TEATRO LEONARDO DI MILANO
"GL'INNAMORATI"
DI CARLO GOLDONI
Dal 05 al 10 aprile al Teatro Leonardo di Milano, ritroveremo una commedia divertente di Carlo Goldoni e i musicarelli degli anni 60’ - Gl’Innamorati – Il musicarello diretto da Pietro de Pascalis. “È un testo di amore passionale e divertente, che sarà accompagnato sulle note di - Sarà perché ti amo dei Ricchi e Poveri, Dieci ragazze di Battisti, Non son degno di te di Morandi e Stasera mi butto di Rocky Roberts..Il resto sorpresa”.
“Gl’innamorati” è forse l’opera più divertente e folle di tutta l’attività teatrale scritta da Carlo Goldoni. Pur essendoci all’interno tutte le maschere ereditate dalla Commedia dell’Arte, ha in sé un senso di modernità, sia nella scrittura che nella qualità dei personaggi. Uomini e donne che si alternano a mascherette, falsità e realtà che fanno lo stesso movimento.
Quello del gioco. Il tutto accompagnato da quell’amore di cui noi spesso abbiamo bisogno. Un amore folle, un amore matto che fa ammattire tutti quelli che stanno intorno. Questa dinamica ci è sembrata fin da subito il fulcro intorno alla quale dovesse girare la nostra giostra; è talmente assurdo e imprevedibile quello che succede, il cambiamento d’umore dei personaggi che non si ha il tempo di rilassarsi e riappacificarsi, che immediatamente i due protagonisti ci portano da un’altra parte creando dei meccanismi comici e incredibili. Ma questa è follia pura. Meravigliosa e spiazzante.
Sì, perché i nostri innamorati all’amore ci sanno solo giocare. Saltellano con leggerezza tra follie, ansie, paure e sospiri senza curarsi di quando cadranno. Tra di loro si parlano, ma non si capiscono, a volte nemmeno si vedono, stupendosi di ritrovarsi l’uno addosso all’altro. Quando accade passano da uno schiaffo a un bacio senza alcun ritegno.
Gli innamorati volteggiano scomposti tra tenerezze e rabbia con una grazia pericolosa che racconta tutta la tempesta che hanno nel cuore. Se tutti cantano, gli innamorati cantano due volte; cantano canzoni che fanno innamorare, che aprono i cuori, li spalancano rendendoli più delicati. Loro cantano per spingere lontano la paura di perdersi.
La tensione è costante, in un gioco veloce, virtuoso, indiavolato, ebbro di capricci, che definisce l’incostanza di una relazione appassionata. La parola si mischia alla canzone. Il comico al drammatico. Ed è per questo che il mondo del Musicarello ci è venuto subito incontro, perché tutti abbiamo bisogno di cantare quando proviamo emozioni e allo stesso tempo, spesso, non riusciamo a tenere gli occhi aperti mentre lo facciamo perché farlo ci spalanca il cuore e ci fa sentire felici, ma allo stesso tempo fragili e vulnerabili.
TRAMA E DESCRIZIONE DELLO SPETTACOLO
Una piccola compagnia teatrale si trova, suo malgrado, nella condizione di dover provare il proprio spettacolo “Gli innamorati” di Goldoni, ogni settimana su un palcoscenico diverso: la povertà della produzione e la mancanza di ingaggi, obbliga gli attori ad adattare ogni volta le proprie interpretazioni su palcoscenici occupati dalle ingombranti scenografie degli spettacoli ufficiali, nel giorno in cui gli stessi sono di riposo: il lunedì.
Sono ormai due anni che quest’avventura va avanti nelle platee vuote, mentre alle trame dell’opera si intrecciano, giocoforza, quelle della vita privata e quotidiana di ognuno: c’è Gianni, il giovane attore e assistente alla regia che si trova a dover risolvere le situazioni più disparate, inventandosi ora come trovarobe, ora come macchinista, ora come attore dai mille ruoli. Ci sono poi Eleonora e Beatrice, l’una attrice sempre relegata in ruoli minori e l’altra giovane promessa amata da tutti, ma soprattutto da Leonardo, attore di fiction e cavallo di punta della compagnia, dedito al corteggiamento sfrenato e agli eccessi in genere. A completare il panorama si trovano Ambrogio, nominato amministratore di compagnia in omaggio alla sua veneranda età e alla sua carriera, di cui non manca mai di ricordare i fasti: strenuo difensore della filologia e della classicità, lo si trova spesso a combattere contro la minima spesa e la minima libertà sul testo e a scontrarsi con Carlo, regista che attraverso le canzoni vorrebbe portare innovazione e contemporaneità in un Teatro che altrimenti lui definisce “vecchio e paludato”.
