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giovedì 3 ottobre 2024

TEATRO DI DOCUMENTI DI ROMA
STAGIONE TEATRALE 2024/2025

Dedichiamo la nuova stagione del Teatro di Documenti alla Speranza. Un sentimento piuttosto trascurato in questo periodo. Un sentimento che non riesce a varcare i confini di meri orizzonti quotidiani e individuali. Speranze da poco, desideri esauditi, piccole richieste che trovano risposta affermativa. Tutto qui.
Noi siamo incredibilmente fortunati. Di esserci; di dedicare il nostro tempo, la nostra vita, al teatro, alla musica, all’arte. Non dovremmo dimenticarlo.

I Miti ci ricordano come la Storia, brutalmente, non cambia. E ci indicano che le relazioni umane sono ancora dominate dalle stesse passioni, gli stessi furori. Il richiamo al mito è ricorrente nella nuova stagione del Teatro di Documenti. Trachinie, messo in scena da un maestro della regia come Walter Pagliaro, e interpretato da una indiscussa regina della scena come Micaela Esdra, inizia là dove Eracle, al termine delle sue fatiche, si avvia al ritorno, all’incontro con la sposa umiliata. L’amore cieco e costante di Calipso per Ulisse è il fulcro di Teatro fuori luogo calipso – un viaggio tra arcaico e contemporaneo in cui Caterina Stillitano allaccia un legame tra un tempo remoto e il nostro presente. In Il mio nome è Nessuno le peripezie di Ulisse vengono rilette da Christian Angeli e Francesco Polizzi in chiave attuale, come le tappe ineludibili che superiamo nell’ininterrotto viaggio iniziatico che è la nostra vita. Clitennestra ed Elettra, madre e figlia: assassine; Malamadre di Elena Fanucci si insinua e scava nelle loro istanze e motivazioni più profonde. “Fantamito” quello percorso da Stefano D’Angelo ne Gli esuli del tempo distinto in Appunti sulla guerra di Troia dove un guerriero troiano è alle prese con le guerre di oggi (reali e virtuali) e La caccia che descrive una prossima Apocalisse.

Grande curiosità per l’accostamento inedito tra Teatro e Fumetto che in cartellone ospitiamo con due attese e intriganti proposte. Frammenti di Odissea: le donne del ritorno, Patrizia Masi alla regia, e Fabio Visintin, illustratore e fumettista, graphic theatre painting, trasferiscono sulla scena Odissea narrata allo sguardo, l’opera di Visintin già alla seconda edizione. Anche Il papà di Dio è tratto dal romanzo a fumetti di maicol&mirco per la scrittura scenica e la regia di Andrea Fazzini.

Superiamo l’espressione “teatro al femminile”, riduttiva e logora, e parliamo invece di Teatro delle Protagoniste. Le abbiamo incontrate in vari spettacoli già citati. Giovanna Lombardi nel suo Divina Dea Terra Madre fa rivivere l’archetipo magico del femminile, simbolo di creazione, accoglienza, armonia con la Natura. Di Anna e Carla Ceravolo, in collaborazione con Paolo Orlandelli, Amelia e Sophie, le Aviatrici! Un secolo fa hanno fatto sognare migliaia di uomini, e donne soprattutto, che, naso all’aria, hanno ammirato le loro prodezze e hanno creduto che la Storia stesse facendo un passo avanti.

Siamo onoratissimi di vantare nel nostro cartellone due opere di Dacia Maraini. Caro Pierpaolo è tratto dall’epistolario immaginario rivolto a Pierpaolo Pasolini; il lavoro, presentato da Eugenio Murrali, vede in scena Anna Teresa Rossini su un tappeto musicale composto da Federica Clementi. Giunta alla Quarta edizione, “Amori rubati”, rassegna curata da Federica Di Martino, ricca di incontri in occasione della Giornata contro la violenza contro le donne, il programma racchiude sempre uno spettacolo di Dacia Maraini. Quest’anno avremo in scena Marina, tratto dal racconto Marina è caduta per le scale, diretto e interpretato da Lorenza Sorino.

Ispirato a un altro genio della letteratura, Il Giocatore, da Dostoevskij, una girandola di personaggi ed emozioni, con Diego Colaiori e Memorie da una casa di morti, la testimonianza dello scrittore sulla deportazione in Siberia, di Benedetta Nicoletti.

Emarginati dalla stessa famiglia, marchiati con lo stigma della pazzia, sono Gli Esclusi, le “pecore nere” di famiglie illustri, uomini e donne dall’identità strappata, raccontati da Roberta Calandra. Flowers, progetto crossmediale di Susanna Gianandrea ci restituisce in forma di monologhi il lavoro di ricerca, di incontro e di interviste con circa venti persone, storie diverse che ci scorrono accanto. Stefania Porrino si interroga sulla vecchiaia e sul tempo in scadenza in Quando verrà la fin di vita (e questa storia è già finita)? con il suo gruppo di attori unito e affiatato.

Raphael di Andrea Lattari e Cinzia Grande nasce dalla commistione tra teatro e pittura per far rinascere in scena la meravigliosa opera di Raffaello.

Parole e musiche dal Sudamerica hanno ispirato Alessia Cristofanilli in Quelli che spingono al buffet, in scena un’attrice e un piccolo ensemble.

Felicissimo il ritorno di Antonella Civale guidata dal regista Marco Carniti in Prima della Tempesta – Omaggio a Luciano Damiani e a Giorgio Strehler, evocazione di uno spettacolo cult del Novecento; in teatro allestiremo una mostra dei bozzetti di Damiani per Tempesta.

Il pubblico sperimenterà un concerto itinerante con il lavoro musicale di Leonardo Silla Paradossalismo in concerto.

Per i più piccoli organizziamo un cartellone a loro dedicato: un appuntamento al mese con spettacoli di nostra produzione, spettacoli di Piera Fumarola, un punto fermo per il teatro bambini e ragazzi al Teatro di Documenti, e di Andrea Lami.

Il consolidato Atelier di Alessia Cristofanilli, che ha unito negli scorsi anni, un affiatato gruppo di allievi attori, continua lo stimolante percorso di ricerca. Il corso di Roberto Raciti approfondisce l’interpretazione di Shakespeare restituendo una lettura contemporanea del Bardo.

TEATRO DI DOCUMENTI

È stato progettato e realizzato da Luciano Damiani, considerato uno dei massimi scenografi e artisti teatrali di tutti i tempi.

Damiani, dopo aver lavorato nei principali teatri di prosa e di lirica del mondo, decide di creare uno spazio che possa esprimere la sua idea di teatro, uno spazio che, senza rinnegare il passato e la tradizione, diventi il “teatro che prima non esisteva”: il teatro dell’assistere, del partecipare e della libera scelta. Così, in completa autonomia, Damiani idea, progetta, costruisce e finanzia completamente il Teatro di Documenti.

Nel 1987 Damiani riceve il Premio della Critica Teatrale dall’Associazione Nazionale Critici di Teatro «per avere, con audacia e privata iniziativa, inventato e realizzato un luogo scenico permanente, che di per se stesso appare come portatore di teatro e che si annuncia quale stimolatore di ipotesi drammaturgiche ‘altre’ segnate dall’utopia: uno spazio dell’intelligenza che ironicamente e affettuosamente pare affidarsi alle memorie della grande machinerie barocca e che tuttavia si propone come raffinato e modernissimo strumento scenotecnico a provocatorio rifiuto del “teatro che c’è” ed a vagheggiamento di un pianeta teatrale tuttora da scoprire».

Il Teatro di Documenti, definito “gioiello architettonico”, è un capolavoro di architettura teatrale.

