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mercoledì 2 ottobre 2024

STAGIONE INAUGURALE 
DEL TEATRO BORSONI DI BRESCIA
"LA LOCANDIERA. A LONG PLAY"

Il 4 e 5 ottobre alle ore 20.30 in Sala Castri.
Dopo il tutto esaurito dei primi appuntamenti, prosegue la stagione inaugurale del Teatro Renato Borsoni, organizzata dal Centro Teatrale Bresciano e curata dal regista Paolo Bignamini, il 4 e 5 ottobre con La locandiera. A long play, una rivisitazione in forma di concerto teatrale ideata e diretta dallo stesso Paolo Bignamini e con la drammaturgia di Giulia Asselta (premio Giovanni Testori 2023).

Protagonisti dell’adattamento del capolavoro di Goldoni sono Mille, nome d’arte di Elisa Pucci, artista poliedrica dotata di uno stile originale, retrò e anticonformista insieme, vincitrice del Premio della Critica Musicultura 2021 e tra i partecipanti delle ultime tre edizioni del Concerto del Primo Maggio, e il duo La Scapigliatura che rivisita la canzone italiana d'autore con sonorità elettroniche, ricercate e contemporanee, Targa Tenco nel 2015 come migliore opera prima. La direzione musicale è de La Scapigliatura, le scene e i costumi di Anusc Castiglioni, la produzione è firmata Centro Teatrale Bresciano.

Lo spettacolo sarà in scena il 4 e 5 ottobre, alle ore 20.30 nella Sala Castri del Teatro Renato Borsoni (via Milano, 83 – Brescia). La recita del 5 ottobre sarà preceduta, alle ore 19, sempre al Teatro Borsoni, dall’aperitivo teatrale intitolato Da Goldoni a Tenco: una Locandiera come concept album: incontro con Paola Ranzini, Membre senior Institut Universitaire de France (IUF), professeure des Universités, Etudes Théâtrales Avignon Université, e la compagnia dello spettacolo. L’iniziativa è inserita in Classici e scena oggi, un progetto di Centro Teatrale Bresciano - Institut Universitaire de France e Avignon Université.

Per maggiori informazioni: www.centroteatralebresciano.it; t. 030 2928617; e-mail teatroborsoni@centroteatralebresciano.it.

Con La locandiera, nel 1752, Goldoni firma un manifesto di rivoluzione teatrale e con esso una delle più fortunate commedie nella storia del teatro, attestandone un ruolo decisivo nell’immaginario della nostra cultura.

Su Mirandolina è stato detto e realizzato molto, e numerose e celebri ne sono state, e tuttora ne sono, le interpreti e le chiavi di interpretazione. Tutta la nostra attenzione si è concentrata su di lei, tesa a cogliere, tra la vivacità, la forza e l’intelligenza del suo personaggio, la posta in gioco.

In un mondo in cui si sta assistendo all’affermazione della nuova classe borghese, che mette al centro del suo sistema di valori il lavoro, c’è ancora spazio per l’amore e per la passione? E di che tipo di amore stiamo parlando?

La commedia brulica di topoi appartenenti all’era dell’amor cortese: quell’idea di amore non appare più così credibile, ma quasi ridicola, arrivando persino a diventar macchia di se stessa a tratti, nel medesimo modo in cui i personaggi intorno a Mirandolina si configurano come caricature di un’epoca che ormai sta scomparendo. Mirandolina si trova, pertanto, nella condizione vertiginosa di chi, per adeguare il passo al cambiamento del mondo in cui vuole vivere, dovrebbe lasciare indietro un mondo altrettanto grande. Si consuma un'incompatibilità, l’impossibilità di integrare due sistemi di valori in transizione opposta; emerge, allora, una necessaria esigenza di riposizionamento: che senso resta, che ruolo rimane per l’amore, con cui pure ci si trova a fare i conti?

Quello che Goldoni ci presenta come la descrizione di un gioco di seduzione sembra, dunque, suggerire molto di più: una crisi individuale – “vedo in pericolo la mia riputazione e la mia vita medesima” – che suona come il riverbero di un mondo che sta perdendo il suo equilibrio e che è prossimo al collasso. E se Mirandolina si fosse innamorata davvero del cavaliere misogino che seduce per sfida? A che cosa avrebbe dovuto rinunciare per seguire il suo sentimento e deviare dalla strada per lei già tracciata? Quali conseguenze avrebbe avuto per i simboli in gioco – le classi sociali, le questioni di genere, la storia stessa della convenzione teatrale – rompere lo schema della commedia?

Ne La locandiera – A long play Mirandolina racconta la sua storia prendendo in prestito le canzoni d’amore della tradizione cantautorale italiana, rivisitate in chiave contemporanea e innestate, senza soluzione di continuità, nella drammaturgia goldoniana. Un viaggio nella musica e nelle parole che trasfigura il testo di Goldoni, esacerbando le dinamiche sentimentali della commedia e mettendone in evidenza il cortocircuito di fondo.

Paolo Bignamini dirige, in questo inedito percorso, un trio musicale di eccellenza: la cantautrice Mille (Premio della Critica Musicultura 2021) e il duo La Scapigliatura (Targa Tenco nel 2015 come migliore opera prima). La drammaturgia è a cura di Giulia Asselta (Premio Giovanni Testori 2023).

LA LOCANDIERA
A long play
da Carlo Goldoni
concerto teatrale con Mille e La Scapigliatura
ideazione e regia di Paolo Bignamini
drammaturgia e aiuto regia Giulia Asselta
direzione musicale La Scapigliatura
scene e costumi Anusc Castiglioni
produzione Centro Teatrale Bresciano
con il sostegno del festival I libri sulla scena di Friburgo progetto Classici e scena oggi a cura di Paola Ranzini – Institut Universitaire de France e Avignon Université

BIGLIETTI Stagione Inaugurale | Teatro Renato Borsoni

Intero €10 Ridotto Under 25 e Over 65 €15

MODALITÀ DI ACQUISTO

Online: Sul sito www.vivaticket.it e in tutti i punti vendita del circuito VIVATICKET

In Biglietteria, secondo i seguenti orari:

Punto vendita CTB
Piazza della Loggia, 6 – Brescia
da martedì a venerdì dalle ore 10.00 alle ore 13.00 (escluso i festivi)

> Biglietteria del Teatro Renato Borsoni
Via Milano, 83 – Brescia

Aperta solo nei giorni di spettacolo, dalle ore 17.00 alle 20.30 e dalle ore 10.30 nei giorni degli spettacoli per i bambini.

INFORMAZIONI

Teatro Renato Borsoni
biglietteria@centroteatralebresciano.it
teatroborsoni@centroteatralebresciano.it
t. 030 2928617; 030 2928609; 030 2808600
www.centroteatralebresciano.it


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