Post Più Recenti

.

martedì 23 luglio 2024

IL 21 SETTEMBRE 2024
VERRA' INAUGURATO
IL TEATRO RENATO BORSONI DI BRESCIA

Il 2024 è un anno particolarmente significativo per il Centro Teatrale Bresciano e per la storia culturale e artistica della città di Brescia che vede intrecciarsi due eventi capitali, connessi tra loro.

Ricorrono quest’anno i cinquant’anni dalla fondazione del CTB, teatro Stabile della città, punto di riferimento del territorio e ai vertici nazionali per la produzione dello spettacolo dal vivo. Nell’estate del 1974, infatti, il CTB riceveva il testimone dalla Compagnia della Loggetta, straordinario gruppo di giovani che negli anni Sessanta fece di Brescia una fucina di avanguardia all’attenzione dei dibattiti nazionali. Da quell’eredità sarebbe nato il primo teatro a iniziativa pubblica di Brescia, oggi Teatro di Rilevante Interesse Culturale riconosciuto dal Ministero della cultura, tra i più importanti della scena teatrale italiana.

Tra i fondatori di quella straordinaria Compagnia c’era Renato Borsoni. Anima creativa, pensatore, intellettuale, teatrante, testa geniale che contribuì in maniera decisiva all’affermazione della Loggetta e che fu tra i visionari sostenitori dell’idea che, trascorsi gli anni sperimentali, fosse divenuto necessario creare un teatro pubblico a Brescia, per custodire e far crescere quell’esperienza libera e spericolata. Così, nel 1974, Borsoni fu uno dei firmatari dell’atto di costituzione del CTB: con la sua direzione artistica e il suo talento, il teatro a Brescia continuò la sua prodigiosa storia.

Oggi come allora, a cinquant’anni da quell’estate, il Centro Teatrale Bresciano compie un ulteriore fondamentale passo: apre un nuovo teatro, il Teatro Renato Borsoni, in via Milano, 83.

Sulle tracce della sua eredità, il CTB si fa nuovamente interprete di uno straordinario slancio verso il futuro, dando prova della sua non comune capacità di evoluzione, del profondo senso della contemporaneità che lo caratterizza e di un’audacia nel fronteggiare le nuove sfide che, sin dalle sue origini, sono tratti distintivi della sua identità.

Un fondamentale passo che il CTB compie insieme a Brescia. Culla di questo teatro, la città e i suoi cittadini sono i protagonisti di questo percorso: l’obiettivo è proseguire la storia culturale e comunitaria iniziata cinquant’anni fa, una storia che il CTB ha la responsabilità di alimentare e costruire, ogni singolo giorno.

E così, Brescia ha un nuovo teatro. È il Teatro Renato Borsoni!

BRESCIA HA UN NUOVO TEATRO 

Grazie alla lungimiranza dell’amministrazione del Comune di Brescia, la città inaugura un nuovo spazio dedicato all’arte e alla cultura, un evento tra i più rari da sperimentare di questi tempi. Il Teatro Renato Borsoni, di proprietà del Comune di Brescia, diventa la terza sala a gestione diretta del CTB dopo il Teatro Sociale e il Teatro Mina Mezzadri.

È un teatro di nuova costruzione, progettato dall’architetto Camillo Botticini, cardine del piano di rigenerazione urbana nato nell’alveo di Oltre la Strada, il progetto del Comune di Brescia a sostegno della valorizzazione del benessere e della qualità della vita partecipata in una delle periferie più difficili della città, quella di via Milano. Un intervento che ha dato luogo a diverse azioni di riqualificazione che, in questi anni, hanno modificato significativamente la vita del quartiere.

Il nuovo Teatro Borsoni è parte fondamentale di questo ambizioso piano che vede le attività culturali e, in particolare, il teatro, apportatrici di novità e processi di rilevanza imprescindibile: l'attivazione e la gestione del nuovo Teatro Borsoni da parte del CTB sarà presidio culturale, di identità, di miglioramento dell'area.

Al civico 83 di via Milano, sulle ceneri della fabbrica Ideal Clima, nasce un concentrato di architettura, infrastrutture energetiche, servizi digitali che lo rendono un unicum nel panorama nazionale e un prototipo per luoghi della cultura sicuri, sostenibili, pienamente accessibili. Oltre a essere un edificio ad autonomia energetica, presenta un approccio evoluto di “smart building”, per un ambiente confortevole, in grado di far risparmiare energia e garantire i massimi livelli di sicurezza. Il Teatro Borsoni in piena attività offrirà in tutto due sale per gli spettacoli, con area ristoro indipendente, uffici, camerini, nuovi spazi urbani esterni.

La sala principale è intitolata Sala Castri (da 312 posti) in omaggio a uno dei più grandi registi italiani, tra i protagonisti della storia di questo teatro, e al suo particolarissimo rapporto con Renato Borsoni. Il direttore artistico del CTB, infatti, fu per Massimo Castri un vero e proprio sodale con cui lavorò gomito a gomito sin dal 1973 e con cui realizzò alcuni degli spettacoli più importanti della sua produzione.

L’isola che non c’è (da 169 posti), invece, è il nome della seconda sala: un titolo fantastico che riporta a un luogo più raccolto e sperimentale, dedicato anche a progetti per bambini e giovani.

L’IDENTITÀ DEL BORSONI E LA STAGIONE INAUGURALE

Il Teatro Renato Borsoni verrà inaugurato il 21 settembre 2024.

Dopo la cerimonia ufficiale – di cui verrà comunicato il programma dettagliato in seguito – inizierà la Stagione inaugurale organizzata dal Centro Teatrale Bresciano.

Un palinsesto di appuntamenti per far conoscere alla città il nuovo spazio e presentarne l’identità.