NOTE AL PROGETTO:
Gl’Innamorati” è una commedia scritta da Carlo Goldoni nel 1759 e da allora continuamente rappresentata fino ai giorni nostri: la trama è semplice e si concentra sui litigi e le riappacificazioni dei due protagonisti Eugenia e Fulgenzio che lo stesso Goldoni così descrive “i miei innamorati sono esagerati, ma non sono meno veri; c’è più verità che verosimiglianza nella commedia”. Ma il vero protagonista è l’amore, il sentimento più disobbediente che ci sia perché non segue regole, non accetta compromessi ma segue solo l’istinto. L’ innamoramento è una follia a due, uno stato febbrile, un ottovolante di emozioni che vanno dall’euforia alla più profonda tristezza e da quando esiste l’uomo è proprio lui che “move il sol e l’altre stelle”. Ed è l’amore che abbiamo voluto mettere al centro della nostra rivisitazione de “Gl’innamorati” trasportando l’azione ai giorni nostri, togliendo le crinoline e le scene dipinte ma raccontando invece le peripezie, le difficoltà di una compagnia teatrale che sta provando proprio la commedia goldoniana facendo sì che la vita vera si confonda con il testo originale e la quotidianità degli attori si mescoli con la finzione teatrale: dichiarazioni, baruffe, fraintendimenti, gelosie senza soluzione di continuità al punto che le parole dell’autore arrivano a combaciare con quelle veritiere. E quando si è innamorati cosa si fa? Si canta. L’amore è stato cantato in tutti i modi, dalle arie operistiche fino ad arrivare ai rapper di oggi. Si canta l’amore gridando a squarciagola o con un filo di voce, seguendo il testo o inventandosi le parole, si canta anche se non si è così intonati perché cantare l’amore è un bisogno, un desiderio e una consolazione. Così è il nostro “Gl’Innamorati”, un gioco dentro e fuori dalla scena, dentro e fuori dalla vita, dentro e fuori dal testo e dentro e fuori dalla musica.
MUSICARELLO, CHE COS’E’?
Il Musicarello è un genere cinematografico di chiara matrice popolare nato negli anni 50 ma che si sviluppò soprattutto negli anni sessanta. A differenza del musical, il Musicarello nasce proprio in Italia per supportare e incrementare le vendite dei dischi di cantanti allora molto in voga come Gianni Morandi o Caterina Caselli. Il Musicarello si potrebbe considerare un antesignano dell’attuale videoclip: la trama è molto semplice, di solito parla d’amore e il cuore del film è la canzone di successo del cantante protagonista del film stesso. Abbiamo voluto quindi rinverdire questo genere tipicamente italiano e trasportarlo in Teatro, divertendoci a mescolare l’alto linguaggio goldoniano a quello più immediato, ma altrettanto potente, della canzone.
TEMI PREVALENTI:
Il tema prevalente è quello dell’amore: un amore folle, un amore matto che fa ammattire tutti quelli che stanno attorno. Questa dinamica ci è sembrata fin da subito il fulcro intorno al quale dovesse girare la nostra giostra: i nostri innamorati saltellano con leggerezza tra follie, ansie, paure e sospiri; si parlano, ma non si capiscono; passano da un bacio a uno schiaffo senza alcun ritegno e volteggiano scomposti in una girandola di tenerezza e rabbia che racconta tutta la tempesta che hanno nel cuore. Un gioco veloce, virtuoso, indiavolato, ebbro di capricci, che definisce l’incostanza di una relazione appassionata.
Nel 1759, così come nel 2020.
E quando si è innamorati si canta, per spingersi lontano dalla paura, per aprire il cuore, perché tutti abbiamo bisogno di cantare quando proviamo emozioni, perché farlo fa sentire felici, ma allo stesso tempo fragili e vulnerabili.
Nel 1759, così come nel 2020.
Ecco perché la scelta del Musicarello, e di un adattamento del testo che permettesse di giocare con le epoche, mischiare i linguaggi, giocare ad attualizzare parole di Goldoni per renderle contemporanee e, nello stesso tempo, far cantare ai personaggi dell’opera originale canzonette riconoscibili, in una follia che proseguisse idealmente l’intero spirito dell’opera.
All’amore del tema dell’opera ecco aggiungersi quindi anche l’amore per un mestiere, quello dell’attore e ad un’arte, quella del Teatro, che da secoli permette l’incontro tra esseri umani in una sorta di rito collettivo.
PERCORSI DI LAVORO CONSIGLIATI:
Sarebbe importante preparare i ragazzi alla visione dello spettacolo affrontando la lettura del testo originale, di modo da poter meglio apprezzare le variazioni e i giochi sul linguaggio presenti nel riadattamento. In seguito allo spettacolo si potrà approfondire dell’opera di Goldoni, della sua cosiddetta “riforma teatrale” e cioè il passaggio dal “canovaccio” al testo vero e proprio.
Altro percorso, reso possibile dalla presenza di linguaggi differenti (goldoniano, contemporaneo e canzone) è quello riguardante la definizione di generi letterari e la loro commistione. Crediamo possa stimolare i ragazzi anche un confronto proprio fra “il musicarello” e il videoclip entrambi figli di epoche diverse e soprattutto di tecnologie ben differenti. Gli anni ‘50 e‘ 60 sono stati gli anni del boom economico, gli anni della spensieratezza, gli anni in cui il Festival di Sanremo faceva cantare tutta l’Italia e i talent non esistevano, può essere quindi una bella scoperta per i ragazzi capire quanto sia cambiato il nostro paese anche attraverso la canzone.
