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martedì 24 settembre 2024

STAGIONE INAUGURALE
TEATRO BORSONI DI BRESCIA
"CARMINA BURANA"

In scena il 27 e 28 settembre 2024 alle ore 20.30. Biglietti esauriti
Dopo il successo degli eventi inaugurali di questo fine settimana, prosegue la stagione inaugurale del Teatro Renato Borsoni, organizzata dal Centro Teatrale Bresciano e curata dal regista Paolo Bignamini, il 27 e 28 settembre con i Carmina Burana di Carl Orff eseguiti dal Conservatorio Luca Marenzio di Brescia.


Eccellenza musicale della città, il Conservatorio Luca Marenzio raccoglie la sfida di inaugurare il palcoscenico del nuovo teatro con l’imponente cantata scenica scritta tra il 1936 e il 1937 per soprano, tenore, baritono, coro misto, coro di voci bianche.

I Carmina Burana saranno eseguiti nella versione per due pianoforti, timpani e percussioni con la direzione di Silvio Baracco, venerdì 27 e sabato 28 settembre alle ore 20.30 nella Sala Castri del Teatro Renato Borsoni (via Milano, 83 – Brescia). Sul palcoscenico il Coro Misto, il Coro Marenzio e il Coro di voci bianche del Conservatorio; soprano Marta Mari, voce bianca solista Francesco Ferrari, baritono Michael Zeni, timpanista Emanuele Moreschi, percussionisti William Deguidi, Gemma Falavigna, Stefano Lussignoli, Ettore Marcomini, Francesco Pedersini, pianisti Ilaria Cavalleri, Elisea Perini.

I biglietti per lo spettacolo sono esauriti.

Per maggiori informazioni: www.centroteatralebresciano.it; t. 030 2928617; e-mail teatroborsoni@centroteatralebresciano.it.

I Carmina Burana sono parte della Stagione inaugurale del Teatro Renato Borsoni: un calendario di 12 spettacoli che si svolgeranno fino al 23 novembre 2024 nella Sala Castri e ne L’isola che non c’è. Un itinerario in cui la prosa dialoga con la musica, etnica, classica e contemporanea, in cui i temi del mito e della grande storia si combinano ai racconti della cultura popolare e ai percorsi del pensiero e dell'arte, con riflessioni sull’uomo e sul mondo di oggi insieme ad appuntamenti dedicati ai bambini.

Una Stagione in cui artisti di rilievo internazionale e nazionale si alternano a importanti realtà locali, con un’attenzione ai giovani e al teatro sociale d’arte.

Carl Orff
CARMINA BURANA
Cantoribus et choris cantandae
comitantibus instrumentis atque imaginibus magis
Cantata per soprano, tenore, baritono,
coro misto, coro di voci bianche,
due pianoforti, timpani e percussioni
Coro Misto, Coro Marenzio e coro di voci bianche del Conservatorio di Brescia
Soprano: Marta Mari
Voce bianca solista: Francesco Ferrari
Baritono: Michael Zeni
Timpanista: Emanuele Moreschi
Percussionisti: William Deguidi, Gemma Falavigna, Stefano Lussignoli,
Ettore Marcomini, Francesco Pedersini
Pianisti: Ilaria Cavalleri, Elisea Perini
Direttore: Silvio Baracco
Silvio Baracco

Il Conservatorio Luca Marenzio di Brescia presenta i Carmina Burana di Carl Orff. Composti tra il 1936 e il 1937, si sviluppano in un prologo e tre atti il cui testo è costituito da canzoni profane. Canti goliardici di varia provenienza che riflettono l'irrequietezza intellettuale e le più disparate esperienze di vita degli studenti vissuti tra l’XI e il XII secolo: legati agli studia dei conventi e costretti a spostarsi da un luogo all'altro prima di trovare la necessaria stabilità, sono protagonisti di storie di felicità e di dolore, d'amore, di vizi e di passioni.

Le melodie originali segnate sul manoscritto si rivelarono, al loro ritrovamento, di difficile comprensione; Orff creò per la sua cantata scenica una musica chiaramente ancorata alla tonalità, di notevole incisività ritmica, in cui le parti vocali sono trattate a blocchi e, rifiutando gli intrecci contrappuntistici, si muovono prevalentemente per terze, ottave, quarte e quinte parallele. La composizione acquista così un carattere popolaresco e arcaicizzante, senza puntare alla ricerca filologica o archeologica, ma con l’obiettivo da parte dell'autore di conservare i valori del passato, dimostrandone la perenne validità, in un'opera in cui poesia e musica sono inscindibili.

