"COME UN FIORE"
UN CORTO DI BENEDICTA BOCCOLI
CON FRANCESCA FARIELLO E CAROL CADEO
ALLA FESTA DEL CINEMA
La bambina, con una barchetta di carta tra le mani, sembra sola, in silenzio, lontana dai clamori della città. Si sentono solo i rumori della natura e la musica di sottofondo.
D’estate le orme sono milioni di piedi, piedini e piedoni, qui le orme sono poche, diradate e tutte anonime.
Gli occhi della bambina osservano la spiaggia e lì, tra la sabbia e il bagnasciuga, corpi di donne bellissime si intravedono delicatamente in controluce: bionde, nere, alte, basse, sottili, grosse, diafane e tatuate.
Delle Dee greche ammalianti, attraenti, selvagge ma delicate, tutte connesse con la natura.
La bimba vede apparire un’altra donna che esce dall’acqua: una figura affascinante e sorridente, risolta, senza un seno, dove si nota la cicatrice di una mastectomia. Ha un fiore in mano, se lo poggia delicatamente sul petto, sulla cicatrice, e con infinita naturalezza passa accanto alla bimba che, attratta da questa meravigliosa figura, rimane immobile a guardarla. L’Artemide senza seno, le rivolge un sorriso e le dona il fiore. Come fosse il regalo più bello del mondo, la bambina sorridendo rimane sola sulla spiaggia, poggia la barchetta di carta in acqua e la fa navigare verso l’orizzonte.
Parlare di cancro è sempre spaventoso, io non riesco neanche a pronunciarla questa parola così sgradevole all’orecchio. Si, ne sono fuori anche io, come tante donne e per questo sorrido, sorrido alla prevenzione che mi ha aiutata a superare questo male, perché la prevenzione è la prima cura. E mi affiora un ricordo bellissimo di quando ero bambina: una compagna di viaggio, chissà, forse una compagna d’animo, una sorella maggiore mi è apparsa davanti, su una spiaggia, tra la sabbia e il bagnasciuga, in un’estate spensierata della mia infanzia. Bellissima, una dea greca selvaggia e delicata, non aveva un seno e si notava la cicatrice di una mastectomia.
In quegli anni la ricostruzione del seno non esisteva ancora. Questa figura così bella mi ha guardata, ha sorriso, e con un gesto delicato ha coperto la ferita con un fiore. Mi è passata accanto con infinita naturalezza, con un’aria risolta, serena. Ero bambina, e questo gesto l’ho preso come fosse il regalo più bello del mondo, un bellissimo dono, perché l’accettazione del proprio corpo è un tema oggi più che mai importante.
Non importa come uno sia fisicamente, troveremo sempre dei difetti, dobbiamo iniziare ad avere una storia d’amore con il nostro corpo. “Mi amo e voglio il meglio per me stessa!”.
Dieci donne nude, di tutte le età, connesse con la natura e perfette nelle loro imperfezioni. Non arriveremo mai a un ideale di bellezza perché gli standard sono stati creati per il profitto.
Francesca, la protagonista, ha scelto di non farsi ricostruire il seno e questo le dona luce e forza, sono 18 punti di sutura che le attraversano il petto, anzi il cuore.
L'opera intende anche descrivere cosa vuol dire essere e, soprattutto, sentirsi pienamente donna anche dopo una dolorosa malattia come questa. Si parla di una seconda vita che fiorisce da una crepa, come il fiore che la protagonista indossa sul suo nuovo corpo.
Carol
Una bambina di 8 anni, con una barchetta di carta in mano, percorre una strada per raggiungere il mare, sola, in silenzio, lontana dai clamori della città. Si sentono solo i rumori della natura e una musica di sottofondo, in un’atmosfera irreale, onirica, come in un sogno.
La barchetta rappresenta il viaggio, il cammino della vita.
Gli occhi della bambina osservano la spiaggia dove si svelano donne nude, libere, che rappresentano l’accettazione del proprio corpo.
La bimba vede apparire un’altra donna, senza un seno, con i segni di una mastectomia. Ai suoi occhi attraente, sorridente e risolta, forse la donna più bella del mondo, perché la bellezza prescinde dai canoni estetici che sono stati creati dalla società. La donna le dona il fiore come se fosse una successione, un passaggio, un varco tra il passato e il futuro.
