia e Alice Gosti

ingresso: 5 euro

Where is home è un’analisi lucida e poetica sulla tematica dell’immigrazione. L’artista, nata in Italia da padre italiano e madre statunitense, indaga una condizione che fa parte della sua vita, quella di figlia di un’immigrata e immigrata a sua volta, con delicatezza e sensibilità, tramite un’immagine che è lo specchio di quel dinamismo che si instaura tra due mondi. La sua figura, a momenti quasi piegata sotto il peso di questa identità multipla, resta vigile, con gli occhi ben aperti e pronta a reagire. La performer cerca di rendere così visibile la difficoltà di colmare il divario che esiste fra ciò che si è e ciò che si appare, fra la percezione dell’altro e di noi stessi. Where is home è un progetto in più parti iniziato nel 2018. Ne fanno parte: il solo La Straniera; il solo di 3 ore Birds of passage, un'istallazione video, workshop e seminari con migranti e artisti immigrati. L'episodio finale di questo progetto è una serie di soli con migranti da diverse parti del modo.

ALICE GOSTI // Alice Gosti è una coreografa immigrata Italo-Americana, regista, artista, performer ibrida, curatrice, DJ ed architetta di esperienze. Vive nelle terre occupata originarie dei Duwamish e Coast Salish, chiamate Seattle. E’ nata e cresciuta in Italia in una famiglia biculturale di artisti e architetti visivi - SANDFORD&GOSTI. Le sue performance vivono e respirano una doppia natura all'interno di un ambiente multiculturale. Alice lavora simultaneamente con diversi media: performance, danza, film, installazione, arte indossabile, suono, poesia e piattaforme digitali, per creare eventi anche di lunga durata che si integrano con spazi teatrali non tradizionali, per creare momenti culturali per un pubblico di 1 o per un pubblico di 15.000 persone. I lavori di Gosti sono stati riconosciuti con numerosi premi e residenze. Il suo lavoro è stato commissionato e presentato in ambiti nazionali ed internazionali: università, teatri, musei, e gallerie. Nel 2018 Alice fonda la compagnia sperimentate Italiana e Americana MALACARNE. In periodo fascista, la «malacarne» era costituita da coloro che non riuscivano a fondersi nelle prerogative dello Stato Mussoliniano. Su queste presunte anomalie della femminilità, il dispositivo disciplinare applicò la terapia della reclusione, con la pretesa di liberarle da tutte quelle condotte che confliggevano con le rigide regole del fascismo. WE ARE MALACARNE / NOI SIAMO MALACARNE

domenica 12 dicembre | ore 19.00

Spazio ZUT!
danza
WHO IS JOSEPH?
di e con Davide Valrosso
produzione NINA, Festival Oriente Occidente, Festival Kilowatt, Anghiari Dance Hub
con il supporto di Fabbrica Europa, Atelier delle Arti di Livorno, Attakkalari centre of Movement and art, Bangalore, India e la collaborazione di C.I.M.D Incubatore per futuri coreografi.

ingresso: 7 euro

All’interno della propria partitura compositiva, il corpo attraversa una narrazione coreografica dove si alternano azioni energiche e decise a momenti di rallentamento, se non di sosta, dove a prevalere può essere l’incertezza, il disorientamento, l’esitazione e allo stesso tempo l’impulso, la vertigine, l’immanenza. Joseph è un guerriero metropolitano che, come in un ring, mette in campo una pratica dell’istante basata sul gioco, sullo scontro, sul dialogo continuo con lo spettatore e lo spazio circostante. Il rapporto tra questi elementi diventa il campo invisibile per il dialogo, frutto della tensione prodotta da una domanda e l’informazione che genera la sua risposta.

DAVIDE VALROSSO // Direttore artistico NINA - Coreografo | Danz’autore | Performer | Insegnante - Coordinatore e tutor di C.I.M.D – Incubatore per futuri coreografi. Dopo essersi diplomato presso English National Ballet e aver studiato in numerosi centri di formazione contemporanea (quali: London Contemporary School, Rambert School, Rafineri ecc.), ha lavorato per cinque anni con la Compagnia Virgilio Sieni, sia come danzatore sia in qualità di performer e formatore all’interno dell’Accademia sull’Arte del Gesto di Firenze. Con i suoi lavori ha partecipato a numerosi festival e rassegne, sia in Italia che all’estero (come in Spagna, Romania, Croazia, India e Corea). La sua creazione Love|Paradisi artificiali, vincitrice del premio Cross Award, ha debuttato al Festival MilanOltre lo scorso settembre 2020 (produzione C.I.M.D., con il sostegno di MiBACT e SIAE nell’ambito del programma “Per Chi Crea”, co-produzione Compagnia Körper, con il supporti di ADH – Anghiari Dance Hub, a.ArtistiAssociati, Lis Lab/Cross Project, Centro Residenze per la Toscana Armunia, Next - Laboratorio di idee per la produzione e distribuzione dello spettacolo dal vivo lombardo Progetto della Regione Lombardia in collaborazione con Fondazione Cariplo). Nel 2021 fonda NINA, organismo di produzione danza riconosciuto e sostenuto dal Ministero della Cultura, di cui ricopre la figura di Direttore artistico. Nello stesso anno debutta Cinque danze per il futuro, la prima produzione di NINA firmata dallo stesso Davide Valrosso, nell’ambito del Visavì Gorizia Dance Festival al Teatro Nazionale Sloveno di Nova Gorica.

UFF | Notes

Appunti per una visione collettiva

UFF | Notes è un percorso di con/di/visione per spettatori under 35 che si svolgerà durante le tre settimane del Festival per esplorare i processi che sono alla base della creazione artistica.

Tre artiste, Carolina Balucani, Luisa Bosi e Azzurra D'Agostino, accompagneranno una per ogni settimana i partecipanti nella visione degli spettacoli del Festival.

Un progetto per giovani spettatori desiderato e attivato per creare un ponte tra l’esperienza del vedere teatro e l’esperimento artistico del fare teatro, due mondi immaginati in una dimensione dialogica e di relazione, dove palco e platea si incontrano. Un percorso di visione collettiva restituito in note a margine, spunti e appunti: testuali, fotografici, multimediali.

Con la partecipazione dello Spettatore Professionista Stefano Romagnoli.















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