Nell’immaginare la “Stagione zero” del Borsoni, infatti, il CTB ha voluto soprattutto iniziare a dare forma concreta all’anima di questo nuovo luogo, delineandone la missione e l’ambizione, precisando le ispirazioni e i nutrimenti dei progetti in scena. Per il CTB una grande occasione di ascolto delle istanze della città e, contemporaneamente, di apertura verso nuovi orizzonti, per continuare a progettare il teatro di domani.

Tra i primi asset della sua identità, il quartiere in cui sorge e il suo legame con esso. Un teatro come il Borsoni, infatti, nato in un luogo di confine, non può che riflettere proprio sulle meccaniche e le sollecitazioni di quel luogo: ne sarà portavoce ed espressione, con un’attenzione forte rivolta al teatro sociale d’arte.

Un teatro, poi, che nella contaminazione trova la propria anima: contaminazione sia nel contenuto che nella forma, tra le arti, tra le persone, tra le visioni, in ricerca di una sintesi che sappia far crescere il pensiero e le nuove generazioni.

Sarà un teatro che fa del viaggio la sua essenza: un posto permeabile a influenze diverse, dove le arti trovano una sintesi piena e armonica.

Un teatro dedicato anche ai più piccoli e ai giovani, perché possano sperimentare la fantasia e la libertà di un luogo in cui è possibile sognare e raccontare il mondo.

Il CTB è quindi orgoglioso di presentare la Stagione inaugurale del Teatro Borsoni, curata da Paolo Bignamini, regista che da diversi anni collabora con lo Stabile cittadino.

Un calendario di 12 spettacoli che si svolgeranno dal 21 settembre fino al 23 novembre 2024 nella Sala Castri e ne L’isola che non c’è in cui troviamo la prosa dialogare con la musica, etnica, classica e contemporanea, in cui i temi del mito e della grande storia si combinano ai racconti della cultura popolare e ai percorsi del pensiero e dell'arte, con riflessioni sull’uomo e sul mondo di oggi, insieme ad appuntamenti dedicati ai bambini.

Una Stagione in cui artisti di rilievo internazionale e nazionale, alcuni legati da un lungo rapporto di collaborazione con il CTB, si alternano a preziose realtà locali, con un’attenzione ai giovani e al teatro sociale d’arte.

Dodici titoli per un viaggio che vuole essere beneaugurante, ma anche consapevole: per sapere da dove partiamo e scoprire insieme quali mete potremo raggiungere.

Tutti gli appuntamenti inizieranno alle ore 20.30, salvo la replica del 22 settembre che inizierà alle ore 15.30, e si svolgeranno nella Sala Castri. Gli eventi dedicati ai bambini, invece, avranno inizio alle ore 11.00 e si svolgeranno ne L’isola che non c’è.

Per rendere ancora più accessibile l’offerta e favorire il pubblico, il CTB ha studiato biglietti con prezzi popolari e riduzioni (si va dai 5€ ai 15€), acquistabili a partire dal 3 settembre su www.ctb.vivaticket.it, presso il Punto vendita CTB in Piazza della Loggia e alla Biglietteria del Teatro Borsoni, negli orari di apertura.

Per tutte le informazioni è consultabile il sito www.centroteatralebresciano.it; t. 030 2928617; e-mail teatroborsoni@centroteatralebresciano.it.

Si inizia il 21 settembre alle ore 20.30 con la serata inaugurale che vede Rahmin Bahrami e Gioele Dix protagonisti di 30 per 100, un progetto singolare con il grande pianista di origini iraniane sul palcoscenico insieme al noto attore milanese; la replica del 22 settembre inizierà alle ore 15.30. Attraverso l’ironia che caratterizza i due artisti – legati da grande stima e amicizia – lo spettacolo vedrà i folgoranti “romanzi in una pagina” contenuti in Centuria – piccolo capolavoro della letteratura italiana, scritto da Giorgio Manganelli – incontrare le maestose Variazioni Goldberg di Johann Sebastian Bach. Due serate all’insegna della musica e della parola teatrale, tra risate e sonorità altissime.

In base all’accordo tra Centro Teatrale Bresciano e A2A (che da anni è tra i sostenitori dell’ente), il ricavato della seconda replica verrà devoluto al Banco dell’energia, ente Filantropico costituito nel 2016 da A2A che sostiene le persone in situazioni di vulnerabilità economica e sociale, con particolare attenzione alla povertà energetica.

Si prosegue il 24 settembre con Paolo Jannacci che presenta il suo In concerto con Enzo. Una serata tra musica jazz e canzoni d’autore. Un appuntamento dedicato al ricordo della musica e dell’ironia che hanno reso Enzo Jannacci (padre di Paolo) uno dei cantautori più amati della musica italiana. Insieme alla band che ha accompagnato Enzo durante la sua carriera – Stefano Bagnoli batteria e percussioni, Marco Ricci contrabbasso e basso elettrico, Daniele Moretto tromba / flicorno e cori –, Paolo racconta il mondo del padre attraverso aneddoti, ironia e la sua indimenticabile musica.

Eccellenza musicale della città, il Conservatorio Luca Marenzio di Brescia raccoglie la sfida di inaugurare il palcoscenico del Teatro Borsoni con gli imponenti Carmina Burana di Carl Orff. La cantata scenica, scritta tra il 1936 e il 1937, per soprano, tenore, baritono, coro misto, coro di voci bianche, sarà eseguita nella versione per due pianoforti, timpani e percussioni con la direzione di Silvio Baracco, il 27 e 28 settembre.

Nel palinsesto della Stagione, anche una tappa della quinta edizione del Festival De André promosso da Cieli Vibranti, realizzata in collaborazione con il CTB, con un concerto che combina la musica alla recitazione: l’1 e 2 ottobre, infatti, andrà in scena Creuza de mä. 40 anni, un Mediterraneo. Il rivoluzionario album di De André e Pagani, che celebra quest'anno il suo quarantesimo anniversario, racconta il Mediterraneo: lo spettacolo ripropone dal vivo tutte le canzoni del disco, accompagnate da un monologo che offre un controcanto sul Mediterraneo contemporaneo, segnato dalle rotte delle migrazioni e dagli sbarchi. Sul palcoscenico: Alessandro Adami voce e chitarra, Mario Arcari ai fiati, Maurizio Giannone alle percussioni e cori, Roberto Giannone alla chitarra, Stefano Zeni al violino e un attore in via di definizione.