Francesca
È la figura più importante nella storia, è colei che ha scelto dopo un tumore di non ricostruirsi il seno.
Francesca non si è mai preoccupata di ciò che le hanno asportato, si è sempre accettata e ha dichiarato di amare profondamente la sua cicatrice: “…la malattia come la guerra, lascia segni indelebili, cicatrici da nascondere, che al buio non si vedono e che, per tutti gli altri, tranne che per me, non esistono. Cicatrici come emblema di rovina e decadenza, in un mondo che deve apparire perfetto e che invece è devastato dalle guerre. No, io non ho paura del buio: il buio è comodo, il buio nasconde, il buio protegge. È la luce che sa rendere visibili tutte le nostre cicatrici. Questo corpo illuminato è diventato il mio campo di pace, non di battaglia”.
Dee
Dopo la malattia si perde femminilità e soprattutto autostima. Occorre trovare un equilibrio con il proprio corpo.
Dieci donne, ammalianti, affascinanti, selvagge, ma delicate. Tutte connesse con la natura. Rappresentano le donne della nostra società, donne di oggi, senza veli e senza sovrastrutture. Libere.
Vivere in armonia con il proprio corpo significa migliorarsi, non fallire, costruire un rapporto autentico con gli altri mostrandosi esattamente come si è.
Benedicta Boccoli è un’attrice, nata a Milano nel ‘66. Ha esordito giovanissima in televisione alla fine degli anni ‘80 con Gianni Boncompagni, prima come ballerina, e poi in coppia con la sorella Brigitta Boccoli. Ha preso parte a molte trasmissioni d’intrattenimento come showgirl e conduttrice “Pronto chi gioca, Domenica in, Piacere rai uno, Uno mattina, Gelato al limone...”. In coppia con la sorella ha cantato al festival di Sanremo nel 1989 con la canzone “Stella stella”, scritta da Jovanotti e prodotta da Claudio Cecchetto.
Nei primi anni si è dedicata molto alla danza, e grazie a Vittoria Ottolenghi nella trasmissione “Piacere rai uno”, ha ballato con delle étoile della danza classica, realizzando dei videoclip nelle piazze più importanti d’Italia. Ha condotto con Massimiliano Pani “Gelato al limone” la domenica in estiva di Rai uno. Ha condotto su Tele Monte Carlo un programma giornaliero. Ha partecipato a “Reality Circus”, come concorrente. Ma, la sua carriera si è sviluppata prevalentemente in teatro.
Tutto è iniziato con Ugo Pagliai e Paola Gassman in uno spettacolo dal titolo “Spirito allegro” di Noel Coward, scelta perché nel ruolo dello spirito cercavano un’attrice-ballerina che volasse in scena, che desse la sensazione di non toccare mai terra. Così sono seguiti molti spettacoli: dalle commedie musicali come “Buonanotte Bettina” di Garinei e Giovannini e “Polvere di stelle” di Alberto Sordi, al fianco di Maurizio Micheli, con il quale ha condiviso molti lavori teatrali, a “Can can” di Abe Burrows, musical diretto da Gino Landi. Nella prosa ha interpretato molti ruoli, tra i quali Ariel nella “Tempesta” di Shakespeare, “Sunshine” di W. Matrosimone diretta da Giorgio Albertazzi che l’ha definita “l'Artistissima”.
Al cinema ha partecipato ai film, “Gli Angeli di Borsellino, Valzer, Dolce di latte e Ciao Brother”. Ha lavorato in diverse serie televisive quali “Una Donna per Amico”, “La Squadra”, “Incantesimo 8”. E ha lavorato anche in radio con RTL 102,5 e ha condotto e scritto trasmissioni radiofoniche per Rai uno. Infine ha deciso di intraprendere anche una carriera come regista. Ha scritto e diretto il cortometraggio "La Confessione" con gli attori Claudio Botosso e Nina Pons, Direttore della fotografia Daniele Cipri e le musiche di Sergio Cammariere. Il cortometraggio ha vinto 19 premi in Italia e all’estero.
"Come un fiore" è la sua seconda opera come regista, prodotta anche grazie al supporto di Komen Italia e la Fondazione Lucè ONLUS. Un cortometraggio intimo e personale sul delicato tema del tumore al seno e dell’accettazione del proprio corpo.