PERSONE

Carla Ceravolo Direzione artistica e direzione organizzativa
Anna Ceravolo

Paolo Orlandelli Collaborazione arte e tecnica
Sonia Conti Biglietteria
Cristina Maccà Preziosa presenza
Piera Ceravolo Webmaster (and more else…)
Renato Ferrero Fotografia e Video
Lino Bianchini Consulenza informatica
Miriam Bocchino Ufficio Stampa
Abdul Enneg Addetto alle sale

SPETTACOLI

3, 4 e ottobre
DIVINA DEA TERRA MADRE
di Giovanna Lombardi

dall’8 al 13 ottobre
IL MIO NOME È NESSUNO
da Odissea
regia di Christian Angeli e Francesco Polizzi

dal 17 al 27 ottobre
TRACHINIE
di Sofocle
regia di Walter Pagliaro

dal 29 ottobre al 10 novembre
AMELIA E SOPHIE
uno spettacolo di Anna Ceravolo e Carla Ceravolo
collaborazione di Paolo Orlandelli

dal 19 al 25 novembre
MARINA
tratto dal racconto “Marina è caduta per le scale” di Dacia Maraini
diretto e interpretato da Lorenza Sorino

dal 26 al 29 novembre, 1 dicembre
GLI ESCLUSI
di Roberta Calandra, regia Valentina Ghetti

30 novembre
FLOWERS
di Susanna Gianandrea

dal 5 all’8 dicembre
CARO PIER PAOLO
di Dacia Maraini

dal 13 al 15 dicembre
MEMORIE DA UNA CASA DI MORTI
di Benedetta Nicoletti

22 dicembre
APPELSINPINKEN
ideazione e regia di Alessia Cristofanilli

11 e 12 gennaio
IL GIOCATORE
di Diego Colaiori

25 gennaio
QUELLI CHE SPINGONO AL BUFFET
di Alessia Cristofanilli

1 e 2 febbraio
IL PAPÀ DI DIO
di Andrea Fazzini

dal 5 al 9 febbraio
FRAMMENTI DI ODISSEA: LE DONNE DEL RITORNO
di Patrizia Masi

dall’11 al 16 febbraio
PRIMA DELLA TEMPESTA
OMAGGIO A LUCIANO DAMIANI E A GIORGIO STREHLER
di e con Antonella Civale, regia e drammaturgia Marco Carniti
MOSTRA DEI BOZZETTI DI LUCIANO DAMIANI PER LA TEMPESTA
a cura di Carla Ceravolo

19 febbraio
PARADOSSALISMO IN CONCERTO
di Leonardo Silla

dal 27 febbraio al 2 marzo
RAPHAEL
di e con Andrea Lattari e Cinzia Grande

dal 6 al 9 marzo e dal 13 al 17 marzo
QUANDO VERRÀ LA FIN DI VITA (E QUESTA STORIA È GIÀ FINITA?)
di Stefania Porrino

22 e 23 marzo
CALIPSO - UN VIAGGIO TRA ARCAICO E CONTEMPORANEO
di e con Caterina Stillitano

dal 25 al 30 marzo
MALAMADRE - Elettra vs Clitennestra
di Elena Fanucci, regia Franco Gervasio

dall’8 all’11 maggio
GLI ESULI DEL TEMPO
Appunti sulla guerra di Troia - La caccia
di Stefano D’Angelo, regia Marco Belocchi

SPETTACOLI BAMBINI

13 ottobre
UN PIFFERAIO... QUASI MAGICO
di Piera Fumarola

17 novembre
S.O.S SMOG
di Andrea Lami

15 dicembre
EMOZIONI IN E OUT
di Piera Fumarola

9 febbraio
CHE FAVOLA!
di Anna Ceravolo

23 marzo
RACCONTAMI UNA STORIA
di Anna Ceravolo

13 aprile
I MUSICANTI DI BREMA
di Piera Fumarola

EVENTI

dal 19 al 25 novembre
AMORI RUBATI – 4a edizione,
rassegna ideata da Federica Di Martino, drammaturgia di Dacia Maraini

giugno

PREMIO LUCIANO DAMIANI
da una collaborazione tra Teatro Di Documenti
e società di produzione Effimera,
con il sostegno dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’amico.

PROGRAMMA FORMATIVO

da ottobre a giugno
L’ATELIER – SPAZIO APERTO DI RICERCA TEATRALE.
a cura di Alessia Cristofanilli

da ottobre a maggio
SHAKESPEARE CONTEMPORANEO
a cura di Roberto Raciti

SPETTACOLI

3, 4 e 6 ottobre

DIVINA DEA TERRA MADRE
di Giovanna Lombardi. Flauto Federica Talia. Voce e chitarra Michela Cotugno.

In un cerchio magico di protezione, la Dea Madre, figlia, donna, bambina, dona autorevolezza alla Dea Terra che tutto accoglie, nutre, elargisce. La sua voce suadente, dolce e femminile di anima duttile in un coro di ninfee, dona il canto lunare, rituale ancestrale e simbolico e si intreccia a racconti surreali ed onirici. Sentimenti, sensazioni, presagi, nel puzzle giocoso di emozioni e momenti poetici, sono incorniciati da improvvisazioni Jazz e musica Armena.

GIOVANNA LOMBARDI dopo la laurea in Lettere Moderne con una tesi su Vittorio De Sica, comincia la sua formazione di attrice con l’Accademia Teatrale del Teatro dell’Orologio a Roma, corsi, stage e tirocini di recitazione e doppiaggio. A teatro ha collaborato a lungo con Mario Moretti che l’ha diretta in Ortensia se ne fotte di G. Feydeau, Diario intimo di Sally Mara di R. Queneau e Raccontare Nannarella. Ha partecipato a spettacoli diretti da Riccardo Cavallo. In televisione ha partecipato a fiction come: Un medico in famiglia, Un posto al sole, Questo è il mio paese per la regia di M. Soave. Il film Papa Luciani – il sorriso di Dio di Giorgio Capitani ha previsto la sua presenza nel cast. Al cinema Un viaggio lungo cent’anni e Il signor Diavolo con Pupi Avati. Nella regia e drammaturgia ha realizzato Il fantastico mondo di Ivanilda e La casa del padre al Teatro Stanze Segrete.

dall’8 al 13 ottobre

IL MIO NOME È NESSUNO
adattamento da Odissea di Omero a cura di ÈranosTeatro. Regia di Christian Angeli e Francesco Polizzi. Musiche di Franco Accascina. Scene e costumi di Giorgia Loser e Claudia de Palma. Con Francesco Polizzi. Prod. Officina Teatrale.

L’odissea è il viaggio iniziatico alla base della civiltà occidentale e le peripezie di Ulisse sono nascoste anche nella comune vita quotidiana dell’uomo contemporaneo, come ha mostrato Joyce. Le varie vicende rappresentano sotto forma onirica e fantastica tutte le tappe che ogni essere umano deve completare per ritornare alla sua vera terra e ridiventarne re. Dovrà sconfiggere la forza bruta di Polifemo, superare il richiamo dell’animalità di Circe, trascendere la sensualità delle Sirene, passare attraverso la porta stretta di Scilla e Cariddi, e finalmente al termine del viaggio, tornato a casa sotto le spoglie di un mendicante dovrà spodestare gli usurpatori del suo trono e ricongiungersi con la sua metà.

In questo spettacolo, che si propone come rito e mimesis dell’esperienza iniziatica, le avventure di Odisseo sono raccontate, cantate e interpretate da un cantore - rapsodo, che entra ed esce dalla narrazione assumendo via via le sembianze di tutti i personaggi dell’epopea omerica. la narrazione poetica si alterna alla musica e ai flashback drammatizzati del racconto di Ulisse.

FRANCESCO POLIZZI dopo gli studi di filosofia si diploma presso l’Accademia d’Arte Drammatica Silvio d’Amico. Ha lavorato come attore tra gli altri con Irene Papas, Lorenzo Salveti, Mario Ferrero e Attilio Corsini. Nel 2007 debutta come regista alla Biennale di Venezia Teatro con Venezia1750. Da allora ha curato diverse regie teatrali dedicandosi in particolare all’adattamento e riscrittura di testi classici (Shakespeare, Moliere, Goldoni, Ovidio, Petronio).