Prima produzione firmata Centro Teatrale Bresciano in scena al Borsoni è La locandiera. A long play, dal 4 al 6 ottobre. Protagonisti della rivisitazione del capolavoro di Goldoni sono Mille, nome d’arte di Elisa Pucci, artista poliedrica dotata di uno stile originale, retrò e anticonformista insieme, vincitrice del Premio della Critica Musicultura 2021 e tra i partecipanti delle ultime tre edizioni del Concerto del Primo Maggio, e il duo La Scapigliatura che rivisita la canzone italiana d'autore con sonorità elettroniche, ricercate e contemporanee, Targa Tenco nel 2015 come migliore opera prima.

Con La locandiera, nel 1752, Goldoni firma un manifesto di rivoluzione teatrale e uno dei testi più fortunati mai scritti. Per questo nuovo allestimento, il regista Paolo Bignamini e l’autrice Giulia Asselta (premio Giovanni Testori 2023) scelgono la via del “concerto teatrale”. Mirandolina racconta, infatti, la sua storia prendendo in prestito le canzoni d’amore della tradizione cantautorale italiana, rivisitate in chiave contemporanea e innestate, senza soluzione di continuità, nella drammaturgia goldoniana. Da Nada a Loredana Bertè, da Marco Ferradini a Vasco Rossi, da Luigi Tenco a Lucio Battisti: un viaggio nella musica e nelle parole che trasfigura il testo di Goldoni, esacerbando le dinamiche sentimentali della commedia e mettendone in evidenza il cortocircuito di fondo.

Lucilla Giagnoni, tra le artiste più amate dal pubblico bresciano e protagonista di molte Stagioni del CTB, presenta il suo Djoniso, dall’8 al 10 ottobre. Sul palcoscenico del Borsoni insieme ad Alessio Bertallot – cantante, critico e DJ – Giagnoni intreccia, attraverso le antiche tragedie greche, i miti, i canti orientali e le esperienze musicali contemporanee, con brani di Amy Winehouse, Lou Reed, Franco Battiato, Brian Eno, John Luther Adams. Un viaggio tra musica e parole sulle tracce di Dioniso.

Il 13 ottobre è la volta di una stella internazionale del desert blues e della wolrd music: Goumour Almoctar, in arte Bombino, sarà sul palcoscenico del Teatro Borsoni per Bombino in concerto, primo appuntamento di Café Tassili. Rassegna di suoni contemporanei da Oriente a Occidente a cura di Marco Obertini. Originario del Niger, autodidatta, il giovane Goumour un giorno prende in mano una chitarra dimenticata dai parenti e, piano piano, esercitandosi, scopre la sua più grande passione. Attratto dalle influenze di Jimi Hendrix e Mark Knopfler, Bombino studia le loro tecniche fino a farle diventare sue, assimilando quelle sonorità tipiche degli anni '60-'70 e inserendole in un contesto rock-blues di matrice americana, arricchito da vocalismi in Tamasheq, la lingua Tuareg. Un concerto esplosivo che vedrà l’artista nigeriano dividere il palco con Youba Dia al basso e cori, Kawissan Mohamed Alhassan alla chitarra e cori, Corey Wilhelm alla batteria. Apriranno la serata i Gemini Blue, gruppo originario del Lago di Garda formato da Osasmuede Aigbe (chitarra e voce) e Giacomo Sansoni (batteria).

Due tra le realtà bresciane più attive nel teatro sociale d’arte presentano sul palcoscenico del Teatro Borsoni le loro proposte.

Teatro19 / Compagnia Laboratorio Metamorfosi, dal 19 al 21 novembre, sarà protagonista di Macbellum. La guerra dentro tratto da Macbetto di Giovanni Testori, regia e adattamento di Francesca Mainetti, con Valeria Battaini, Gianpaolo Corti, Daniele Gatti, Giovanni Lunardini, Roberto Lunardini, Mariagiulia Manni, Roberta Moneta, Francesca Valenti, Giusy Zanini. Un lavoro che prova a riflettere sul male nell’essere umano e sulla violenza della guerra, nuovamente presente in Europa. Amplificata dal linguaggio testoriano, la figura di Macbeth diventa pretesto per indagare la strada dell’autodistruzione, che la volontà di dominio sul prossimo e sulla natura può portare a percorrere. Uno spettacolo partecipato dalle attrici e dagli attori non professionisti della compagnia, anche utenti dei servizi per salute mentale di cui la realtà si occupa attivamente attraverso la sua attività teatrale.

Somebody Teatro della diversità presenta Ora d’aria. Uno spettacolo liberamente ispirato all’atto unico “I fantasmi” di Luigi Pirandello a cura di Beatrice Faedi. Il 23 novembre, alla maniera Somebody, una moltitudine di attrici e attori di varie generazioni e provenienza, con una particolare attenzione a persone fragili e con esperienze di vita ai margini, sarà protagonista di uno spettacolo che, grazie ai personaggi di Pirandello, tenta la strada del racconto di sé attraverso il teatro.

Nella Stagione inaugurale del Teatro Borsoni anche appuntamenti dedicati ai più piccoli, con tre spettacoli che si svolgeranno il 29 settembre, 6 e 13 ottobre e che fanno parte della rassegna curata da Teatro Telaio Storie in famiglia – speciale piccolissimi. Si tratta, infatti, di tre titoli dedicati a bimbi a partire da un anno di età e alle loro famiglie.