Oggi scrive anche su Il Fatto Quotidiano, la rubrica si intitola “Cosa resterà: diario di una adolescente degli 80 e 90 “.
Nasce a Roma nel 1972, inizia la sua carriera da aiuto operatore facendo tutto il percorso professionale che lo vede poi diventare Direttore della Fotografia. Agli esordi, come assistente operatore, si cimenta nel 1993 con “La scorta” di Ricky Tognazzi, poi “Aprile” per la regia di Nanni Moretti e ancora “La cena” di Ettore Scola. A seguire, agli inizi del 2000, diventa operatore di macchina e steadycam e lavora in film quali “I nostri primi trent’anni, generazioni a confronto” per la regia di Giovanna Taviani, “Aldo Moro” di Michele Soavi, “Il tredicesimo apostolo” diretto da Alexis Swee.
E’ nel 2010 che esordirà come direttore della fotografia. Innumerevoli le esperienze cinematografiche che lo vedono coinvolto: "Leonora addio" per la regia di Paolo Taviani, “Ghiaccio” di Fabrizio Moro e Alessio De Leonardis, “Finché giudice non ci separi” diretto da Tony Fornari, Andrea Maia, “Cesare deve morire” diretto da Paolo e Vittorio Taviani. Come direttore della fotografia, Simone Zampagni, ha all’attivo non solo film ma anche videoclip e cortometraggi: “Sono come sono” videoclip di Fabrizio Moro, “L'eternità” videoclip di Fabrizio Moro, “Libera Uscita” cortometraggio per la regia di Alessio De Leonardis, “Picnic” cortometraggio di Regia Kim Gualino, “Scendere” cortometraggio diretto da Giovanni Bufalini. Solo per citarne alcuni.
Non mancano le candidature a premi prestigiosi. Nel 2012 è Candidato al David di Donatello e al Ciak d’oro come migliore direttore della fotografia per “Cesare Deve Morire”, nel 2015 è candidato al Globo d’oro 2015 come migliore direttore della fotografia per il film “Meraviglioso Boccaccio” e nel 2018 è candidato al Globo d’oro come migliore direttore della fotografia per il film “Una questione privata”. Oggi Benedicta Boccoli lo ha fortemente voluto come direttore della fotografia di “Come un fiore”, per la grande e profonda stima che ripone per i lavori di Zampagni.
Sono Francesca Fariello una personal chef e insegnante di cucina vegetale. Il mio progetto si chiama Cibo Supersonico ed è un contenitore di temi “caldi” che spaziano dal food al femminismo, passando dalla lotta alle discriminazioni di ogni genere.
Nel 2016 mi sono ammalata di cancro al seno e da quel giorno la mia vita è completamente cambiata. Dopo avere affrontato il percorso di cure ho deciso di non ricostruirmi, e di non sottopormi a chirurgia plastica, scegliendo di portare in Italia la rappresentazione di un corpo non conforme, che ancora viene visto come “diverso”, ma valido esattamente come quello di tutte le altre, perché corpo vivo.
Ciao! Mi chiamo Carol, Carol Cadeo. Ho 9 anni, fin da piccolissima una delle mie più grandi passioni era il teatro! Studio danza classica, canto e recitazione. Ultimamente ho realizzato uno spot internazionale girato in inglese, che per fortuna parlo bene! Adoro le polpette al tonno e amo cucinare con mia madre il risotto allo zafferano. Mi definiscono solare, determinata e curiosa, a volte un po' testarda (forse…) ed è la prima volta che sono sulla scena in un cortometraggio. Nota di Benedicta: “Come co-protagonista insieme a Francesca, Carol ha saputo affrontare un tema così delicato e impegnativo con la sensibilità che la contraddistingue.”