CHRISTIAN ANGELI lavora come regista teatrale, televisivo e cinematografico. Dirige spettacoli su testi scritti da Franca De Angelis, Antonello Toti, Tommaso Capolicchio; documentari sociali, sull’arte e sulla lirica; scrive e dirige cortometraggi e un lungometraggio per il cinema; è autore televisivo e docente di Storia dello Spettacolo e Tecniche di Documentazione Audiovisiva. Vince il Globo d’oro per il miglior cortometraggio nel 2005. Dal 2014 lavora con Francesco Polizzi.

dal 17 al 27 ottobre

TRACHINIE
di Sofocle. Regia di Walter Pagliaro. Traduzione di Salvatore Nicosia. Musiche di Richard Wagner. Costumi di Annalisa Dipiero. Con Micaela Esdra, Cristina Maccà, Fabrizio Amicucci, Elisabetta Arosio, Fabio Maffei, Valeria Cimaglia. Prod. Centro Diaghilev - Associazione Culturale Gianni Santuccio.

Trachinie è una tragedia sconvolgente, forse la meno nota di Sofocle ma sicuramente la più sorprendente. La protagonista non è un'eroina come Antigone o Elettra, ma una donna apparentemente comune: potremmo definirla oggi, una madre di famiglia. Deianira è una moglie che aspetta da quindici mesi il ritorno del marito, ma durante questa lunga assenza non ha smesso di indagare sui pericoli connessi a una così misteriosa lontananza: infatti anche lei, come Edipo, è turbata da enigmi e ambigui oracoli che si sforza di interpretare. Dai primi versi del dramma apprendiamo che tutta la sua vita è stata la dolorosa sottomessa attesa di un uomo inafferrabile e incontenibile, brutale e infedele, rovinoso e salvifico al tempo stesso. Deianira è la moglie di Eracle, ovvero la compagna di un uomo pazzesco, così impegnato a ripulire il mondo dai mostri da diventare egli stesso un mostro! Quando la tragedia comincia, Eracle il semidio, sta per tornare al termine delle sue dodici fatiche ma si fa precedere da una prigioniera bellissima, lole, che sembra poter assumere nella casa il ruolo di una nuova sposa. L'arrivo di questa giovane figura, avvolta in un sinistro velo nuziale, lacera la compostezza razionale di Deianira che comincia a perdere il controllo di sé: travolta dal ricordo violento del suo incontro con lo sposo, quando giovane come lole, era stata vinta da Eracle in un bestiale duello, si lascia andare alle sue più folli risorse. Scova in uno scantinato un'ampolla contenente il sangue di un Centauro, ucciso da Eracle con una freccia intrisa nel veleno dell'Idra e, ritenendolo un potente filtro erotico, bagna con esso la tunica che invia a Eracle come dono per il suo ritorno. Ma quel filtro non riaccende la passione amorosa del marito, come le era stato promesso dal Centauro Nesso, ma si rivela invece un potente veleno ustionante che brucia il corpo di Eracle, determinando la catastrofe. Lo spettacolo prova a interrogarsi sulle motivazioni che spingono la donna a distruggere lo sposo. La Deianira cui pensiamo, appartiene alla nostra contemporaneità ma non alla quotidianità: è una creatura visionaria, ossessionata da una sua personale mitologia.

WALTER PAGLIARO si diploma all'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica e si laurea in Architettura all'Università degli Studi di Firenze. Assistente di Giorgio Strehler. Ha diretto spettacoli al Teatro Stabile di Genova, al Teatro Greco di Siracusa, al Teatro Stabile di Torino, al Teatro Stabile dell'Umbria e molti altri. Ha diretto le opere Norma, Teatro Massimo Bellini di Catania, Battaglia di Legnano, Teatro di San Carlo di Napoli, Il crepuscolo degli dei, Teatro Verdi di Trieste, il ciclo dell'Anello del Nibelungo, Teatro Petruzzelli di Bari.

MICAELA ESDRA, cresciuta alla scuola di Rina Morelli, fra le opere da lei interpretate: Antigone di Sofocle, Medea di Seneca, Alcesti di Euripide, Stella, commedia per amanti di Goethe, Pentesilea di Heinrich von Kleist, Piccola commedia e Contessina Mizzi di Schnitzler, Casa di bambola di Ibsen, Vestire gli ignudi di Luigi Pirandello e Fedra di Jean Racine.

dal 29 ottobre al 10 novembre

AMELIA E SOPHIE
uno spettacolo di Anna Ceravolo e Carla Ceravolo, collaborazione di Paolo Orlandelli. Testo di Anna Ceravolo. Scene e costumi di Carla Ceravolo. Video di Renato Ferrero. Musiche originali di Alessio Zanovello. Con Luca Lodestro, Caterina Sebastiano e in via di definizione. Prod. Teatro di Documenti. Con il sostegno di Regione Lazio.

Cent'anni fa, a distanza di migliaia di chilometri, apparvero, nel firmamento dell'aviazione agli albori, due stelle incontrastate: Amelia Earhart e Sophie Peirce-Evans. Esattamente coetanee e con una storia simile per molti aspetti: un'infanzia segnata da separazioni, un'ascesa fulminea e irrefrenabile, un epilogo prematuro. Con le loro imprese non hanno soltanto sfidato la gravità, ma sfidato e smentito clamorosamente il senso comune che voleva le donne relegate nel solo contesto domestico-familiare.

Passionali e istintive, Amelia e Sophie si innamorano subito e per caso del volo e decidono che l'aviazione è la loro vita, indipendentemente dai rischi e dai costi che comporta. Gli aerei di un secolo fa erano macchine rudimentali, esistevano solo da una ventina d'anni, l'aviazione era un campo assolutamente innovativo, avveniristico e sperimentale: la dimensione ideale per Amelia e Sophie, curiose, temerarie, fortissime.

La messinscena è ambientata in uno studio televisivo, con un Presentatore, Ospiti in studio e in video, una Cantante, degli Speaker. Il programma che va in onda è un talk show sulle due Aviatrici, con interviste, intermezzi musicali, contributi video; un programma che talora ci spiazza per l'inadeguatezza imbarazzante dei personaggi (proprio come si vede in tivù).

Ci siamo affidati, per alcuni effetti delle proiezioni video, alla Intelligenza Artificiale, un nuovissimo strumento che, se per certi aspetti ci spaventa, dall'altro va conosciuto ed applicato; senza demonizzazioni. È interessante per noi accostare il teatro, forma di comunicazione dal vivo e antichissima, con l'ultimo frutto della ricerca informatica. E osservarne i risultati.

ANNA CERAVOLO, si laurea all'Università Cattolica di Milano, si diploma al Teatro Arsenale e in Spettacolo Popolare alla Paolo Grassi di Milano, frequenta il Seminario per la giovane critica teatrale di Eti, e il Master dell'International Association of Theatre Critics, Bucarest. Ha scritto una trentina di testi teatrali curandone la regia. È vice presidente del Teatro di Documenti.

CARLA CERAVOLO, scenografa, costumista, designer. Ha lavorato per il teatro d’opera e di prosa; la televisione con Dario Fo, il cinema con Salvatores, Luchetti e per Così ridevano di Gianni Amelio, film che nel 1998, vince il Leone d’Oro al Festival del Cinema Venezia. Negli anni '90 ha curato l’immagine di alcuni locali milanesi (Hollywood, Satin). Ha collaborato con Damiani dal 1984 fino alla sua scomparsa. Dal 2007 è direttore artistico del Teatro di Documenti.

dal 19 al 25 novembre

MARINA
tratto dal racconto “Marina è caduta per le scale” di Dacia Maraini. Diretto e interpretato da Lorenza Sorino.

Ogni storia ha un punto di vista, che è quello da dove la si guarda. In questa, che è una storia di violenza, lo sguardo da cui partiamo è quello di chi quella violenza l’ha subita.

Il modo in cui guardiamo gli avvenimenti è determinante, perché non solo ne delinea la nostra opinione al riguardo, ma anche l’identità di ciò che viene guardato. Perché è così che succede, ognuno di noi chiarisce a sé stesso la propria identità perché sono gli altri che ce la rimandano, è la comunità con cui entriamo in relazione che ci definisce.

Cosa accadrebbe se per effetto dei sentimenti, o più precisamente nella nostra storia, per effetto dell’amore, le nostre relazioni con gli altri finissero per diminuire sempre più riducendosi ad una sola unica persona? E se quella persona coincidesse con il nostro partner, ovvero colui o colei in cui poniamo la nostra massima fiducia e ascolto?

