Dall’8 al 10 aprile presso La Cavallerizza troveremo Monica Faggiani e Valentina Ferrari inRITRATTO DI SIGNORA – Elvira Leonardi Bouyeure in arte Biki.
Fu Giacomo Puccini, che ne aveva sposato la nonna, a ribattezzare scherzosamente la piccola Elvira “Bicchi” ovvero birichina. Sarà più avanti Gabriele d’Annunzio a suggerirle di farsi chiamare per sempre “Biki”.
Elegante, raffinata, colta non poté che trasformare il suo naturale senso estetico in un’attività creativa.
E così Biki divenne una delle sarte più famose di tutta Europa, raggiungendo perfino gli Stati Uniti, vestendo le donne più belle e potenti del suo tempo. La sua casa, per tutti gli anni Cinquanta e Sessanta, fu frequentata dalle maggiori personalità del mondo della cultura, dello spettacolo e della finanza.
Ma il suo fiore all’occhiello è Maria Callas che ascende, grazie a lei, a icona di stile al livello di Audrey Hepburn.
Non chiamatela stilista, lei preferirà essere considerata per sempre una sarta! La sarta regina, la sarta di un nascente stile italiano! Irriverente, provocatoria, fantasiosa, sorprendente, eccentrica e brillante: così vogliamo ricordarla.
E non dimenticate signore che se oggi indossate eleganti e sensuali camicie da notte lo dovete a lei che mandò in cantina i camicioni di cotone della nonna.
“L’idea nasce nello studio di Filippo Crivelli, regista appena scomparso e memoria storica di Milano (suo il celebre spettacolo Milanin Milanon che ricostruisce la letteratura e la musica popolare di Milano fino ai giorni nostri).
Aveva accolto con entusiasmo la proposta di lavorare sul racconto di donne milanesi che hanno fatto grande Milano. Si andava da lui e accarezzando i suoi gatti, uno in particolare, da lui definito più domestico, dalla sua immensa biblioteca, uscivano libri, estratti, articoli, canzoni e spartiti musicali.
Faceva proprio così, condividendo tantissimo materiale e citando vere e proprie chicche, raccontando a sua volta storie, aneddoti ed episodi che riguardavano le milanesi. Perché lui le ha conosciute tutte o quasi. E così, dei giorni che dovevano essere dedicati alla costruzione di una serie di recital in prosa e canzoni, come era bravissimo a fare lui, oltre al lavoro, c’era la parte di chiacchiere e curiosità.
Si usciva di casa sua con il sorriso. Preparare spettacoli nella sua bella casa era una parte veramente piacevole, poi dopo aver scelto brani e canzoni si andava a provare in teatro e lì quell’atmosfera da salotto se ne andava, lasciando spazio ad un regista preciso, elegante e implacabile.
Ci si sentiva sicure ad andare in scena dirette da lui, perché era un perfezionista e pretendeva il massimo.
Le storie, si sa, sopravvivono a chi le scrive e così abbiamo deciso di dedicare a lui “Le milanesi”, perché nascono nel suo salotto, perché le conosceva bene e perché credeva nel progetto e lo aveva accolto con grande entusiasmo.
Milano, capoluogo lombardo e parte di tutta una rete imprenditoriale che rappresenta la forza del boom economico degli anni ’50.
Milano, il motore di aziende, iniziative culturali, idee innovative. Milano, la sede dei giornali, la piazza delle manifestazioni, l’incontro fra studenti e operai.
Milano, la città della moda e, ora si direbbe, delle tendenze. Le nostre donne erano lì: a inventarsi eroi diabolici, ancora in edicola, a scrivere poesie e a partecipare a rivoluzioni culturali, a recitare in teatro e al cinema, a ideare e cucire abiti lussuosi.
Lo facevano in tempi in cui per le donne c’erano altri lavori adatti, o nessun lavoro se possibile. Borghesi, certo e anche lavoratrici, libere e soprattutto innovative. Il loro lavoro, le scelte, le idee, lo stile entrano nella storia di Milano che contribuiscono a scrivere con una penna dal tratto ironico e irriverente. Il fumetto, la cultura, il teatro e la moda, settori in cui primeggiano senza sconti e a prezzo di tenacia, coraggio e fatica.
La storia di ciascuna di loro attraversa un pezzo della società italiana e della gente. Da Milano all’Italia, fra cene, mondanità, treni, pendolari, studenti, operai, popolo e borghesia. C’è la commedia e il dramma di un paese sfaccettato che viene colto dai disegni, dalle poesie, dalle parole e dalla moda.
E dalla musica, che con le canzoni di quei tempi, fa da sottofondo, pur essendo molto, molto di più.
Per questi appuntamenti de Le ragazze raccontano, in scena alla Cavallerizza, le attrici Monica Faggiani e Valentina Ferrari, milanesi “ariose” e innamorate della Gran Milan, saranno accompagnate da Cino Bottelli, attore conosciuto proprio per la sua partecipazione alle prime edizioni di Milanin Milanon, conoscitore e interprete storico della canzone milanese, al pianoforte ci sarà Carlo Zerri, anche lui certamente non nuovo all’esperienza del “milanese”.
Coordina e dirige Valeria Cavalli, drammaturga e
regista.
La Cavallerizza
Da venerdì a domenica ore 19.30
intero 15,00€, ridotto DVA 9,30€, scuole MTM, Paolo Grassi,
Piccolo Teatro 10,00€, tagliando Esselunga di colore VERDE, prevendita 1,80€
obbligo di Green Pass e mascherina FFP2
MTM Manifatture Teatrali Milanesi - Teatro Litta e Leonardo,
riserverà agli spettatori che lo richiederanno in fase di prenotazione, un
posto a sedere in sala con distanziamento.
durata dello spettacolo: 60 minuti
Info e prenotazioni biglietteria@mtmteatro.it – 02.86.45.45.45
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Abbonamenti: MTM è città aperta, MTM è città aperta Over 65, MTM Carta Regalo x2,
MTM Carta Regalo x4
vivaticket.it. I biglietti prenotati vanno ritirati nei giorni precedenti negli orari di prevendita e la domenica a partire da un’ora prima dell’inizio dello spettacolo.
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