Che dire, sono una donna eclettica, non sono una santa, sono un’attrice. Sono Gisella Burinato. Il mio è stato un percorso artistico importante, una carriera lunga una vita che mi ha visto protagonista delle scene teatrali, cinematografiche e televisive. Innumerevoli le produzioni che mi vedono coinvolta e a essere sincera faccio quasi fatica a ricordarle tutte (sic!). Comincerò dall’inizio citandone solamente alcune. Diplomata al Piccolo Teatro della città di Milano calco per la prima volta la scena teatrale diretta dal regista Marco Bellocchio nel “Timone di Atene”. A seguire, decido di fare il salto nel cinema e dopo alcune esperienze esordisco come protagonista nel “Gabbiano” (1977), sempre diretta da “Marco” che poi diventerà mio marito. Nel 1980 recito nel fim “Salto nel Vuoto” premiato al festival di Cannes. Mi dedico anche alla commedia: “Uno scugnizzo a New York” di Mariano Laurenti, “Da Grande” di Franco Amurri accanto ad Alessandro Haber e non posso dimenticare “Verso Sera” con Marcello Mastroianni di Francesca Archibugi. Gli ultimi lavori cinematografici sono “La Febbre” con Valeria Solarino e Fabio Volo ed “Io c’è” di Alessandro Aronadio. Ovviamente poi c’è il teatro con “Io, Patria e Famiglia” regia di Amedeo Fago, “Il mercante di Venezia” di Franco Ricordi, “L'assassino di Alberbury” e “Il mastino di Baskerville” regia di Sofia Scandurra (per citarne solo alcuni). E non posso infine dimenticare il piccolo schermo con “Mafalda di Savoia - Il coraggio di una principessa” regia di Maurizio Zaccaro, “Non pensarci” la serie TV di Gianni Zanasi, “Fuoriclasse” con Luciana Lettizzetto e “Masantonio - Sezione scomparsi”, per la regia di Fabio Mollo. Direi che non è tutto ma può bastare.
Il mio nome è Kenia Anaya, sono di nazionalità cubana ed ho 37 anni. La mia carriera artistica è iniziata all’età di 15 anni come ballerina professionista. Ho lavorato con la Compagnia Teatrale cubana Ballet Rakatan con la quale ho fatto Musical e spettacoli in Tournée mondiali fino al 2015. Una volta trasferita in Italia ho iniziato a studiare recitazione nel Centro Acting Studi condotto da Lucilla Lupaiolli e ho avuto modo di lavorare in vari cortometraggi e film: “Golden di A. Alieni, “Day of Flowers” di Jhon Roberts, “No Time to Die” di Cary Fukunaga. Dei posti che conosco il Marocco è quello che preferisco. Amo l’alba e i tramonti del deserto, i suoi splendidi paesaggi e l’immensità delle dune. Adoro i colori di Marrakech e perdermi nei labirinti della Medina pieni di mercatini e di vita. E’ un luogo dove vorrei sempre ritornare.
Sono un'artista, una ballerina e una insegnante coreografa di hip hop e videodance. Il mio percorso formativo é iniziato all'età di sei anni con la danza classica. Crescita e formazione per me non hanno mai fine: tutt'ora studio e partecipo a corsi e stage.
Non riesco mai a stare ferma, non solo nel lavoro ma anche nella quotidianità. Sono una persona curiosa e sensibile, alla ricerca costante di stimoli nuovi. Ho trent'anni e vivo una seconda vita da quando nel 2019 mi venne diagnosticato un cancro al seno. Anni di terapie e operazioni mi hanno resa consapevole di voler vivere libera e praticando gentilezza. Attraverso il mio canale Instagram personale @pollonano ho raccontato dal giorno zero il mio percorso oncologico senza filtri, con l'obiettivo di aiutare le persone a parlare di malattia senza considerarla un'inspiegabile tabù. Ho fatto della mia passione il mio lavoro, della mia malattia un'obiettivo e, un passo alla volta, metto spunte sulla mia lista dei desideri fatta di esperienze ed emozioni. Mi chiamo Giada Galluzzo, vivo all'ennesima potenza e ho un seno diverso dall'altro.
Ciao, sono Marianne Leoni, nasco a Roma nel 1994 e sono un’attrice e una cantante Italo-Franco-Sudafricana. Il mio percorso di formazione artistica inizia attraverso la musica per poi, dopo essermi diplomata all’Officina delle Arti Pier Paolo Pasolini, incontrare il cinema e il teatro. Recentemente ho recitato al fianco di Emilia Fox, nella serie tv internazionale “Signora Fox” , e nel nuovo film di Natale “Natale a tutti i costi” con Christian De Sica.