Il primo spettacolo si intitola Mi piace, di e con Maria Giulia Campioli e Claudio Mariotti, e racconta la storia di Maria Giulia che, ogni sera, si addormenta con il sogno di coltivare un fiore colorato: riceverà in dono un seme dall’omino dei sogni, e imparerà a prendersene cura. Lo spettacolo è per i bambini da 1 a 5 anni.

Il 6 ottobre protagonista sarà un “quadrato bambino” di nome Quadrotto, nato grazie alla curiosità e dalla curiosità spinto a conoscere e a esplorare il mondo: incontrerà Tondino e insieme scopriranno la bellezza dell’amicizia. In scena Pasquale Buonarota e Alessandro Pisci. Quadrotto, tondino e la luna è dedicato a bimbi tra i 2 e i 7 anni.

Infine, l’ultimo appuntamento sarà con BRUM! Partendo dalle suggestioni visive dell’acqua che si riverberano su una tela bianca, Pietro Fenati ed Elvira Mascanzoni, accompagnati da una serie di musiche che vanno da Satie a Cage, reinventano una specie di mondo immaginario dove l’infanzia regna sovrana e che si esprime con una sola parola: “brum” appunto, motto incomprensibile, ma che racchiude spazi interpretativi immensi che il teatro rende visibili. Dedicato a bambini di età compresa tra i 2 e i 6 anni.

Informazioni:

Centro Teatrale Bresciano
030 2928617
teatroborsoni@centroteatralebresciano.it
www.centroteatralebresciano.it

BIGLIETTI

Spettacoli: 30 per 100* – In concerto con Enzo – Bombino in concerto – La locandiera – Djoniso

Intero €15

Ridotto Under 25 e Over 65 €10

*Biglietti in vendita solo per la recita del 22 settembre

Spettacoli: Carmina Burana – Creuza de mä – Macbellum – Ora d’aria

Intero €10

Ridotto Under 25 e Over 65 €5

Spettacoli per bambini Storie in famiglia

Adulti e bambini €5

MODALITÀ DI ACQUISTO

I biglietti sono in vendita a partire dal 3 settembre 2024

Online:

Sul sito www.vivaticket.it e in tutti i punti vendita del circuito VIVATICKET

In Biglietteria, secondo i seguenti orari:

> Punto vendita CTB

Piazza della Loggia, 6 – Brescia
da martedì a venerdì dalle ore 10.00 alle ore 13.00 (escluso i festivi)

> Biglietteria del Teatro Renato Borsoni
Via Milano, 83 – Brescia

Aperta solo nei giorni di spettacolo, dalle ore 17.00 alle 20.30 e dalle ore 10.30 nei giorni degli spettacoli per i bambini.

INFORMAZIONI

Teatro Renato Borsoni
biglietteria@centroteatralebresciano.it
teatroborsoni@centroteatralebresciano.it
t. 030 2928609; 030 2808600
www.centroteatralebresciano.it

21 settembre 2024 – ore 20.30 | Sala Castri
22 settembre 2024 – ore 15.30 | Sala Castri

30 PER 100

con Ramin Bahrami e Gioele Dix
musiche dalle Variazioni Goldberg di Johann Sebastian Bach
testi da Centuria di Giorgio Manganelli
un progetto Retropalco srl

A volte, seguendo percorsi difficili da spiegare, due mondi apparentemente lontani si incontrano e creano qualcosa di nuovo… In questo progetto, per la verità, sono diversi gli incroci coraggiosi e inattesi, in primo luogo quelli che danno origine al titolo: i folgoranti “romanzi in una pagina” contenuti in Centuria - piccolo capolavoro della letteratura italiana del XX secolo scritto da Giorgio Manganelli - incontrano le Variazioni Goldberg di Johann Sebastian Bach.

Trenta variazioni musicali costituiscono le Variazioni Goldberg di Bach e Cento è il numero di microstorie contenute nella Centuria di Manganelli: da cui il titolo “30 per 100”, una divertita indicazione matematica, che prova a dare una dimensione a ciò che non è misurabile: l’arte, la sorpresa, la musica, l’incontro vertiginoso di mondi lontani.

E poi l’incontro fra due artisti così diversi avvenuto grazie alla stima e al visibile affetto reciproco: un musicista curioso delle parole come Ramin Bahrami e un attore affascinato dalla musica come Gioele Dix danno vita a una nuova lingua comune tra musica e letteratura.

La naturale comicità e l’istrionica padronanza del palco dell’attore milanese incontrano il virtuosismo di un maestro del pianoforte come Bahrami che si rivela un’irresistibile spalla per le improvvisazioni e la comica affabulazione del compagno di scena.

Un progetto ricco di divertimento e di profondità, che intreccia storie vere e inventate da due artisti in stato di grazia che sanno affrontare e trasformare una materia artistica complessa con ammirevole leggerezza.

Le Variazioni Goldberg (BWV 988), composte a Norimberga da Johann Sebastian Bach fra il 1741 e il 1745, sono un'opera per clavicembalo costruita da un'aria e 30 variazioni. Con L’arte della Fuga costituiscono uno degli apici creativi e compostivi nell’intera storia della musica per tastiera: una vertiginosa struttura matematico-ritmica che, come spesso è stato scritto a proposito delle opere di Bach, sembra riprodurre l’armonia e il senso delle sfere celesti.

Centuria di Giorgio Manganelli (Milano, 1922-1990), pubblicato per Rizzoli nel 1979 e ripubblicato da Adelphi nel 1995, raccoglie 100 microstorie, un catalogo fantastico animato da personaggi surreali che coglie il piglio dello scrittore milanese. Figura tra le più interessanti dell’avanguardia letteraria italiana, sottile e ironico, amante dei paradossi fulminanti che svelano improvvise voragini del senso, Manganelli seguì sempre una sua rivoluzionaria idea di letteratura come grande inganno, creata da ignari mentitori, gli scrittori, che credono di dominare le parole mentre ne sono inconsapevolmente posseduti.

