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giovedì 17 ottobre 2024

SPAZIO DIAMANTE DI ROMA
GLI APPUNTAMENTI DEL WEEKEND

18-20 ottobre 2024
MICHELE DE PAOLA MARISA GRIMALDO GIOVANNI MALAFRONTE
POLMONI
di Duncan Macmillan
produzione Area Teatro
REGIA A CURA DELLA COMPAGNIA MAR GIOMITCH
finalista Premio Scintille 2023
SALA BLACK

Ogni fase della vita ha le proprie tappe e i propri traguardi. A trent’anni i nostri genitori erano sposati, avevano già due figli, un lavoro stabile. Anche loro avranno avuto paura delle proprie scelte e delle responsabilità che esse comportavano, ma si sono mossi su dei binari sicuri, su cui era difficile de ragliare.

Da quando abbiamo superato i trenta, anche noi, avendo tutti e tre una relazione stabile, ci siamo chiesti, a più riprese, se era il caso di fare un figlio e se si, quando. A queste domande non riusciamo a dare una risposta ferma.

Da un lato ci sembra di avere mille obiettivi personali da perseguire, di avere ancora così tanto da capire, che insegnare ad un altro essere umano come si sta al mondo, ci sembra un’impresa titanica.

Con l’avvento di un pupo che ne sarà di noi? Della nostra individualità, della nostra carriera, della cura verso se stessi in primis, ma anche della coppia? Saremo abbastanza solidi, innamorati, per resistere alle notti insonni e alla completa morte della nostra attività sessuale?

E queste stesse domande ci creano uno profondo senso di disorientamento: perché per noi è così difficile? Siamo, dunque, proprio figli di questa nostra epoca, in cui l’individualismo regna sovrano, si pensa solo a sé?

La vita finirà con la nostra morte. Il nostro patrimonio genetico non si riproporrà, non sopravvivrà. Ma la vita senza un figlio non ci preclude un'esperienza fondamentale che vogliamo affrontare? Mettere al mondo un essere umano, nato da noi ma altro da noi, non racchiude in sé, il mistero della vita?

Ma, d'altra parte, non è profondamente egoista far nascere un figlio ora, nel contesto storico culturale in cui stiamo vivendo?

Il problema climatico è sempre più drammatico: la nostra permanenza, in quanto genere umano, sulla terra ha evidentemente una data di scadenza, che si avvicina vorticosamente.

Ci guardiamo negli occhi e pensiamo che siamo delle brave persone, ma forse questo non basta.

Queste domande sono le stesse nelle maggior parte delle coppie, dai trent’anni in su, che sentono una connessione, non ancora ben definita, con la genitorialità.

Anche se consciamente non ci sentiamo preparati, biologicamente la Natura chiama, ci si deve presentare all’appello e rispondere alla domanda.

Il confronto con l’altro è indispensabile e, a tratti, rassicurante. Sappiamo di non essere i soli approvare questo senso di inadeguatezza.

Siamo ancora tutte troppo figlie per essere madri.

Siamo ancora tutti troppo figli per essere padri.

Nell’epoca in cui a quarant’anni sei un “giovane”, a trenta sei trattato e quindi di base sei, un preadolescente: per lo più, stagista non ancora retribuito, sostenuto ancora dagli “aiutini economici” del papà, quando va bene; quando va male, tuttofare a 7 euro all’ora in nero.

Con questo bagaglio emotivo siamo incappati in POLMONI di Duncan Macmillan e non abbiamo potuto non pensare fosse stato scritto proprio per noi.

U (uomo) e D(donna) sono una giovane coppia che contempla la possibilità di avere un figlio. L’intero atto unico racconta la loro storia d’amore dai trent’anni fino alla loro vecchiaia: D rimane incinta, ha un aborto spontaneo, i due si separano. U ha un’altra ed èin procinto di sposarsi ma D bussa alla sua porta, pochi giorni prima dell’evento.

E’ incinta di lui.

D e U si sposano, hanno un figlio. Assistiamo al suo primo giorno di scuola, alla sua laurea al suo matrimonio per proseguire con l’operazione al cuore di U e la sua morte.

L’ultima scena vede D che, rimasta sola, visita la tomba del marito.

