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mercoledì 21 dicembre 2022

I PRIMI DUE DEBUTTI DEL 2023
AL PICCOLO TEATRO STREHLER DI MILANO
"PROCESSO GALILEO" E "FERITO A MORTE"

Dal 10 al 15 gennaio
Processo Galileo
di Angela Dematté, Fabrizio Sinisi
drammaturgia Simona Gonella
regia Andrea De Rosa, Carmelo Rifici
con Luca Lazzareschi, Milvia Marigliano
e con (in ordine alfabetico) Catherine Bertoni de Laet, Giovanni Drago, Roberta Ricciardi, Isacco Venturini


scene Daniele Spanò
costumi Margherita Baldoni
progetto sonoro GUP Alcaro
disegno luci Pasquale Mari
assistenti alla regia Ugo Fiore, Marcello Manzella
produzione LAC Lugano Arte e Cultura, TPE - Teatro Piemonte Europa, Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale
in collaborazione con Associazione Santacristina Centro Teatrale
partner di ricerca Clinica Luganese Moncucco

Scritto a quattro mani da Angela Dematté e Fabrizio Sinisi, liberamente ispirato alla vita e all’opera di Galileo Galilei, lo spettacolo (in scena al Teatro Strehler dal 10 al 15 gennaio) portato in scena da Andrea De Rosa e Carmelo Rifici – attraverso una collaborazione artistica e produttiva inedita nel panorama teatrale odierno – ruota intorno ai problemi scientifici e ai grandi misteri del nostro tempo.

Fisico e filosofo della natura, Galileo è considerato il padre della scienza moderna, segnando uno spartiacque per la nostra cultura. Tanto il suo contributo scientifico quanto la sua abiura hanno dato vita a un’onda lunga che è arrivata fino a noi: un big bang la cui espansione si mostra oggi nella sua forma più realizzata e problematica. Galilei è colui che spezza definitivamente i cieli aristotelici, rompendo un modello di raffigurazione del mondo che per secoli aveva rincuorato l’uomo: scienza e teologia, rappresentazione e verità si dividono definitivamente.

Processo Galileo si compone di tre storie, tre momenti uniti in un unico spettacolo. Un prologo, ambientato nel passato storico in cui avviene l’abiura: le parole del processo a Galileo del 1633, con i suoi personaggi e il suo linguaggio, fungono da punto di partenza e di irradiazione dei diversi temi in gioco – il rapporto tra la scienza e il potere, la tradizione, la coscienza. Un presente, nel quale una giovane donna, madre e intellettuale, è chiamata a raccontare per una rivista divulgativa il nuovo paradigma che la scienza sta ponendo oggi; il lutto familiare che sta elaborando provoca un cortocircuito con i dialoghi che intrattiene con uno scienziato e con sua madre, costringendola a intraprendere un viaggio più vasto, che mette in discussione la sua visione del mondo. Un futuro, nel quale ogni realismo si sgretola e i personaggi diventano le voci di un’invettiva contro un Galileo che non è più visto come solo l’imputato di un tribunale ecclesiastico, ma come il portavoce di un processo storico e culturale che ha congiunto in maniera indissolubile la ricerca scientifica alla capacità tecnica, saldando per sempre l’idea di progresso di una società alla potenza dei suoi dispositivi tecnologici.

Il cannocchiale di Galileo diventa così lo strumento di una rivoluzione che, iniziata nel XVII secolo, proietta il mondo in un futuro per molti versi inquietante. Tre sequenze che corrispondono ad altrettanti processi che – con diversi linguaggi e modalità espressive – indagano i destini e gli interrogativi del mondo contemporaneo e di quella che oggi chiamiamo modernità.

Piccolo Teatro Strehler (Largo Greppi – M2 Lanza), dal 10 al 15 gennaio 2023
Processo Galileo

Orari: martedì, giovedì e sabato, ore 19.30; mercoledì e venerdì, ore 20.30; domenica, ore 16.

Prezzi: platea 33 euro, balconata 26 euro

dal 17 al 22 gennaio
Ferito a morte
di Raffaele La Capria
adattamento Emanuele Trevi
regia Roberto Andò
con Andrea Renzi, Paolo Cresta, Giovanni Ludeno, Gea Martire, Paolo Mazzarelli, Aurora Quattrocchi, Marcello Romolo, Matteo Cecchi, Clio Cipolletta, Giancarlo Cosentino, Antonio Elia, Rebecca Furfaro, Lorenzo Parrotto, Vincenzo Pasquariello, Sabatino Trombetta, Laure Valentinelli
la voce di Roger in inglese è di Tim Daish
scene e luci Gianni Carluccio
costumi Daniela Cernigliaro
video Luca Scarzella
suono Hubert Westkemper
aiuto regia Luca Bargagna
coreografie Luna Cenere
aiuto regia Luca Bargagna
assistente alle scene Sebastiana Di Gesù
assistente ai costumi Pina Sorrentino
direttore di scena Sandro Amatucci
produzione Teatro di Napoli - Teatro Nazionale, Fondazione Campania dei Festival, Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale, Teatro Stabile di Torino - Teatro Nazionale

Dal 17 al 22 gennaio, Roberto Andò porta al Piccolo Teatro, nella versione per teatro firmata da Emanuele Trevi, il capolavoro di Raffaele La Capria: romanzo sulla lotta tra natura e storia, sugli amori mancati, sui ritorni e i rimpianti; ma anche capolavoro di stile, suono e musica in cui come ammette l’autore, «il vero protagonista è il tempo: il tempo della giovinezza»

Un racconto che dura il breve arco di una mattina, ma che si dipana attraverso undici anni di vicende, dal 1943 al 1954. Una polifonia di punti di vista, personaggi, voci, dialoghi, descrizioni e storie che hanno come palcoscenico Napoli, la città che «ti ferisce a morte o t’addormenta». Un romanzo, ormai un classico della letteratura italiana, sulla lotta tra natura e storia, sugli amori mancati, sui ritorni e i rimpianti, ma anche un capolavoro di stile, di suono e di musica in cui, come ammette l’autore, «il vero protagonista è il tempo: il tempo della giovinezza».

Roberto Andò affronta Ferito a morte di Raffaele La Capria, Premio Strega nel 1961, in una versione per il teatro creata da Emanuele Trevi, vincitore dello stesso riconoscimento a sessant’anni di distanza.

«Come ogni racconto del tempo che passa – spiega il regista – il romanzo di La Capria, in modo del tutto originale e unico, è attraversato dai fantasmi della Storia. In questo senso è anche un libro sul fallimento della borghesia meridionale, sul marciume corrosivo del denaro, sullo sciupio del sesso, sul disfacimento della città all’unisono con chi la abita, sulla logorrea e la megalomania, sul piacere di apparire e fingersi diversi da come si è. Soprattutto è una storia, come ha scritto Leonardo Colombati, che non ha principio né fine. Per adattare (parola che da sempre mi sembra imprecisa o inadeguata) questo grande romanzo al teatro ho chiesto l’aiuto di uno scrittore come Emanuele Trevi, da sempre dedito nei suoi bellissimi libri a riportare in vita ciò che è scomparso, a riacciuffare quel punto della vita che altrimenti sarebbe condannato a svanire per sempre».

Orari: martedì, giovedì e sabato, ore 19.30; mercoledì e venerdì, ore 20.30; domenica, ore 16.

Prezzi: platea 33 euro, balconata 26 euro

Informazioni e prenotazioni 02.21126116 - www.piccoloteatro.org

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