24 settembre 2024 – ore 20.30 | Sala Castri

IN CONCERTO CON ENZO

Una serata tra musica jazz e canzoni d’autore
Paolo Jannacci voce e pianoforte
Stefano Bagnoli batteria e percussioni
Marco Ricci contrabbasso e basso elettrico
Daniele Moretto tromba / flicorno e cori

"Tantissimi amici hanno chiesto di potermi ascoltare in concerto, facendo vivere ancora le canzoni del papà, pensando che io fossi la persona più indicata per farlo.

Ho deciso di offrire al pubblico uno spettacolo di canto e musica, che comprende il mio repertorio di brani jazz originali e le canzoni di Enzo più care al pubblico e alla mia famiglia.

Sarà uno spettacolo pieno di energia poetica e musicale: oltre che dare tutta la mia energia suonando il pianoforte, ricorderò mio padre e cercherò di farlo conoscere a chi non ha mai sentito parlare di lui.

Durante lo spettacolo non ci saranno tanti fronzoli; solo il reale della musica, che spero arrivi dritta al cuore di chi l'ascolta”.

Paolo Jannacci

Paolo Jannacci (pianista e compositore), classe 1972, studia lingue, filosofia e musica (pianoforte e arrangiamento). Diventa un musicista professionista dal 1988. Vanta collaborazioni con artisti del calibro di Dario Fo, Paolo Conte, Chico Buarque, Ornella Vanoni, Claudio Bisio, Massimo Ranieri, J-Ax e soprattutto con il padre Enzo. Poliedrico, compone per il teatro, il cinema e la pubblicità. Ha recitato per A. Dalatri (La Febbre) e i Fratelli Vanzina (South Kensington). Come arrangiatore ha prodotto tutti i dischi di Enzo Jannacci dal 1994 al 2013. È stato il direttore musicale e pianista per tre stagioni di Zelig con Claudio Bisio dal 2010 al 2012, oltreché pianista e performer per J-Ax dal 2015. Svariate le apparizioni in tv, da Maurizio Costanzo Show a Domenica In, passando per Festivalbar nel 1991, Totò di Renzo Arbore, Babele di Corrado Augias, Festival di San Remo nel 1994, 1998, 2004, I migliori Anni di Carlo Conti, Che tempo che fa di Fabio Fazio, Premio Tenco nel 1996, 1998, 2002, 2003, 2005, 2023, M.B.U. Milano Bolgia Umana di Enzo Jannacci (direttore musicale) nel 1997. Tra le onorificenze più importanti: Targa Tenco: 2002 (miglior canzone italiana Lettera da lontano), 2004 (miglior canzone italiana L’uomo a metà), 2005 (migliore album Milano 3-6-2005), 2020 (Canterò album-migliore opera prima). Diversi gli album pubblicati da solista tra il 1999 e il 2020, oltre a due libri editi da Mondadori. Suona attivamente jazz e pop con le sue formazioni in duo/trio/quartetto e nel tributo permanente a E. Jannacci: "In Concerto con Enzo". Insegna musica d’insieme al CPM (Milano) di Franco Mussida. Nel 2024 presenta, come ospite, insieme a Stefano Massini L'uomo nel lampo alla 74esima edizione del Festival di Sanremo: un brano, prodotto da Maurizio Bassi, dedicato alla tragedia dei morti sul lavoro (scritto da M. Bassi, P. Jannacci e S. Massini).

27 e 28 settembre 2024 – ore 20.30 | Sala Castri

CARMINA BURANA

Cantoribus et choris cantandae
comitantibus instrumentis atque imaginibus magis
Cantata per soprano, tenore, baritono, coro misto, coro di voci bianche, due pianoforti, timpani e percussioni
di Carl Orff
Coro misto, Coro Marenzio e Coro di voci bianche
del Conservatorio Luca Marenzio di Brescia
Claudia Muschio soprano
Francesco Ferrari voce bianca solista
Michael Zeni baritono
I percussionisti del Conservatorio
Ilaria Cavalleri, Elisea Perini pianoforte
Silvio Baracco direttore

Il Conservatorio Luca Marenzio di Brescia presenta i Carmina Burana di Carl Orff. Composti tra il 1936 e il 1937, si sviluppano in un prologo e tre atti il cui testo è costituito da canzoni profane. Canti goliardici di varia provenienza che riflettono l'irrequietezza intellettuale e le più disparate esperienze di vita degli studenti vissuti tra l’XI e il XII secolo: legati agli studia dei conventi e costretti a spostarsi da un luogo all'altro prima di trovare la necessaria stabilità, sono protagonisti di storie di felicità e di dolore, d'amore, di vizi e di passioni.

Le melodie originali segnate sul manoscritto si rivelarono, al loro ritrovamento, di difficile comprensione; Orff creò per la sua cantata scenica una musica chiaramente ancorata alla tonalità, di notevole incisività ritmica, in cui le parti vocali sono trattate a blocchi e, rifiutando gli intrecci contrappuntistici, si muovono prevalentemente per terze, ottave, quarte e quinte parallele. La composizione acquista così un carattere popolaresco e arcaicizzante, senza puntare alla ricerca filologica o archeologica, ma con l’obiettivo da parte dell'autore di conservare i valori del passato, dimostrandone la perenne validità, in un'opera in cui poesia e musica sono inscindibili.

1 e 2 ottobre 2024 – ore 20.30 | Sala Castri

CREUZA DE MÄ. 40 ANNI, UN MEDITERRANEO

Alessandro Adami voce e chitarra
Mario Arcari fiati
Maurizio Giannone percussioni e cori
Roberto Giannone chitarra
Stefano Zeni violino
e un attore in via di definizione
Concerto inserito nel palinsesto della V Edizione
del Festival De André
promosso da Cieli Vibranti
realizzato in collaborazione con Centro Teatrale Bresciano

In collaborazione con il Centro Teatrale Bresciano, la quinta edizione del Festival De André presenta uno spettacolo teatrale e musicale inedito dedicato a Creuza de mä, il rivoluzionario album di De Andrè e Pagani, che celebra quest'anno il suo quarantesimo anniversario e che racconta il Mediterraneo, con le sue antiche storie di mare e il suo intreccio di popoli e culture.