Per Marina accade così, lei definisce sé stessa attraverso l’unico sguardo che finirà per osservarla, quello del suo amore, e che agirà su di lei come in una sorta di addestramento animale.


Anna Ceravolo

LORENZA SORINO a diciotto anni si trasferisce a Bologna conseguendo il Diploma di attrice di Prosa presso Scuola di teatro di Bologna di Alessandra Galante Garrone. Tra i suoi primi spettacoli DeaOdissea, con la regia di Angela Malfitano, poi l'incontro con il CSS di Udine dove viene scelta per interpretare Marion ne La Morte Di Danton per la regia di A. Popovsk. A Roma incontra il regista Roberto Marafante e viene scelta per lo spettacolo Shakespeare love’s Rome, a Napoli prende parte allo spettacolo prodotto dal Teatro Bellini Odissè in assenza del padre, regia di Gabriele Russo e sempre a Napoli lavorerà con il teatro Nest per il Napoli Teatro Festival nello spettacolo La città perfetta, regia di Giuseppe Miale di Mauro. Nel 2005 protagonista per il cinema in Onora il Padre e la Madre, per la regia di Gianni Leacche, sempre per il cinema partecipa al film Janara, regia di Roberto Bontà Polito, per la televisione accanto a Gigi Proietti ne Il Signore della truffa, Un medico in Famiglia, Don Matteo e in ultimo nel 2020 prende parte alla fiction Buongiorno Mamma, per la regia di Giulio Manfredonia. Nel 2020 fonda insieme ad Arturo Scognamiglio la società di produzione teatrale e cinematografica Unaltroteatro.

dal 26 al 29 novembre

GLI ESCLUSI
di Roberta Calandra. Regia Valentina Ghetti con la supervisione di Roberto D'Alessandro. Con Caterina Gramaglia, Camilla Ferranti, Alessio de Persio, Dario Masciello, Simone Guarany, Leonardo Zarra.

Gli esclusi, uno spettacolo ispirato dalle costellazioni familiari. In un misterioso stanzone anonimo sei protagonisti si incontrano in un esperimento dai connotati inquietanti che li vede combattere per affermare finalmente la propria identità distrutta dalla Storia. Scopriremo che tutti e sei sono realmente esistiti e sono figli di famiglie illustri, distrutti psicologicamente da esigenze di potere politico o culturale: Rosemary Kennedy, Lucia Joyce, Benito Albino Mussolini, Aldo Togliatti, Giorgio Agnelli, Eduard Einstein… L’idea che muove questo progetto teatrale è quella che parte dall’indagine su alcuni personaggi, figli di celebri clan di potere economico e intellettuale, esclusi in qualche forma, quasi sempre quella del disagio mentale con conseguente internamento, dal loro contesto di origine. Eduard il figlio di Einstein, Lucia Joyce, Rosemary Kennedy, Giorgio Agnelli, Albino Daser, Aldo Togliatti hanno infatti subito una sorte analoga, andando a costituire una sorta di lato ombra delle rispettive famiglie di origine, sacrificando in nome di un ordine costituito talenti e sensibilità spiccatamente fuori dal comune. Quasi tutti possedevano una forte attitudine artistica, avevano una intelligenza fuori dal comune e spiccati talenti. Numerosi sistemi di indagine contemporanea, prime tra tutte le costellazioni familiari di Hellinger, evidenziano come l’esclusione deliberata dei membri di un clan abbia pesanti ripercussioni sui discendenti dello stesso. In questo testo si restituisce loro dignità e memoria. Ma lo scoprirsi analoghi nei vissuti e nelle percezioni, darà ai sei personaggi in cerca di esistenza un nuovo valore, intriso di riconoscimento, solidarietà e imprevedibilmente, amore. In una sorta di guerra senza esclusione di colpi i nostri protagonisti impareranno infatti a diventare sé stessi, costituendo un imprevedibile modello di realizzazione per tutti noi, per quelle zone intime e segrete che tendiamo a nascondere pur di apparire “normali” e che costituiscono invece la nostra più preziosa risorsa, quella che si esprime con l’anima.

Note di regia

Dove, se non in un sogno o su di un palcoscenico, si potrebbero mettere insieme Rosemary Kennedy, Lucia Joyce, Benito Albino Mussolini, Aldo Togliatti, Giorgio Agnelli ed Eduard Einstein? Sei personaggi schiacciati dal peso delle loro storie, delle loro famiglie. Sei persone senza pelle che hanno a nudo le loro anime. Un esperimento all’interno di una stanza di un istituto psichiatrico, una stanza dove immaginari vetri nascondono gli scienziati-spettatori che osservano (e giudicano?) la follia presunta o reale dei protagonisti. Il siero placebo e gli stimoli a cui i nostri 6 eroi verranno sottoposti li porteranno a raccontarsi, litigare, piangere sotto gli occhi vigili del pubblico in un'escalation di situazioni grottesche, dolci, commoventi al punto che i “pazzi" scimmiotteranno i "pazzi" per essere accettati dai "normali". Una nuova versione di Qualcuno volò sul nido del cuculo, dove l’antagonista non è la società, non sono gli infami infermieri, gli antagonisti sono i personaggi stessi.

ROBERTA CALANDRA. Scrittrice, drammaturga, poetessa, sceneggiatrice. Ha pubblicato più di venti libri tra romanzi, saggi, drammaturgie, poesie, fiabe, tra i quali L’eredità di Anna Freud, Otto, Le orchidee, La fine del noi come lo conoscevamo. Ha realizzato più o meno lo stesso numero di spettacoli tra i quali ricorda Il buco, Dicono di lei, La strategia del colibrì, Otto, In principio era il silenzio, L’imperatrice.

VALENTINA GHETTI. Ex attrice, ora sceneggiatrice cinematografica e regista teatrale. Autrice del thriller Double soul con i premi Oscar Murray Abraham e Danny Glover, finalista al premio ALF donne sceneggiatrici e regista di pièce teatrali tra cui 7 Psicosi e L'imperatrice- Niki di Saint Phalle.

30 novembre

FLOWERS
di Susanna Gianandrea per Artisti Associati Paolo Trenta. Testi e adattamenti di Susanna Gianandrea, Stefano Trucco, Pamela Baldi, Milena Quercia, Paolo Riccardi.

L’amore non ha un solo colore. Proprio come i fiori. Ce lo ricorda Flowers.

Le storie: una donna non riconosce più il suo compagno in quanto tale; un uomo svela segreti inconfessabili di un amico; un amante annega nell’alcool per i tradimenti subiti; un uomo si perde nella dipendenza sessuale e un altro in quella lavorativa; una donna non riesce ad allontanarsi da un abuso subito e un’altra rimane bloccata in un amore non corrisposto; una ragazza si pente per la sua complicità in un episodio di mobbing e una rocker rincorre donne e musica; una madre lotta per i diritti del figlio gay; una figlia esplode il suo coming out e un uomo rinasce donna.

La scrittura dei monologhi risente delle eco di una ventina di interviste realizzate in video con persone diverse per orientamento sessuale, genere, paese di provenienza, religione, esperienza affettiva. Le interviste sono parte integrante dello spettacolo, restituite anche attraverso un’ambientazione sonora iniziale e un video finale e sono state realizzate in collaborazione con Erberto Rebora del Collettivo Espressioni Vaganti.