BIGLIETTI Stagione Inaugurale | Teatro Renato Borsoni

Intero €10 Ridotto Under 25 e Over 65 €15

MODALITÀ DI ACQUISTO

Online: Sul sito www.vivaticket.it e in tutti i punti vendita del circuito VIVATICKET

In Biglietteria, secondo i seguenti orari:
Punto vendita CTB
Piazza della Loggia, 6 – Brescia
da martedì a venerdì dalle ore 10.00 alle ore 13.00 (escluso i festivi)
Francesco Ferrari

INFORMAZIONI

Teatro Renato Borsoni
biglietteria@centroteatralebresciano.it
teatroborsoni@centroteatralebresciano.it
t. 030 2928617; 030 2928609; 030 2808600
www.centroteatralebresciano.it

Dal programma di sala

La capricciosa indifferenza con cui la dea Fortuna dispensa ciecamente gioie e affanni regge le sorti del genere umano. Dolori, piaceri, serenità, miserie ci colpiscono senza preavviso travolgendoci vorticosamente e ineluttabilmente.

Le Cantiones profanae canforibus et choris cantandae comitanfibus instrumentis atque imaginibus magicis. Carmina Burana, composte nel 1936-37, si sviluppano in un prologo e tre atti il cui testo è costituito da canzoni profane tratte dalla monumentale silloge omonima di canti goliardici, conservata sino ai primi anni dell’800 nel monastero di Benediktbeuren e pubblicata per la prima volta nel 1847 a Stoccarda dal bibliotecario della Staatsbibliothek di Monaco di Baviera J. A. Schmeller, a cui si deve il nome. I canti, di varia provenienza, riflettono l’irrequietezza intellettuale e le più disparate esperienze della vita disordinata tipica di tanti studenti dei secoli Xl e XlI, legati agli studia dei conventi e costretti a spostarsi da un luogo all’altro prima di trovare la necessaria stabilità.
Marta Mari

Il succedersi delle scene non determina una vera e propria azione ma simbolizza l’eterno movimento delle vicende mondane, scandito da storie di felicità e di dolore, d’amore, di vizi e di passioni. Gli argomenti, condivisi anche dalla cultura popolare, sono presentati da sapienti autori in testi sopraffini di ispirazione giocosa, talora parodistica o satirica, che decantano l’amore casto e puro, il culto di Dio e della Vergine, il quieto vivere, lamentando la decadenza degli studi e dei costumi, il libertinaggio, la schiavitù del denaro e del gioco, diventando talvolta satira sociale e politica insofferente del potere e dell’autorità, particolarmente ironica verso le costrizioni della liturgia, la corruzione e l’avarizia della curia romana. Dopo l’invocazione alla dea Fortuna, le tre parti sono dedicate alla Primavera, ai canti da taverna e all’amore, in un’affascinante commistione di cristianesimo e paganesimo, di spirito e materia, di raffinatezza e volgarità.
Michael Zeni

Le melodie originali segnate sul manoscritto si rivelarono, al loro ritrovamento, di difficile comprensione; Orff creò per la sua cantata scenica una musica chiaramente ancorata alla tonalità, di notevole incisività ritmica, in cui le parti vocali sono trattate a blocchi e, rifiutando gli intrecci contrappuntistici, si muovono prevalentemente per terze, ottave, quarte e quinte parallele. La composizione acquista cosi un carattere popolaresco e arcaicizzante, ma questo atteggiamento non ha affatto significato filologico o archeologico; è il semplice tentativo da parte dell’autore di conservare i valori del passato, dimostrandone la perenne validità, in un’opera in cui poesia e musica sono logicamente inscindibili. La caratteristica precipua dei Carmina Burana si rivela la semplicità; una semplicità deliberatamente adoperata dal compositore al fine di ottenere una comunicazione immediata con l’ascoltatore servendosi di “elementi primitivistici, della ripetizione di blocchi corali isoritmicamente scanditi, del dominio pressoché assoluto della melodia e del ritmo e rinunciando quasi totalmente alla modulazione, a favore della giustapposizione di motivi ostinatamente diatonici” (A. Trudu).

I Carmina Burana vengono unanimamente considerati il capolavoro di Orff. Lo stesso musicista, infatti, scrisse al suo editore: “Può mandare al macero tutto quanto ho scritto finora. Con i Carmina Burana inizia la mia produzione”.

Antonina Titone

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