Lo spettacolo ripropone dal vivo tutte le canzoni del disco, accompagnate da un monologo che offre un controcanto sul Mediterraneo contemporaneo, segnato dalle rotte delle migrazioni e dagli sbarchi.

Uno spettacolo che parlerà delle "crêuze" antiche e nuove: mulattiere di un Mediterraneo, culla di poesia, musica, bellezza, ma anche di sofferenza e infinita speranza.

4, 5 e 6 ottobre 2024 – ore 20.30 | Sala Castri

LA LOCANDIERA

A long play
da Carlo Goldoni
concerto teatrale con Mille e La Scapigliatura
ideazione e regia di Paolo Bignamini
drammaturgia e aiuto regia Giulia Asselta
direzione musicale La Scapigliatura
scene e costumi Anusc Castiglioni
produzione Centro Teatrale Bresciano
con il sostegno del festival I libri sulla scena di Friburgo
progetto Classici e scena oggi a cura di Paola Ranzini
– Institut Universitaire de France e Avignon Université

Con La locandiera, nel 1752, Goldoni firma un manifesto di rivoluzione teatrale e con esso una delle più fortunate commedie nella storia del teatro, attestandone un ruolo decisivo nell’immaginario della nostra cultura.

Su Mirandolina è stato detto e realizzato molto, e numerose e celebri ne sono state, e tuttora ne sono, le interpreti e le chiavi di interpretazione. Tutta la nostra attenzione si è concentrata su di lei, tesa a cogliere, tra la vivacità, la forza e l’intelligenza del suo personaggio, la posta in gioco.

In un mondo in cui si sta assistendo all’affermazione della nuova classe borghese, che mette al centro del suo sistema di valori il lavoro, c’è ancora spazio per l’amore e per la passione? E di che tipo di amore stiamo parlando?

La commedia brulica di topoi appartenenti all’era dell’amor cortese: quell’idea di amore non appare più così credibile, ma quasi ridicola, arrivando persino a diventar macchia di se stessa a tratti, nel medesimo modo in cui i personaggi intorno a Mirandolina si configurano come caricature di un’epoca che ormai sta scomparendo. Mirandolina si trova, pertanto, nella condizione vertiginosa di chi, per adeguare il passo al cambiamento del mondo in cui vuole vivere, dovrebbe lasciare indietro un mondo altrettanto grande. Si consuma un'incompatibilità, l’impossibilità di integrare due sistemi di valori in transizione opposta; emerge, allora, una necessaria esigenza di riposizionamento: che senso resta, che ruolo rimane per l’amore, con cui pure ci si trova a fare i conti?

Quello che Goldoni ci presenta come la descrizione di un gioco di seduzione sembra, dunque, suggerire molto di più: una crisi individuale – “vedo in pericolo la mia riputazione e la mia vita medesima” – che suona come il riverbero di un mondo che sta perdendo il suo equilibrio e che è prossimo al collasso. E se Mirandolina si fosse innamorata davvero del cavaliere misogino che seduce per sfida? A che cosa avrebbe dovuto rinunciare per seguire il suo sentimento e deviare dalla strada per lei già tracciata? Quali conseguenze avrebbe avuto per i simboli in gioco – le classi sociali, le questioni di genere, la storia stessa della convenzione teatrale – rompere lo schema della commedia?

Ne La locandiera – A long play Mirandolina racconta la sua storia prendendo in prestito le canzoni d’amore della tradizione cantautorale italiana, rivisitate in chiave contemporanea e innestate, senza soluzione di continuità, nella drammaturgia goldoniana. Un viaggio nella musica e nelle parole che trasfigura il testo di Goldoni, esacerbando le dinamiche sentimentali della commedia e mettendone in evidenza il cortocircuito di fondo.

Paolo Bignamini dirige, in questo inedito percorso, un trio musicale di eccellenza: la cantautrice Mille (Premio della Critica Musicultura 2021) e il duo La Scapigliatura (Targa Tenco nel 2015 come migliore opera prima). La drammaturgia è a cura di Giulia Asselta (Premio Giovanni Testori 2023).

8, 9 e 10 ottobre 2024 – ore 20.30 | Sala Castri

DJONISO

di e con Lucilla Giagnoni e Alessio Bertallot
allestimento fonico Paolo Pizzimenti
luci Bianca Pizzimenti

“Dopo l’esuberanza della prima mondializzazione, gli ultimi eventi sembrano spingerci alla massificazione e al pensiero unico. La mondializzazione è diventata globalizzazione e oggi avanza portando lo spettro della povertà, della divisione, della guerra e della devastazione: la vita non la si può costringere in una sola direzione, non la si può semplificare né comprimere, altrimenti esplode.

L' energia vitale che si trasforma in forza distruttrice è il dionisiaco.

Dioniso è dio e uomo, è il liberatore, è dinamismo fuori da ogni schema, è anticonformismo, ponte tra il visibile e l’invisibile. Dioniso nasce per contrastare ogni forma di autorità precostituita. È unione degli opposti. Dioniso è estasi che, dell’esistenza, è cuore e fondamento. Dioniso è teatro, è musica.

Per poter essere gioia, guarigione, sapienza, dono, chiede solo una cosa: di essere riconosciuto.

Altrimenti è distruzione senza perché.

Al Re Cadmo, suo nonno, che alla fine delle Baccanti gli chiede il perché di tanta tragedia, Dioniso risponde: “Non c’è un perché!”.

Dioniso (così come lo sono anche Eros-Amore o Thanatos-Morte) è un Archetipo”.