NOTE DI REGIA

Questa storia d’amore ci ha molto colpiti, non solo perché perfettamente in linea con il nostro sentire, ma anche per il suo rapporto con il Tempo, che, potremmo definire, il terzo protagonista. In un’ora e mezzo di spettacolo si assiste al susseguirsi di almeno quarant’anni di vita di una coppia, puntando la lente d’ingrandimento soprattutto in quella fase in cui c’è il difficilissimo passaggio da “figli” a "genitori".

Nel testo vediamo susseguirsi le ambientazioni più disparate: U e D sono prima all’Ikea, poi all’interno di una macchina, di un soggiorno, al parco, in un bagno pubblico, al bar e così via. Nella nostra messa in scena il palco è vuoto, come consigliato dall’autore, con però l’uso di alcune musiche e di pochi elementi scenici, atti a trascinare lo spettatore in una dimensione più astratta e immaginifica in contrapposizione con la recitazione serrata e concreta dei due interpreti.

Lo spettatore si troverà in uno spazio neutro, in cui tutto può essere qualsiasi cosa, in cui il tempo non è assoluto e

progressivo ma asseconda anche il sentire dei due protagonisti, nella loro ricerca del profondo senso dell’essere genitore e della vita in generale.

Data la natura del nostro impulso comune nella scelta di questo testo e la natura dello stesso, nell’ essere sorretto unicamente dal rapporto e dal gioco dei due attori in scena, abbiamo deciso che la regia fosse condivisa.

Michele De Paola e Marisa Grimaldo interpretano rispettivamente U e D e a Giovanni Malafronte è affidata la supervisione.

Da questo spettacolo, finalista Premio Scintille 2023, è nata la Compagnia Mar Giomitch, sostenuta dall’associazione culturale aria Teatro (Teatro comunale di Pergine Valsugana), che detiene i diritti del testo.

"Noi siamo i figli della borghesia ,affezionati alla bigiotteria
Siamo i tappeti persiani ficcati sotto ai divani
Noi siamo i figli della frenesia, quello che resta di quegli anni Ottanta"
Brunori Sas - Figli della borghesia

Via Prenestina 230B 00176, Roma – www.spaziodiamante.it
Venerdì h 21 - Sabato h 21 – Domenica h 17
prezzo biglietto 14,00 € disponibili su www.ticketone.it o negli orari di apertura del BOTTEGHINO della SALA UMBERTO e del TEATRO BRANCACCIO

18-20 ottobre 2024
A VOLTE MARIA, A VOLTE LA PIOGGIA
di e con
DANIELE PARISI
SALA GREY

Spettacolo per attore solo parlato a più voci. Tragico. Comico suo malgrado.

Succede che all'improvviso viene da pensare a una morte scema.

I rituali funebri allora diventano grotteschi e, per darsi un tono, si ripercorrono fasi della propria esistenza a cui si vuole dare per forza importanza.

Tutto assume una tinta epica e ci si ritrova a parlare quando in realtà nessuno ascolta: forse perchè a nessuno davvero interessa.

La contingenza porta comunque Dario, il personaggio di questa vicenda, a parlarsi addosso.

Ci sono anche Maria, gli amici, il Maestro-Guru, l'eredità familiare, Maurizio, un pesce rosso, un gatto e la pioggia. Perché nel frattempo piove. Piove parecchio.

BREVI NOTE

Ancora una volta, come nei lavori precedenti, si mette in scena il cortocircuito.

Il tempo di un'azione concreta si dilata, si prende il suo spazio, per dare la possibilità al personaggio principale di questa storia di indagare sulla propria inadeguatezza, sulla

propria inabilità alla vita. Non c'è atteggiamento critico, ma dichiarata incapacità di stare al mondo. Ne viene fuori uno spettacolo tragico, comico suo malgrado. La scena, stavolta, è ridotta all'osso: una sedia e un'asta per il microfono.

A riempire lo spazio, i quadri sonori disegnati vocalmente con l’aiuto della loop station che continua ad essere – come nelle produzioni precedenti - elemento di scrittura scenica e drammaturgia musicale.

link al trailer https://www.youtube.com/watch?v=Rk4BtbGSfTY&t=28s

Via Prenestina 230B 00176, Roma – www.spaziodiamante.it
Venerdì h 21:00 - Sabato h 21:00 – Domenica h 17:00

prezzo biglietto 14,00 € disponibili su www.ticketone.it o negli orari di apertura del BOTTEGHINO della SALA UMBERTO e del TEATRO BRANCACCIO

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