TEATRO BINARIO 7 DI MONZA
DOPPIO APPUNTAMENTO PER IL WEEKEND
Per Teatro+Tempo Presente Valeria Perdonò porta in scena il suo Amorosi assassini. Facciamo finta di niente, dai per parlare di violenza di genere. Lo farà da donna, con il sorriso dell’ironia: mentre un uomo che la accompagnerà al pianoforte, discuterà delle storie di altre donne e dialogando con il pubblico tra documenti e musica, cronaca e poesia e attualità. Il 25 e il 26 novembre in sala Chaplin.
Venerdì 24, invece, per Teatro+Tempo Eventi, il primo appuntamento di Binario Danza: Sulla riva della notte, di e con Cristina Bucci (ma non solo).
AMOROSI ASSASSINI
Facciamo finta di niente dai…
di e con Valeria Perdonò
tastiere e live electronics Giacomo Zorzi
consulenza drammaturgica Cinzia Spanò
art director Federica Restani
produzione Ars Creazione e Spettacolo
Donne e violenza di genere: non facciamo finta di niente
Valeria Perdonò er Teatro+Tempo presente in occasione del 25 novembre
Come possono in una stessa frase convivere le parole “amore” e “assassino”? Possono. Purtroppo possono, perché la violenza sulle donne spesso viene confusa col troppo amore di un uomo verso una donna, e diventa, ogni giorno di più, protagonista delle nostre vite e delle più crudeli vicende di cronaca. Non perché prima non ci fossero così tanti episodi come negli ultimi anni: solo, perché finalmente se ne parla. In scena una donna che parla di donne con un uomo e insieme al pubblico. Una donna che pensa alle donne e a sé stessa. Fogli e un pianoforte, documenti e musica, cronaca e poesia, l’attualità col sorriso dell’ironia. La storia di Francesca Baleani fa da filo conduttore insieme a citazioni, canzoni e riflessioni. Da Esiodo alla Merini, da De Andrè a Gaber passando per Daniele Silvestri, Aristotele, Berkoff, il Trio Lescano senza lasciare indietro Lucio Dalla. Per dare una voce in più. Per non fare finta di niente, o almeno provarci. Per aprire una piccola riflessione sulla violenza sulle donne, sull'amore, o sulle donne e basta.
Note di regia a cura di Valeria Perdonò
Qualche anno fa il Telefono Rosa di Mantova mi chiese di occuparmi della questione: parlarne a teatro, recitare, raccontare, commentare. Ma io non sapevo da dove partire. Erano (e sono) troppi i casi. Tra tutti esiste però un comune denominatore: mariti, compagni o ex amanti che uccidono, e famiglie che spesso sotterrano e nascondono. Cominciai a leggere resoconti di omicidi, a guardare video-interviste, ad analizzare i dati, e poi mi capitò tra le mani “Amorosi assassini”, un saggio in cui vengono riportati episodi di violenza sulle donne avvenuti nel 2006. Da allora non ho più smesso di leggere, scrivere, parlare della questione “femmina“. Tra tutte le storie citate nel libro, però, una mi ha colpito in particolare: quella di Francesca Baleani, perché era l’unica che aveva un lieto fine, se così si può dire. Francesca è stata quasi uccisa dal suo ex marito, ma si è salvata per miracolo ed è riuscita a ricominciare una nuova vita. Per questo ho deciso di scrivere un monologo proprio partendo dalla sua storia, dalle sue stesse parole così piene di disperazione e, nonostante tutto, di lucidità e profonda ironia, con un meraviglioso attaccamento alla vita. La sua storia, inoltre, si è consumata in un ceto sociale benestante: il suo ex marito era il direttore del Teatro di Macerata, particolarmente in vista in città. Mi è sembrato importante usare proprio questo esempio per far cadere il luogo comune secondo cui certe violenze avvengano in contesti ai margini della società. Sono partita da questa storia e mi sono interrogata sulla faccenda in generale, su tutte le implicazioni che questo tipo di violenza determina, su cosa sia "violenza sulle donne" oggi, sul sessismo nel linguaggio e nei comportamenti sociali. Sono partita da una storia vera e mi sono chiesta: come si fa a raccontare una storia del genere? Quanto è importante raccontare, oggi? Che valore può ancora avere il teatro in questo? Ricordare per conoscere. Per andare avanti e non far finta di non vedere, di non sapere.