Lucilla Giagnoni

Lo spettacolo Djoniso esplora Dioniso nel mito, nel teatro, nella musica. La narrazione teatrale dell’autrice e interprete Lucilla Giagnoni e quella musicale di Alessio Bertallot – cantante, critico e DJ – si intrecciano attraverso le antiche tragedie greche, i miti e i canti orientali (Le Baccanti, Inno a Dioniso), le esperienze musicali contemporanee (con brani di Amy Winehouse, Lou Reed, Franco Battiato, Brian Eno, John Luther Adams).

Un viaggio alla ricerca di tracce e indizi per poter riconoscere e incontrare Dioniso. “Riconosci Dioniso!” è l'invito rivolto agli spettatori, al mondo, al nostro tempo.

13 ottobre 2024 – ore 20.30 | Sala Castri

BOMBINO IN CONCERTO

Goumour Almoctar aka BOMBINO chitarra e voce
Youba Dia basso e cori
Kawissan Mohamed Alhassan chitarra e cori
Corey Wilhelm batteria
Aprono la serata i Gemini Blue:
Osasmuede Aigbe (chitarra e voce) e Giacomo Sansoni (batteria)

Goumour Almoctar, in arte Bombino, è una stella internazionale del desert blues. Originario del Niger e cresciuto nella tribù Tuareg Ifoghas di Agadez, alle porte del Sahara, (che lotta da secoli contro il colonialismo e l’imposizione dell’Islam più severo) è costretto a fuggire più volte con la sua famiglia. Un giorno prende in mano una chitarra dimenticata dai parenti e, piano piano, esercitandosi, scopre la sua più grande passione. Presto diventa allievo del rinomato chitarrista tuareg Haia Bebe, e poco dopo entra a far parte della sua band, acquisendo il soprannome di Bombino, una storpiatura dell’italiano “bambino”, data la sua giovane età.

Attratto dalle influenze di Jimi Hendrix e Mark Knopfler, studia le loro tecniche fino a farle diventare sue, assimilando quelle sonorità tipiche degli anni '60-'70 e inserendole in un contesto rock-blues di matrice americana, arricchito da vocalismi in Tamasheq, la lingua Tuareg.

Il primo album risale al 2009, Group Bombino – Guitars from Agadez, vol. 2, cui seguirà Agadez primo album da solista, Nomad (2013), Azel (2016) e Sahel (2023), il lavoro più personale, potente e politico di Bombino.

Le sonorità di Bombino richiamano quelle dei Tinariwen, vicini suonatori del deserto, ma le sue melodie elettrizzanti, che racchiudono lo spirito della resistenza e della ribellione, trasudano un groove irresistibile in una versione del blues densa e magmatica.

Bombino mette nella sua musica il sentimento tuareg di volontà di sopravvivenza, scrivendone l’inno e donandogli vita propria.

Soprannominato dal New York times “Il Sultano delle sei corde” e dal Noisey “Il più grande chitarrista al mondo”, nel 2019 viene nominato ai Grammy Awards per il Miglior World Music Album, diventando il primo artista nigerino ad essere nominato ai Grammy.

Il concerto è parte di Café Tassili. Rassegna di suoni contemporanei da Oriente a Occidente in cui rock, folk, funk ed elettronica incontrano il jazz e la world music in un melting pot sonoro proveniente da tutti e cinque i continenti. La rassegna è ideata e curata da Marco Obertini.

19, 20 e 21 novembre 2024 – ore 20.30 | Sala Castri

MACBELLUM
La guerra dentro

da Macbetto di Giovanni Testori
regia e adattamento Francesca Mainetti
assistente alla regia Gianpaolo Corti
luci Elena Guitti divise fornite da Associazione Cenni Storici
con Valeria Battaini, Gianpaolo Corti, Daniele Gatti,
Giovanni Lunardini, Roberto Lunardini, Mariagiulia Manni, Roberta Moneta, Francesca Valenti, Giusy Zanini
produzione Teatro19 / Compagnia Laboratorio Metamorfosi

L’incontro tra Testori e Teatro19 avviene nell’ambito di una ricerca sul Macbeth di Shakespeare. L’obiettivo era lavorare sul male, proprio dell’essere umano, e sulla violenza della guerra nuovamente presente in Europa. In questo senso, amplificata dal linguaggio testoriano, la figura di Macbeth diventa pretesto per indagare la strada dell’autodistruzione, che la volontà di dominio sul prossimo e sulla natura può portare a percorrere.

“Il Macbetto di Testori fa parte della Trilogia degli Scarozzanti – spiega Compagnia Laboratorio Metamorfosi / Teatro19 – in cui l’autore immagina che una compagnia teatrale viaggiante metta in scena, a suo modo, alcuni classici della tradizione teatrale. Ci siamo subito riconosciuti in quella compagine che abbiamo definito ‘compagnia de scarozzanti, de matti, de teatranti, morti di fame e Santi’. In un gioco meta teatrale sono quindi gli improbabili membri di questa compagnia, con tanto di capocomico, amministratrice, prime donne, primo attore e generici coristi, a mettere in scena la tragedia, forse ancora più crudele e senza speranza proprio per il suo sapore grottesco, artigianale e barocco”.

In Macbellum la drammaturgia testoriana, ridotta e adattata ma fedele all’originale, disegna con ironia pungente un quadro apocalittico della violenza e della sete di potere, all’interno del quale prendono vita figure nate dal lavoro con gli attori. La regia cerca di valorizzare con semplicità e amorosa crudeltà le caratteristiche e le potenzialità dei performer, cercando di fare delle diverse competenze ed espressività di cui è composta non un limite, ma un’opportunità d’arte.

La Compagnia Laboratorio Metamorfosi / Teatro19, composta di attori e attrici professionisti e non, anche utenti dei servizi di salute mentale e studenti universitari, è un progetto di Teatro19 in collaborazione con ASST Spedali Civili di Brescia. La produzione dello spettacolo è parte integrante del progetto CULTURE CARE – Patto di coproduzione fra teatro, città e enti di cura, finanziato da FondazioneCariplo nell’ambito di Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023. 