Mi piace tenermi aggiornata, per questo partecipo a stage e laboratori che spaziano dalla recitazione, alla musica, all’arte. Suono abbastanza bene la chitarra, il pianoforte e amo la danza classica e hip – hop.
Sono Fulvia Lorenzetti, artisticamente mi formo al Laboratorio di Gigi Proietti con il quale lavoro per sei stagioni in “ Leggero Leggero”, “A me gli occhi bis”, “Per Amore e Per Diletto” e “Prove per un recital”. Mi divido tra teatro, cinema e televisione.
Sono stata protagonista femminile per quattro stagioni della ditta Tullio Solenghi e Maurizio Micheli negli spettacoli “Italiani si nasce e noi lo nacquimo” e “L’apparenza inganna” e sempre come protagonista ho calcato le scene in “Roma se nasce” di Maurizio Costanzo ed Enrico Vaime per la regia di Marco Mattolini. L’ultima esperienza teatrale è stata “Aladin il musical geniale” regia di Maurizio Colombi, mentre quella cinematografica è stata “A Tor bella monaca non piove mai” regia di Marco Bocci.
Sono Federica Lucaferri, attrice, classe 1996. Il mio percorso inizia sul set al fianco di Brignano e De Sica nel film “Poveri ma Ricchi” e nel sequel “Poveri ma Ricchissimi”. È grazie a queste esperienze che prendo consapevolezza della mia vera passione: recitare. Decido così di provare a entrare al Centro Sperimentale di Cinematografia. Scopro di essere stata ammessa, ma contemporaneamente sono scelta per interpretare il ruolo di Virginia nella serie Netflix “Baby”. Proseguo il mio percorso accademico e, per quanto possibile, continuo a lavorare interpretando altri ruoli in “Che Dio ci aiuti”, “L’Allieva”, “Unlockdown”, “La famiglia reale”. Recentemente ho interpretato Lucrezia, protagonista in “Guilty Rebel” e attualmente si trova sul set della sesta stagione di Skam per Netflix.
Sono Stefania Palmisano, protagonista di Vivere e Cento Vetrine. Attualmente, oltre alla professione di attrice, mi occupo di relazione d'aiuto con il ruolo di counselor professionista che esercito con profonda passione. Una sorta di guida per chi, in una fase difficile, ha necessità di migliorare il rapporto con sé stesso e con l'ambiente circostante. Amo stare nella natura, a contatto con gli animali, e amo partecipare come artista a progetti importanti che portino alla bellezza, e alla consapevolezza di come “condividere” sia fondamentale in ogni campo della vita. Attualmente sto facendo nuovi provini, per ruoli interessanti che mi auguro si realizzino presto. Ho partecipato come attrice a film e serie TV: " Io, Arlecchino" di Matteo Bini e Giorgio Pasotti, “Il pranzo della domenica" di Carlo Vanzina. In televisione, invece, "Non uccidere", "Ris VIII", "Il commissario Rex", e "Vivere".
Piacere sono Laura Sellari, inizio studiando all'accademia teatrale CUT di Perugia con Ascanio Celestini, Nicolaj Karpov, Francis Pardheillan, Antonio Latella. In seguito decido di trasferirmi a Roma, dove mi diplomo alla Scuola di Teatro La Stazione, diretta da Claudio Boccaccini portando in scena più spettacoli con la sua regia. Mi avvicino anche al cinema frequentando diversi workshop in Italia e a New York con Susan Batson. Ho a cuore le tematiche sociali, sono fondatrice della Compagnia Segnali teatrali e collaboratrice di Alejandro Radawski sulla ricerca della violenza nelle dinamiche di coppia. Sono actor coach e istruttrice di mindfulness e credo fermamente che “…per fare arte bisogna prima essere un essere umano sensibile e in ascolto”. Ed è quello che auguro a mia figlia appena nata.
Mi chiamo Valentina Serrano, sono un insegnante di danza, una mamma, ma soprattutto una donna piena di sogni e voglia di scoprire dove posso arrivare. Ora forte e consapevole posso dire di non aver più paure. Ho frequenttato la scuola di teatro dell’Opera di Roma e l’Accademia Nazionale di danza. Ho ballato per l’Astra Roma Ballet di Diana Ferrara e con loro sono andata in tournée anche all’estero e poi ho lavorato con la compagnia di Gabriele Rossi. Adoro il teatro e scrivere. Amo ascoltare la musica classica, pop e hip pop. Dimenticavo, ho aperto anche una mia scuola di danza la “Dance Project “.