durata 70 minuti
date spettacoli
sabato 25 novembre alle 21
domenica 26 novembre alle 16
sala Chaplin
Biglietti disponibili online
intero 20 euro | ridotto 15 euro |under 18 6 euro
Biglietti disponibili con prenotazione
CartaEffe 17 euro | allievi Binario 7 10 euro
promozione Sguardi al femminile: scopri di più
“Per prima cosa deve saper di nuovo cadere,
abbandonarsi paziente al suo peso,
chi ebbe l’ardire di superare
tutti gli uccelli nel volo”
Rainer Maria Rilke
Attraverso la poetica del corpo si esplora il momento del disequilibrio e della caduta come passaggio evolutivo dell’essere umano. Una serie di domande esistenziali e di tentativi di risposte abbattono la distanza tra performer e spettatore, facendoli sentire parte dello stesso gioco.
La ‘riva della notte’ è uno spazio immaginario, da cui ci si affaccia verso l’immensità, oscura e inconoscibile. Sulla scena viene ritratto un momento di crisi, in cui il senso di solitudine e di confusione scavano nell’anima fino a svelare tesori nascosti. Nell’ora più buia in cui ci si ripiega su sé stessi, soli contro tutto, emerge una luce sottile che piano piano si fa strada, fino a irrompere come una nuova alba.
Commento a cura di Cristina Bucci
Quando si costruisce un assolo, il punto di partenza è la solitudine. Amara, perché all’inizio fa paura. E fa emergere tanti dubbi che poi si sciolgono quando si lascia libero spazio all’atto creativo. Il corpo comincia a muoversi come se ci fosse un angelo invisibile ad accompagnarne i gesti. Parole, suoni, ricordi, paesaggi interiori arrivano a sostenere, come un coro, la tua danza: improvvisamente non sei più solo.
TEATRO BINARIO 7
durata 45 minuti
data spettacolo
venerdì 24 novembre alle 20.30
sala Picasso
Biglietti disponibili online
intero 10 euro | ridotto 5 euro
Per info e prenotazioni:
Teatro Binario 7
via Filippo Turati 8, Monza
039 2027002 | biglietteria@binario7.org
Facciamo finta di niente dai…
di e con Valeria Perdonò
tastiere e live electronics Giacomo Zorzi
consulenza drammaturgica Cinzia Spanò
art director Federica Restani
produzione Ars Creazione e Spettacolo
Donne e violenza di genere: non facciamo finta di niente
Valeria Perdonò er Teatro+Tempo presente in occasione del 25 novembre
Come possono in una stessa frase convivere le parole “amore” e “assassino”? Possono. Purtroppo possono, perché la violenza sulle donne spesso viene confusa col troppo amore di un uomo verso una donna, e diventa, ogni giorno di più, protagonista delle nostre vite e delle più crudeli vicende di cronaca. Non perché prima non ci fossero così tanti episodi come negli ultimi anni: solo, perché finalmente se ne parla. In scena una donna che parla di donne con un uomo e insieme al pubblico. Una donna che pensa alle donne e a sé stessa. Fogli e un pianoforte, documenti e musica, cronaca e poesia, l’attualità col sorriso dell’ironia. La storia di Francesca Baleani fa da filo conduttore insieme a citazioni, canzoni e riflessioni. Da Esiodo alla Merini, da De Andrè a Gaber passando per Daniele Silvestri, Aristotele, Berkoff, il Trio Lescano senza lasciare indietro Lucio Dalla. Per dare una voce in più. Per non fare finta di niente, o almeno provarci. Per aprire una piccola riflessione sulla violenza sulle donne, sull'amore, o sulle donne e basta.