SUSANNA GIANANDREA per il teatro, scrive, adatta e cura la regia di Flowers, progetto crossmediale sull’amore al di là del genere. Adatta da Le Troiane di Euripide, Seneca e Sartre un testo per lo spettacolo Ossa di cui cura la regia. Scrive e adatta da The Bloody Chamber di Angela Carter una trilogia teatrale sulle donne che intitola Rane, di cui cura la regia. Vince il premio della sezione teatrale dell’XI Premio San Vitale di Bologna con il testo PMA - Perturbazioni da maternità assente, con conseguente pubblicazione nel volume del Premio San Vitale e una rappresentazione teatrale presso il Teatro San Martino (Bologna, 2009). Cura ed è tra gli autori del documentario Un passo più in là, in viaggio con Luca Rastello, in onda il 6 luglio 2017 su Rai Storia. È autrice e curatrice dei ritratti video delle pioniere della radio e della televisione (Alda Grimaldi, Susanna Egri, Lina Wertmüller e dell’autore televisivo Bruno Voglino. Ha curato tutti i video della mostra Sulle tracce del crimine dedicata al giallo e al noir in Rai.

dal 5 all’8 dicembre

CARO PIER PAOLO
di Dacia Maraini. Musiche Federica Clementi. Con Anna Teresa Rossini e Alessio Messersì. Esecutore delle musiche Pino Clementi (sax e flauto). Introduce la serata Eugenio Murrali. Coordinamento artistico Norma Martelli.

Caro Pier Paolo è un epistolario immaginario a una sola voce. L’autrice Dacia Maraini scrive all’amato e caro amico Pasolini lettere in cui racconta delle visite notturne che lui in sogno le regala, svelando i loro dialoghi intimi che si dipanano tra riflessioni profonde, polemiche artistiche e confessioni personali. Tratto dal libro Caro Pier Paolo, per la messa in scena, abbiamo scelto con Eugenio Murrali le lettere che parlano dei momenti più personali della loro amicizia. Ad Anna Teresa Rossini il compito di svelarli al pubblico, aiutata dalla presenza in scena di Alessio Messersì. Le note del sax di Pino Clementi, elaborate su musiche di Federica Clementi, rispondono alle lettere con suono a volte stridente, così come stridente fu la vita di Pier Paolo Pasolini.

dal 13 al 15 dicembre

MEMORIE DA UNA CASA DI MORTI
di Benedetta Nicoletti. Con Andrea Lami.

Il 23 aprile 1849 Fedor Dostoevskij viene arrestato, condannato ai lavori forzati e deportato nella fortezza di Omsk, in Siberia. L’accusa è di sovversione sociale e politica ai danni della Russia zarista. Molti anni dopo, nel 1863, pubblicherà le sue Memorie; Omsk, qui, è la “casa di morti”, sfondo di un’umanità irreale, colpevole e santa, benedetta da ogni vizio per diritto di nascita, maledetta dalla nascita per destino o per caso, ma potente, vibrante, infinitamente vera.

ANDREA LAMI si forma presso l’Accademia di Teatro Fondamenta, la Scuola di Canto Melody Music School, l’Accademia di doppiaggio di Silvia Pepitoni, partecipando anche a numerosi seminari e corsi privati di pianoforte e chitarra. Come attore ha preso parte a tournée in varie città italiane. Inoltre ha lavorato come speaker, corista e in alcuni cortometraggi, spot e video musicali.

22 dicembre

APPELSINPINKEN
performance di teatro immersivo. Ideazione e regia di Alessia Cristofanilli. Con Luca Argenta, Brunella Bonetti, Daniele Cavarra, Maria Chiara Guarino, Stefania Nocca, Stefano Pompili Rossini.

Appelsinpiken è una parola impronunciabile, un mondo alla rovescia, un teatro ribaltato, una storia sbriciolata, una scena con i buchi un universo al sapore di vaniglia.

Un’esperienza di teatro immersivo per soli 30 spettatori alla volta, una tipologia di messa in scena in cui il pubblico si muove nelle varie sale e può interagire con i personaggi. Gli spettatori sono invitati a seguire un filo narrativo per orientarsi nella labirintica architettura del Teatro di Documenti. Una storia delicata ed appassionante, un mistero da risolvere e un luogo tutto da scoprire. Appelsinpinken è l’esito finale del primo anno de L’Atelier- spazio aperto di ricerca teatrale uno spazio ideato e guidato da Alessia Cristofanilli all’interno del Teatro di Documenti.

ALESSIA CRISTOFANILLI (autrice, regista), classe ‘87, è autrice, regista e pedagoga teatrale. Dopo il percorso accademico in studi pedagogici, si diploma presso la Scuola di Teatro Sociale e Arti performative di Firenze. Studia con diversi maestri e registi tra cui: Eugenio Barba, Julia Varley, Mamadou Diume, Jairo Cuesta, James Slowiak, Cora Herrendorf, Armando Punzo, Claude Coldy. Approfondisce il teatro di Grotowski con Rena Mirecka, presso il Grotowski Istitute di Breslavia. Studia drammaturgia con Lucia Calamaro, Letizia Russo e Valerio Callieri. Dal 2014 lavora come formatrice e pedagoga teatrale, porta il teatro “dappertutto” conduce laboratori di ricerca e creazione teatrale rivolti alla cittadinanza, ai ragazzi, alle comunità, sia in Italia che all’estero. Nel 2022 il suo testo Da qui non è mai uscito nessuno vince il concorso di drammaturgia Prosit - nuove drammaturgie per un nuovo teatro del Teatro Studio Altrove.

11 e 12 gennaio

IL GIOCATORE
di e con Diego Colaiori.

Un solo attore sulla scena in uno spettacolo ispirato al grande teatro di narrazione, con musica, monologhi, letture interpretate e commenti; il racconto della nascita del romanzo del genio russo, Dostoevskij, che oltre ad essere stato un grande scrittore fu anche un giocatore d’azzardo. Il giocatore (1866), nato in bizzarre circostanze, è una storia di personaggi divertenti, con luci e ombre, in situazioni squisitamente tragicomiche. La necessità della scrittura, i sogni di giovinezza, l’amore e la perfida Dea Fortuna si incontreranno in questa trama sullo sfondo di una Russia già al tempo distante dall’Europa; una distanza con sostanziali differenze.

Note di regia

Il giocatore (1866) è una storia di personaggi, con luci e ombre, in situazioni squisitamente tragicomiche. Il romanzo è ambientato in Germania, in una fittizia città di nome Roulettenburg il cui casinò attira molti turisti. Aleksej Ivànovic, il narratore, svolge la professione di precettore presso una stravagante famiglia, composta da un vecchio generale, i suoi due bambini e una figliastra di nome Polina. Altri personaggi ruotano attorno a questo piccolo nucleo familiare, il quale, essendo in rovina finanziaria, non ha altre risorse che attendere la morte della anziana nonna russa, Antonida Vasilevna, dalla quale potrà ereditare grandi proprietà e ricchezze. Ma prima, Aleksej e gli altri ne dovranno passare delle belle…

Il romanzo, pur essendo divertente, emotivamente coinvolgente, conquista tuttavia ancor più per quello che non si legge in esso. Il giocatore viene scritto in circostanze particolari: lo stesso Dostoevskij è un giocatore d’azzardo e per questo finisce vittima di un raggiro dell’editore, che mette a repentaglio la sua carriera. Il contesto storico da cui prende vita inoltre non è trascurabile, e tra le righe si intuisce il disagio che i Russi di metà Ottocento hanno provato a causa di una politica arretrata nei confronti di europei troppo spesso altezzosi. Temi oggi più che mai attuali: l’opposizione tra la Russia e l’Europa, e il gioco d’azzardo che diventa patologico per molti giovani che non trovano un posto nel mondo; o che trovandolo lo perdono nel gioco. Tutto ciò ha spinto a mettere in scena uno spettacolo che andasse a raccontare non solo la storia del romanzo, ma le diverse storie che lo circondano. Ed ecco che i grandi autori del teatro di narrazione vengono in soccorso per strutturare un confronto diretto con il pubblico, senza il filtro del personaggio, in cui un solo attore in scena offre spunti di riflessione attraverso il mosaico di intrecci.

Una mise en espace dai toni semplici: una panchina e un leggio in scena. L’attore racconta passaggi di trama, tratta i temi della storia, interpreta monologhi e legge i momenti salienti del romanzo, in un amalgama semplice ed efficace. La narrativa si fa spettacolo: il gioco di luci immerge il pubblico in luoghi diversi, stacchi ed effetti musicali rendono l’atmosfera ora leggera, ora appassionata.

Un modo per avvicinare alla lettura, per godere di un gioco letterario che da sempre affascina l’uomo con la sola forza della parola.