Per finire, lo spettacolo con la sua tematica, ben si presta a diventare pretesto di discussione sulle proprie emozioni: in un’epoca e in un’età in cui si è sempre meno abituati a confrontarsi direttamente con la propria sfera affettiva. In un momento in cui spesso si parla di amore violento, di gelosie che si trasformano in ossessione, l’approccio al testo di Goldoni può essere uno spunto per approfondire il tema dell’innamoramento in tutte le sue sfumature.
TECNICHE E LINGUAGGI TEATRALI UTILIZZATI:
Ruolo fondamentale in questo progetto è la creatività dell’attore, essere sensibile, “fanciullo”, che attraverso l’espressività del suo corpo e della sua voce riesce a cambiare continuamente le regole del gioco. Si è scelto in questa riscrittura, di amplificare maggiormente i continui spiazzamenti del testo originale, chiedendo agli attori di rendere sempre visibile la loro trasformazione da “persone” a “personaggi”, in un tal caleidoscopico gioco di specchi, da diventare quasi virtuosistico. La commedia goldoniana ha un ritmo serrato, i battibecchi degli innamorati hanno un andamento quasi musicale e ciò che emerge è il desiderio di innamorarsi, di perdere la testa, di vivere una follia a due, di lasciarsi e ritrovarsi e sicuramente i ragazzi potranno ritrovare le dinamiche attuali anche in un testo settecentesco.
INDICAZIONI SCENOGRAFICHE E COSTUMI:
La scena è volutamente semplice e vuota.
Se il presupposto è quello di una compagnia che prova il proprio spettacolo in una scenografia altrui, ecco che improvvisamente gli elementi scenici possono diventare non utili, ma assenze, ostacoli da superare in un gioco che spesso diventa comico.
Ad una scena visibile su palco, ne corrisponde una immaginifica, ma altrettanto reale, di un dietro alle quinte teatrale, dal quale verranno presi costumi e attrezzeria che poco c’entrerebbero con una messa in scena canonica de Gl’innamorati, ma resi qui possibili e spassosi dal gioco metateatrale.
Stesso criterio di disomogeneità seguono i costumi che, attraverso un gioco di sovrapposizioni e contrasti rendono possibile il gioco tra epoche e stili differenti.
FONTI UTILIZZATE:
Nel riadattamento del testo, così come per la realizzazione dello spettacolo, è stato di fondamentale importanza confrontarsi con l’opera omnia goldoniana.
Come già esplicitato in precedenza, alcune scene della parte “contemporanea” del testo sono, in realtà, attualizzazioni di scene goldoniane (sia di Innamorati che di altre opere).
Il desiderio è stato quello di creare non un’omogeneità stilistica, ma di ricalcare meccanismi tipici della commedia goldoniana anche per le vicende della compagnia.
Di particolare importanza è stato lo studio de Il teatro comico, commedia metateatrale nella quale Goldoni esplicita la propria riforma teatrale che, dalle maschere della Commedia dell’Arte, porterà a personaggi più complessi e naturalistici.
Per quanto riguarda la parte musicale sì è ugualmente scelto di non farsi condizionare da un’epoca precisa, ma di scegliere le canzoni che potessero esprimere al meglio lo stato d’animo dei personaggi, permettendo al pubblico un’immedesimazione emotiva.
Teatro Leonardo
da martedi a sabato ore 20.30 – domenica ore 16.30 -
intero 25,00€ – convenzioni 20,00€, ridotto Arcobaleno (per chi porta in cassa un oggetto arcobaleno) 20,00€, Under 30 e Over 65 - 15,00€, scuole di teatro e Università 15,00€, ridotto DVA 12,00€, scuole MTM, Paolo Grassi, Piccolo Teatro 10,00€, tagliando Esselunga di colore ROSSO, prevendita 1,80€
obbligo di Green Pass e mascherina FFP2
MTM Manifatture Teatrali Milanesi - Teatro Litta e Leonardo, riserverà agli spettatori che lo richiederanno in fase di prenotazione, un posto a sedere in sala con distanziamento.
durata dello spettacolo: 120 minuti
Info e prenotazioni biglietteria@mtmteatro.it – 02.86.45.45.45
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Spettacolo in Invito a Teatro – tagliando MTM
Abbonamenti: MTM è città aperta, MTM è città aperta Over 65, MTM Carta Regalo x2, MTM Carta Regalo x4
Biglietti e abbonamenti sono acquistabili sul sito www.mtmteatro.it e sul sito e punti vendita vivaticket.it. I biglietti prenotati vanno ritirati nei giorni precedenti negli orari di prevendita e la domenica a partire da un’ora prima dell’inizio dello spettacolo.
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Abbonamenti: MTM è città aperta, MTM è città aperta Over 65, MTM Carta Regalo x2, MTM Carta Regalo x4
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