Note di regia a cura di Valeria Perdonò
Qualche anno fa il Telefono Rosa di Mantova mi chiese di occuparmi della questione: parlarne a teatro, recitare, raccontare, commentare. Ma io non sapevo da dove partire. Erano (e sono) troppi i casi. Tra tutti esiste però un comune denominatore: mariti, compagni o ex amanti che uccidono, e famiglie che spesso sotterrano e nascondono. Cominciai a leggere resoconti di omicidi, a guardare video-interviste, ad analizzare i dati, e poi mi capitò tra le mani “Amorosi assassini”, un saggio in cui vengono riportati episodi di violenza sulle donne avvenuti nel 2006. Da allora non ho più smesso di leggere, scrivere, parlare della questione “femmina“. Tra tutte le storie citate nel libro, però, una mi ha colpito in particolare: quella di Francesca Baleani, perché era l’unica che aveva un lieto fine, se così si può dire. Francesca è stata quasi uccisa dal suo ex marito, ma si è salvata per miracolo ed è riuscita a ricominciare una nuova vita. Per questo ho deciso di scrivere un monologo proprio partendo dalla sua storia, dalle sue stesse parole così piene di disperazione e, nonostante tutto, di lucidità e profonda ironia, con un meraviglioso attaccamento alla vita. La sua storia, inoltre, si è consumata in un ceto sociale benestante: il suo ex marito era il direttore del Teatro di Macerata, particolarmente in vista in città. Mi è sembrato importante usare proprio questo esempio per far cadere il luogo comune secondo cui certe violenze avvengano in contesti ai margini della società. Sono partita da questa storia e mi sono interrogata sulla faccenda in generale, su tutte le implicazioni che questo tipo di violenza determina, su cosa sia "violenza sulle donne" oggi, sul sessismo nel linguaggio e nei comportamenti sociali. Sono partita da una storia vera e mi sono chiesta: come si fa a raccontare una storia del genere? Quanto è importante raccontare, oggi? Che valore può ancora avere il teatro in questo? Ricordare per conoscere. Per andare avanti e non far finta di non vedere, di non sapere.
durata 70 minuti
date spettacoli
sabato 25 novembre alle 21
domenica 26 novembre alle 16
sala Chaplin
Biglietti disponibili online
intero 20 euro | ridotto 15 euro |under 18 6 euro
Biglietti disponibili con prenotazione
CartaEffe 17 euro | allievi Binario 7 10 euro
promozione Sguardi al femminile: scopri di più
In sala Picasso il primo appuntamento di Binario Danza
Il 24 novembre con Cristina Bucci
Il 24 novembre con Cristina Bucci
SULLA RIVA DELLA NOTTE
“Per prima cosa deve saper di nuovo cadere,
abbandonarsi paziente al suo peso,
chi ebbe l’ardire di superare
tutti gli uccelli nel volo”
Rainer Maria Rilke
Attraverso la poetica del corpo si esplora il momento del disequilibrio e della caduta come passaggio evolutivo dell’essere umano. Una serie di domande esistenziali e di tentativi di risposte abbattono la distanza tra performer e spettatore, facendoli sentire parte dello stesso gioco.
La ‘riva della notte’ è uno spazio immaginario, da cui ci si affaccia verso l’immensità, oscura e inconoscibile. Sulla scena viene ritratto un momento di crisi, in cui il senso di solitudine e di confusione scavano nell’anima fino a svelare tesori nascosti. Nell’ora più buia in cui ci si ripiega su sé stessi, soli contro tutto, emerge una luce sottile che piano piano si fa strada, fino a irrompere come una nuova alba.
Commento a cura di Cristina Bucci
Quando si costruisce un assolo, il punto di partenza è la solitudine. Amara, perché all’inizio fa paura. E fa emergere tanti dubbi che poi si sciolgono quando si lascia libero spazio all’atto creativo. Il corpo comincia a muoversi come se ci fosse un angelo invisibile ad accompagnarne i gesti. Parole, suoni, ricordi, paesaggi interiori arrivano a sostenere, come un coro, la tua danza: improvvisamente non sei più solo.
TEATRO BINARIO 7
durata 45 minuti
data spettacolo
venerdì 24 novembre alle 20.30
sala Picasso
Biglietti disponibili online
intero 10 euro | ridotto 5 euro
Per info e prenotazioni:
Teatro Binario 7
via Filippo Turati 8, Monza
039 2027002 | biglietteria@binario7.org
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