DIEGO COLAIORI, classe 1995, si dedica all’arte in un connubio fatto di teatro e narrativa. Consegue la laurea triennale in lettere all’Università degli studi di Roma Tor Vergata, con una tesi in Drammaturgia antica sugli elementi di scena dell’Orestea di Eschilo. La tesi magistrale è uno studio sulla scrittura creativa attraverso le opere di Italo Calvino. Studia recitazione e regia con Maurizio Mosetti, Teatro dei Borgia, Flavia Gallo, Giorgio Barberio Corsetti; per la scrittura creativa segue i corsi di Francesco Trento e di Max e Francesco Morini. Oggi conduce laboratori teatrali e di scrittura creativa, legge audiolibri e collabora con registi quali Gianfranco Teodoro, Sergio Ammirata e Federica Altieri; entra far parte della Compagnia italiana di Operette, ma porta avanti anche spettacoli di propria ideazione. Il suo ultimo romanzo breve si intitola La vecchiaia buffa (Ilmiolibro); l’uscita di una prossima novità editoriale è prevista per Dicembre 2024.

25 gennaio

QUELLI CHE SPINGONO AL BUFFET
di Alessia Cristofanilli. Voce Maria Chiara Guarino. Chitarra Claudio Martini. Basso Michele di Carlantonio.

Se una storia d’amore potesse essere cantata, probabilmente suonerebbe così, se potesse essere scritta sarebbe fatta di pezzi scomposti, pagine di diario, poesie sussurrate, discorsi sulle galassie e invettive sui surgelati.

Una selezione di brani provenienti dalla tradizione popolare sudamericana ci trasporta tra diversi generi e ritmi: dallo choro brasiliano, al tango e al bolero, eseguiti da una formazione “essenziale”, chitarra e basso elettrico e voce, si intrecciano con testi poetici, ironici e surreali.

ALESSIA CRISTOFANILLI (autrice, regista), classe ‘87, è autrice, regista e pedagoga teatrale. Dopo il percorso accademico in studi pedagogici, si diploma presso la Scuola di Teatro Sociale e Arti performative di Firenze. Studia con diversi maestri e registi tra cui: Eugenio Barba, Julia Varley, Mamadou Diume, Jairo Cuesta, James Slowiak, Cora Herrendorf, Armando Punzo, Claude Coldy. Approfondisce il teatro di Grotowski con Rena Mirecka, presso il Grotowski Istitute di Breslavia. Studia drammaturgia con Lucia Calamaro, Letizia Russo e Valerio Callieri. Dal 2014 lavora come formatrice e pedagoga teatrale, porta il teatro “dappertutto” conduce laboratori di ricerca e creazione teatrale rivolti alla cittadinanza, ai ragazzi, alle comunità, sia in Italia che all’estero. Nel 2022 il suo testo Da qui non è mai uscito nessuno vince il concorso di drammaturgia Prosit - nuove drammaturgie per un nuovo teatro del Teatro Studio Altrove.

1 e 2 febbraio

IL PAPÀ DI DIO
tratto dall’omonimo romanzo a fumetti di maicol&mirco. Scrittura scenica e regia Andrea Fazzini. Musiche Lili Refrain. Scenografia Frediano Brandetti. Consulenza poetica e filosofica Rubina Giorgi. Grafica Roberto Montani. Con Meri Bracalente, Andrea Filipponi, Sergio Licatalosi, Fermando Micucci.

Il Papà di Dio ha un diavolo per capello: suo figlio è irrecuperabile. Non ne combina mai una giusta. Non a caso suo figlio ha voluto creare il suo Universo senza prima studiare! E qual è il risultato? Questo Universo qua! Il nostro. Un Universo dove si soffre, ci si ammala e si muore. Un Universo dove si lavora e si suda. Un Universo tutto sbagliato. Non come quello del Papà di Dio. Un Universo meraviglioso. Dove non esiste morto, dolore né fame. Dove non si deve lavorare né faticare. Dove i soldi non esistono così come i poveri. Ma Dio non ha voluto ascoltarlo. Ed ecco qua con che razza di Universo ci ritroviamo! Riuscirà Dio a farsi accettare da suo Papà? E suo Papà riuscirà a comprendere e capire il nostro povero Dio?’.

ANDREA FAZZINI è autore e regista. Nel 2003 fonda il Teatro Rebis di Macerata. Dal 2019 al 2021 è docente di Storia del teatro e dello spettacolo presso Unimc. Tra i riconoscimenti: Premio Claudio Gora di Roma, come miglior spettacolo con Il dolce miraggio di Ulisse; Premio Rota in festival di Mercato San Severino come miglior spettacolo, miglior regia, migliore attrice protagonista, con Lucky e Pozzo; Premio Fringe2Fringe di Napoli con di una specie cattiva; finalista nel del Premio In-Box di Siena e vincitore nel del Premio come miglior drammaturgia al Festival Utovie di Macerata con Scarabocchi; Premio Internazionale 'Inclusione3.0', a cura di Unimc. Come direttore artistico ha ideato i festival Limen Festival; Ci si incontra così, per miracolo; Che razza di sogni; Non ho tempo e serve tempo; Defigura; Youbiquity; Al riparo di un tetto di fortuna, Puro Teatro e ha coordinato e condotto numerosi progetti rivolti principalmente alle scuole e a situazioni di marginalità sociale. In particolare, con il sostegno del ‘Centro per lo Sviluppo Creativo Danilo Dolci’ di Palermo, sta sviluppando dal 2010 un percorso laboratoriale, intitolato Ciascuno cresce solo se sognato, che unisce il metodo educativo non formale della maieutica reciproca alla pratica teatrale.

dal 5 al 9 febbraio

FRAMMENTI DI ODISSEA: LE DONNE DEL RITORNO
di Patrizia Masi. Action Theatre Painting, Fabio Visintin. Con Fabio Visintin, Paola Zoffoli, Lello Somma, Francesca Visintin, Maddalena Fierro, Brenda Monticone Martini, Annetta Filippelli, Patrizia Masi, Andrea Filippelli, Norberto Faleo, Elena Konoplyova, Erika Ledonne, Silvia Petri. Prod. Bolero.

Fabio Visintin, illustratore, autore di fumetti e graphic novel, porta in scena, come Graphic Theatre Painting, insieme a Compagnia Bolero, la sua acclamatissima Odissea narrata allo sguardo, già alla seconda edizione con Gallucci Editore. Di che cosa parla l’Odissea lo sappiamo tutti, ma questa è la storia di una traversata a ritroso nel tempo. Un viaggio per mare rivissuto da un Odisseo già avanti negli anni, dall’Ade. Ma è anche un ribaltamento. È la storia delle donne del ritorno. Donne che lo hanno avuto, lo hanno amato, tentato, posseduto. Tante, tutte. Calliope, Atena, Circe, Calipso, Nausicaa, Arete, Penelope, Euriclea, Aglaia, le Sirene. Nomi di donne che tornano a trovarlo, simili a risacche, nella memoria dell’acqua, nello sciame di voci, di echi, nell’improvviso scintillio di presenze davanti a un Eroe solo, smarrito, provato. Richiami nelle raffiche di vento, orme che il mare ha cancellato, onde lunghe di canti, frammenti di vita, che si accendono come lampare sul mare. Donne che lo hanno vissuto, sofferto e perduto. Perché anche Penelope lo perderà. Dopo averla riabbracciata, ripartirà per andare a scoprire che cosa c’è oltre le Colonne d’Ercole. Per la sua spaventosa voglia di riprendere il mare. È il senso di Odisseo il mare, l’inconoscibile, l’alterità, il viaggio. Lui sa che c’è la fine, lo sa dall’inizio che c’è la fine. L’importante della fine è che sia bella, e mai banale. Combattere contro i nemici, combattere per amore e finire. Quanto tempo riesce un uomo a stare con le cose che ama? E soprattutto perché accontentarsi e smettere di cercare? La vita di un uomo non si ferma. Odisseo è tutti noi. Un uomo che continua, un uomo che si ripropone, che sbatte contro il dolore e lo supera. Odisseo è la capacità immensa di continuare. Ci sono due modi di concepire il mondo: la terra e il mare. La terra è permanenza: ci stai, ti fermi, non ti muovi. La terra la comanda la donna. Il mare è maschio: insicurezza, incertezza, dubbio. Il mare è la metafora del cuore, come la terra lo è dell'anima. Il mare è Arte, non sai mai dove ti porta. Odisseo aveva la straordinaria capacità che hanno gli uomini veri: non sapere mai se vinci o perdi, mettersi in gioco sempre, e affrontare l’ignoto.