23 novembre 2024 – ore 20.30 | Sala Castri

ORA D’ARIA

Uno spettacolo liberamente ispirato all’atto unico “I fantasmi” di Luigi Pirandello
a cura di Beatrice Faedi
assistente ai movimenti di scena Alessandra Angiolani
organizzazione Elisa Lancini
produzione Somebody Teatro della diversità

Potevo essere anch’io, forse, un grand’uomo. Mi sono dimesso. Dimesso da tutto: decoro, onore, dignità, virtù, cose tutte che le bestie, per grazia di Dio, ignorano nella loro beata innocenza.

Liberata da tutti questi impacci, ecco che l’anima ci resta grande come l’aria, piena di sole o di nuvole, aperta a tutti i lampi, abbandonata a tutti i venti, superflua e misteriosa materia di prodigi che ci solleva e disperde in favolose lontananze.

Luigi Pirandello, I giganti della montagna

La nostra Ora d’aria d’elezione è il Teatro, non lo abbiamo mai nascosto; spesso abbiamo dovuto imporci, chiedere, urlare: dateci un Teatro! Dateci un palcoscenico dove vivere per un’ora ciò che spesso non riusciamo a vivere in mesi, settimane, anni! Dateci un pubblico a cui dire cose che non riusciamo a dire nel quotidiano! Dateci la possibilità di dare voce a chi non ha occasioni per affermare il proprio diritto ad esistere e a raccontarsi!

Ci siamo interrogati molto sull’onestà di questa scelta: ispirarci a Pirandello. Un gigante della letteratura mondiale, un autore inavvicinabile per un progetto come il nostro. Eppure, abbiamo tanto in comune con quei “personaggi in cerca d’autore”, che hanno bisogno di qualcuno che li faccia vivere per placare i loro demoni o le loro infelicità e di un pubblico che, ascoltandoli, regali loro un po’ di pace, senza pensare retoricamente che questa sia la soluzione, ma continuando a tentare la strada del racconto di sé attraverso il teatro. In scena, alla maniera Somebody, una moltitudine di attrici e attori di varie generazioni e provenienza, con una particolare attenzione a persone fragili e con esperienze di vita ai margini.

Somebody Teatro della Diversità

29 settembre, 6 e 13 ottobre 2024 – ore 11.00 | L’isola che non c’è

STORIE IN FAMIGLIA

Speciale piccolissimi
a cura di Teatro Telaio
per bambini da 1 a 7 anni

Il primo spettacolo che andrà in scena il 29 settembre si intitola Mi piace di e con Maria Giulia Campioli e Claudio Mariotti, per bambini da 1 a 5 anni.

Maria Giulia vive nel suo mondo bianco. Forse è monotono, ma c’è tutto quello che le serve; le piace, è felice. Coltiva un piccolo sogno: far crescere un fiore, un bel fiore colorato, come quello disegnato sull’ultima pagina del suo libro preferito, nel suo giardino. Con quell’immagine nel cuore, ogni sera si addormenta. Una notte riceve in dono, dall’omino dei sogni, una valigia magica, rossa, piena di suoni e cose colorate, tutte necessarie per coltivare un dono speciale: un seme. Maria Giulia lo sa: dai semi nascono i fiori. Così decide di prendersi cura di quel seme: lo pianta, lo innaffia, lo coccola, aspetta pazientemente che cresca. A volte si annoia un po’, ma impara che per ottenere un risultato ci vuole sempre tempo e costanza: solo così il fiore potrà sbocciare.

Il 6 ottobre con, in scena Pasquale Buonarota e Alessandro Pisci, la rassegna presenta Quadrotto, tondino e la luna, e saranno coinvolti bimbi tra i 2 e i 7 anni.

La storia delicata di un quadrato bambino di nome Quadrotto, venuto al mondo per curiosità e dalla curiosità spinto a conoscere e ad esplorare il mondo: un mondo quadro, che parla e si muove come lui. Di notte vede la luna, così tonda, così bella, ma così lontana che per conoscerla bisognerebbe saper volare. È a questo punto che Quadrotto incontra un tipo strambo e che non sta mai fermo: Tondino. I due si rendono subito conto che non è affatto facile fare amicizia con chi parla un altro linguaggio ed è così diverso da te. Sarà una tempesta a mescolare forme e suoni e, grazie all'intervento dei bambini presenti, scopriranno un mondo nuovo dove tutto è possibile. Anche incontrare la Luna. Il racconto di un'amicizia costruita passo dopo passo, nel confronto fra forme acute e tonde, nell'ascolto di suoni curvi e spigolosi, nell'incomprensione e nell'intesa.

Ultimo appuntamento, il 13 ottobre, con BRUM! dedicato a bimbi tra i 2 e i 6 anni. Esiste un mondo del non detto, che per i bambini è il mondo del non visto, del non toccato, del non ancora scoperto. È un mondo che comincia a due passi dalle braccia della mamma e si dispiega al di là del buio della notte. Che prende forma quando, con la coda dell’occhio, i piccoli guardano indietro, sorridono e buttano il cuore oltre l’ostacolo. È in questi territori che si sviluppa il viaggio dello spettacolo, tra cose concrete da guardare, da far suonare, da scoprire. Brum! di Pietro Fenati ed Elvira Mascanzoni va in questa direzione con risultati di assoluta poesia. Partendo dalle suggestioni visive dell’acqua che si riverberano su una tela bianca, i due animatori, accompagnati da una serie di musiche che vanno da Satie a Cage, reinventano una specie di mondo immaginario dove l’infanzia regna sovrana e che si esprime con una sola parola “brum” appunto, motto incomprensibile, ma che racchiude spazi interpretativi immensi che il teatro rende v

Nessun commento:

Posta un commento