Sono Gaia Zucchi, attrice romana laureata in psicologia e successivamente diplomata al centro sperimentale di Cinematografia. Nel corso della mia carriera sono stata protagonista di svariate pellicole tra cui spiccano “Fermo Posta” di Tinto Bras e “I Volontari” di Domenico Costanzo e di numerosi spot pubblicitari firmati da Paolo Virzì e Marco Risi. Ho posato per numerose copertine internazionali e ho partecipato a diverse fiction televisive come “Carabinieri”, “Distretto di Polizia”, “Camera Cafè”. Anche il teatro è una mia passione! Sono stata diretta da grandi registi come Attilio Corsini e Luca Ronconi. Oggi presento il mio primo libro “La vicina di Zeffirelli” edito da De Nigris editori; una sorta di autobiografia costellata da racconti inediti della sua vita privata e del suo brillante percorso professionale.
Mi chiamo Fabrizio Zampollini in arte Brillo Funambolo. Già da bambino amavo l'equilibrio, stare sugli alberi come nel libro il “Barone rampante”. Ora, quel sogno, l’ho realizzato lavorando come attore di circo contemporaneo e classico. Tra le varie esperienze lavorative quelle più significative sono: lo spettacolo “Malamat”con il circo El Grito, dove mi esibisco sott’acqua rinchiuso in una cassa trasparente e Il circo Greca Orfei nello spettacolo “La casa di carta”. Come Funambolo, tra i vari festival europei, il “Valencia circo festival”. Amo quello che faccio perché ho scelto di farlo!
Filippo Montalto laureato in Economia Aziendale alla Sapienza di Roma è dottore commercialista e intraprende il suo percorso nel 2013 con Lime Film come CFO e diventa consulente delle più importanti società di produzione.
Valentina Di Giuseppe è laureata in Economia e Commercio alla Sapienza di Roma, dottore commercialista e revisore contabile, dottore di ricerca in Finanza di progetto, ha due master in Diritto Tributario e Progettazione comunitaria. Inizia la sua carriera nel 2001 come consulente teatrale e cinematografico per le maggiori società di produzione italiane. Dal 2009 produce con la propria società campagne marketing, spot pubblicitari e cortometraggi. Dal 2013 è socio della Lime Film.
Con la partecipazione di GISELLA BURINATO
KENIA ANAYA
GIADA GALLUZZO
MARIANNE LEONI
FULVIA LORENZETTI
FEDERICA LUCAFERRI
STEFANIA PALMISANO
LAURA SELLARI
VALENTINA SERRANO
GAIA ZUCCHI
FABRIZIO ZAMPOLLINI
KENIA ANAYA
GIADA GALLUZZO
MARIANNE LEONI
FULVIA LORENZETTI
FEDERICA LUCAFERRI
STEFANIA PALMISANO
LAURA SELLARI
VALENTINA SERRANO
GAIA ZUCCHI
FABRIZIO ZAMPOLLINI
Prodotto da ANDROMEDA FILM ED HELIOS FILM
Prodotto da FILIPPO MONTALTO e VALENTINA DI GIUSEPPE
Distribuzione Festival PREMIER FILM
Soggetto BENEDICTA BOCCOLI
Sceneggiatura BENEDICTA BOCCOLI
Regia BENEDICTA BOCCOLI
Fotografia SIMONE ZAMPAGNI
Presa diretta DAVIDE TARANTELLI
Costumi e scenografia LORENA CURTI
Musica di FRANCO ECO e FIORENZO CARPI
Montaggio GIANLUCA CRISTOFARI
Organizzatore generale LOREDANA MANILI
Opera realizzata con il sostegno della Regione Lazio - Fondo regionale per il cinema e l’audiovisivo
Opera realizzata con il patrocinio SUSAN G. KOMEN ITALIA - Associazione per la lotta ai tumori al seno
Opera realizzata con la collaborazione di FONDAZIONE LUCE’ ONLUS
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