PATRIZIA MASI, Accademia d’Arte Drammatica Silvio D’Amico. Doppiatrice in esclusiva con la Cine Video Doppiatori. Dal 1975 al 1995 lavora in Rai come attrice, autrice e regista. Ha ideato e curato programmi culturali radiofonici e televisivi, documentari, sceneggiati, commedie, radiodrammi. Scrive soggetti e sceneggiature di corti e lungometraggi. Dal 1992 è socio fondatore della OLP-Organizzazione Lupi Production S.r.l.. Nel 1998 fonda ed è Presidente di Bolero, per cui produce e realizza spettacoli, eventi, mostre, concerti, rassegne, premi. Nel 2003 fonda la Compagnia Teatrale Bolero, di cui è direttore artistico e regista.

FABIO VISINTIN, illustratore, autore di fumetti e graphic novel, creatore di giochi, collabora da oltre trent’anni con le principali case editrici italiane e straniere. Crea pattern tessili per la moda e l’interior design. Ha vinto diversi premi, tra cui il Gran Guinigi Lucca Comics e il Premio Soligatto, sue tavole sono state esposte a Roma alla mostra Fumetto italiano, 50 anni di romanzi disegnati. Nel 2020 comincia una collaborazione con Gallucci, per cui realizza diverse pubblicazioni. Il progetto Odissea narrata allo sguardo racconta l'Odissea di Omero con immagini disposte in successione logica, con pochi testi e dialoghi. Grazie alle molteplici soluzioni di montaggio proprie del fumetto, nasce una narrazione visiva di grande impatto.

dall’11 al 16 febbraio

PRIMA DELLA TEMPESTA – OMAGGIO A LUCIANO DAMIANI E A GIORGIO STREHLER
di e con Antonella Civale. Regia e drammaturgia Marco Carniti. Musiche originali Fiorenzo Carpi. Aiuto-regia Francesco Lonano. Prod. Politeama s.r.l.

MOSTRA DEI BOZZETTI DI LUCIANO DAMIANI PER TEMPESTA, a cura di Carla Ceravolo, Teatro di Documenti.

Uno spaccato umano, poetico ed educativo sugli artisti dell’Italia del dopoguerra. Attraverso i materiali di lavoro per La Tempesta di Shakespeare di due giganti del teatro del ‘900, il regista Giorgio Strehler e lo scenografo Luciano Damiani, andiamo a riscoprire il valore dell’arte e della vita al di fuori delle logiche di mercato. Prima della Tempesta è una bomba di poesia che colpisce al cuore anche un pubblico che non è mai entrato in teatro. L’attrice, in panni maschili, interpreta la figura quasi scomparsa del “suggeritore”, che vede nascere dalla sua postazione nascosta, come attraverso il buco di una serratura, tutte le meraviglie del teatro e rivive come un divertente puck shakespeariano le difficoltà di un’Italia che deve rialzarsi economicamente e culturalmente dando un senso sociale, civico e politico all’azione del “fare teatro”.

ANTONELLA CIVALE, nata a Roma nel 1979, nel 2003 entra all’Accademia d'Arte Drammatica Silvio D’Amico. Nel 2006 vince la borsa di studio per la American Conservatory Theatre di San Francisco. In teatro spazia dal comico al drammatico al teatro per bambini. Ha collaborato, fra gli altri, con Marco Carniti, Lorenzo Salveti, Massimiliano Farau, Nicola Pistoia, Fabrizio Angelini, Loredana Scaramella, Silvio Peroni. In cinema ha interpretato Anna Magnani nel Qilm Anna, Teresa e le resistenti; a breve comparirà in un Qilm e in una serie su Rai 1; con il cortometraggio La bouillabaisse ha vinto il premio Cortinametraggio 2014 come miglior attrice. È insegnante di dizione e recitazione, dialogue coach, formatrice in competenze relazionali per singoli e aziende e presentatrice di eventi dal vivo.

19 febbraio

PARADOSSALISMO IN CONCERTO
di Leonardo Silla. Cast in definizione.

Un concerto del tutto sperimentale e inedito. Un abbraccio respingente tra antico e contemporaneo, teatro e musica. Vi saranno più postazioni allestite all'interno del Teatro di Documenti e dunque il concerto sarà itinerante. Il coro fungerà da facilitatore per questo itinerario traghettando gli spettatori nel giusto luogo al momento opportuno, dopodiché diverrà di nuovo parte dell'architettura musicale. Si pensi a dei veri e propri dipinti viventi che in maniera meccanica vanno sì a creare una dimensione totale dei brani ponendo le basi per un ascolto altro.

LEONARDO SILLA, nome d'arte di Leonardo Silla, è un paravento, parolaio e di suono disintegratore Italiano. Dal principio disorientato verso e musica casuali, durante il suo percorso s'imbatte in un albero e dunque in sperimentazioni naturalistiche di Venti, Rami Spezzati, Cinguettio Qualche e di depensamento beniano. Patendo di questa sperimentazione e costantemente annoiato tanto dall’opera del Signor Contemporaneo quanto dall’opera del Signor Di Dietro, amplia la sua ricerca silenziosa esprimendosi attraverso l'inesprimibile / inespressivo e il paradosso di dirlo, per arrivare a confusione. Le sue pacchianate dal vivo sono contraddittorie e fanno utilizzo di mani sporche di TERRA, arricchite da attorcigliamenti di voce, corpo, anima e spirito.

dal 27 febbraio al 2 marzo

RAPHAEL
di e con Andrea Lattari e Cinzia Grande. Cast in definizione.

Il nuovo lavoro della Compagnia, terza parte della Trilogia ispirata dagli studi di Teatro e Pittura, dedicata a Raffaello Sanzio, nasce dalla collaborazione tra attori e artisti visuali. Un’interpretazione contemporanea dei lavori del grande maestro, una ricerca teatrale che sonda la relazione tra spazio e corpo dell’attore attraverso il dialogo di differenti discipline artistiche, per sperimentare nuovi linguaggi performativi. Raffaello Sanzio, pittore e architetto, svela le regole geometriche che governano l’universo, l’uomo, lo spazio vissuto e le relazioni che intercorrono tra loro, aprendo il campo a nuove sperimentazioni e interazioni fra le arti. Il Teatro, luogo di relazione e dialogo per eccellenza, è spazio ideale, di creazione e sperimentazione.

ANDREA LATTARI e CINZIA GRANDE sono attori e registi della Compagnia Teatrale Maner Manus autori di spettacoli riconosciuti e premiati in festival internazionali. Due loro opere originali di Commedia dell’Arte, The Inn of Crossed Destinies e Comedy in short acts, vengono prodotte negli Stati Uniti. Vengono invitati per un progetto teatrale come Guest Teachers dall’Acadia University, in Canada. Lo spettacolo Il Favoloso Viaggio viene premiato al Theatre World Fest. La loro ricerca tra Teatro e Arte porta alla creazione della trilogia Raphael, Artemisia, Michelangelo da Caravaggio, spettacoli prodotti in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Roma. Intraprendono viaggi di ricerca antropologica e performativa, collaborazioni e scambi con altre culture come in India, Africa e presentano i loro studi sulla Maschera in laboratori internazionali per la formazione degli attori, Master Classes di Commedia dell’Arte, ITA International Theatre Art, teatro in residenza e in collaborazione con CATT Centre for Alternative Theatre Training, ove sperimentano la loro ultima ricerca: Teatro dei Sensi.

dal 6 al 9 marzo e dal 13 al 17 marzo

QUANDO VERRÀ LA FIN DI VITA (E QUESTA STORIA È GIÀ FINITA?)
di Stefania Porrino. Musiche Tancredi Rossi. Con Giulio Farnese, Nunzia Greco, Evelina Nazzari, Alessandro Pala Griesche, Carla Kaamini Carretti. Scene Màlgari Onnis. In collaborazione con il Centro Studi “Vera Pertossi”. Prod. Teatro di Documenti.

La storia si muove su due piani paralleli: uno più realistico, con atmosfere noir e intreccio da genere “giallo”, l’altro più filosofico e metateatrale. Il primo è incentrato sulla storia di Virgilio e Beatrice, due maturi coniugi senza figli, che cercano di esorcizzare la paura della vecchiaia e della morte pianificando nel miglior modo possibile, grazie a un’eredità ricevuta da un cugino di lui, l’ultima fase della loro vita. L’altro piano, che si potrebbe definire non tanto “teatro nel teatro” quanto “giallo nel giallo”, è quello di Vir e Bea che sono i veri autori della storia di Virgilio e Beatrice, la loro stessa coscienza immateriale che agisce fuori dal tempo. Accanto a Virgilio e Beatrice - ed elemento essenziale allo sviluppo del “giallo”, fino al suo paradossale epilogo – si muove Pia, ambigua figura dal passato complesso e repressi desideri di revanche esistenziali, la cui presenza sembra essere tutt’uno con la casa ereditata. La vicenda si snoda a partire da un testamento che lascia in eredità a Virgilio e Beatrice un casale nella campagna toscana ma il nodo drammatico dell’azione teatrale non consiste tanto nello sviluppo degli eventi legati al testamento e alla casa, quanto al rapporto che lega i protagonisti della storia con i loro “doppi” astratti.

Lo spettacolo intende lasciare agli spettatori alcuni quesiti su cui interrogarsi: che legame c’è tra le due coppie di personaggi? Tra Virgilio e Vir o tra Beatrice e Bea chi è il vero protagonista della sua storia? E in generale: ciascuno di noi è davvero padrone della sua vita? E può esistere un’altra modalità di vita, oltre quella che conosciamo?

STEFANIA PORRINO, scrittrice e regista di prosa e lirica, è docente di Arte Scenica e di Regia del Teatro Musicale presso il Conservatorio di Musica di Frosinone, per il quale ha scritto e messo in scena libretti per il teatro musicale e pubblicato il manuale Teatro musicale – Lezioni di regia (Edizioni LIM, 2013). Come drammaturga, dopo aver frequentato negli anni ‘80 il Corso di Drammaturgia di Eduardo De Filippo presso l’Università La Sapienza di Roma e un Seminario di Drammaturgia con Dacia Maraini, ha firmato più di 40 testi, quasi tutti premiati e pubblicati, andati in scena a Roma, in Italia e all’estero. Ha scritto anche sceneggiature per la RAI, un romanzo esoterico (Il romanzo del Sentire - da Atlantide a noi, Bastogi, 2003; IkonaLiber, 2019), un testo per ragazzi (I racconti della carriola magica – Favole in cinque millenni di arte e storia, IkonaLiber, 2018) e un libro autobiografico (Effetto di sardi affetti, Nemapress, 2019). Dal 2006 fa parte del Direttivo SIAD (Società Italiana Autori Drammatici) e collabora alla rivista Ridotto edita dalla SIAD. Dal 2014 organizza, insieme a Duska Bisconti, Spiritualmente Laici, una rassegna teatrale dedicata ai temi della ricerca spirituale. Attualmente è entrata a far parte di Controparola, un gruppo di scrittrici nato per iniziativa di Dacia Maraini.

22 e 23 marzo

CALIPSO – UN VIAGGIO TRA ARCAICO E CONTEMPORANEO
di e con Caterina Stillitano. Musiche originali Francesco Stillitano. Voce maschile Gerardo Malandrino.

Questo spettacolo dalla natura itinerante nasce dalla volontà e dal desiderio di indagare le radici e le origini arcaiche della nostra cultura, attraverso l’Arte. Secondo alcuni studi, di fronte alla costa della Calabria Ionica si trovava l’isola di Ogigia su cui approdò Ulisse e che fu dimora di Calipso dal capo “rizzuto”, la Ninfa condannata alla solitudine che trattenne a sé Ulisse per molti anni, per amore.

In lei che, in quanto Ninfa, vive uno stretto rapporto con la natura e di un vivere appartata, coesistono l’Arte Tessile (come per Penelope), considerata un’attività lodevole per una donna, e il Canto che è, invece, un elemento “trasgressivo”, “seduttivo” e “selvaggio”, un elemento incantatorio.

Calipso è simbolo di un femminile destinato all’infelicità: amante instancabile che, per sette lunghi anni, continua ad amare un uomo, nonostante i suoi rifiuti, e che “…a forza lo trattiene” e lamenta l’ingiusto maschilismo degli dei per i quali sono consentite le unioni con le donne, mentre alle dee non è consentito di unirsi agli uomini mortali. Questo viaggio tra l’Arcaico e il Contemporaneo ci offre una riflessione sul rapporto tra Scrittura e Oralità, sulla dimensione del Tempo e dello Spazio, sul senso dell’immortalità (quella stessa immortalità che la Ninfa offre invano al suo amato), e sul Corpo/Involucro: quel confine che ci delimita e ci racchiude, la nostra corazza e la nostra prigione. Lo spettacolo intende ripercorrere il legame tra l’Arcaico e il Contemporaneo attraverso la relazione tra il corpo dell’artista, il luogo, gli oggetti e i costumi “materici”.

CATERINA STILLITANO, artista visiva, scenografa, costumista e performer. Ha studiato Scenografia presso l’Accademia delle Belle Arti di Roma. La sua ricerca indaga il rapporto tra Materia, Luce e Corpo e il suo lavoro tende ad esplorare questo incontro, che si esprime attraverso la creazione di oggetti e di Costumi-Scultura così chiamati perché sono rigidi come delle corazze, degli involucri: sono delle “Sculture che si indossano”. Ha lavorato in diversi spettacoli in qualità di scenografa, costumista, performer e regista. Ha partecipato a festival internazionali. Ha condotto laboratori presso l’Università degli Studi di Roma La Sapienza. È autrice dei libri Dal mito iperboreo all’uomo abbandonato e Le mie mani magiche.

dal 25 al 30 marzo

MALAMADRE – ELETTRA VS CLITENNESTRA
di Elena Fanucci. Regia e ambientazione scenica Franco Gervasio. Costumi Laura Strambi. Musiche

Paolo Conte. Con Barbara Scoppa.

Contro la crudeltà di Clitennestra, si oppone Elettra: dolore e sofferenza, vissuti ormai in una dimensione di alienazione e di esaltazione. Tutto è già accaduto: l’omicidio di Agamennone da parte di Clitennestra con la complicità dell’amante Egisto. L’uccisione di Ifigenia, primogenita di Clitennestra, che Agamennone non esita a sacrificare come vuole il sacerdote Calcante, per ingraziarsi gli dei verso la conquista di Troia. Di fronte a tutto questo male, Elettra è accecata dal dolore e progetta la vendetta. Lo stesso era valso per Clitennestra: ha tramato e compiuto l’assassino del marito – per la verità tornato da Troia con un’amante – per gelosia? O per conquistare a sua volta il trono?

Non è stata sola ad organizzare l’omicidio; il suo amante Egisto era al suo fianco. Perché forse ha visto nella morte di Agamennone l’opportunità di diventare, se non il re di Argo, comunque l’uomo che sta al fianco della regina? Cinismo. Chi ha strumentalizzato chi? Elettra, è di conseguenza la figlia che diventa un pericolo per la madre. Certo. Vuole vendicare l’uccisione del padre, non accetta di subire. Come scrive l’autrice nella sua nota al testo “Il libero arbitrio diventa così una conquista tutta umana e guida i comportamenti di Elettra, che attraverso la morte della madre rifonda il ruolo della donna nella storia, senza intermediazione divina. Prende coscienza della sua parte maschile e agisce. Il testo è una riflessione sulla profonda trasformazione antropologica che sta attraversando l’umanità, senza sottotesti a cui fare riferimento. Di fronte a un femminile che utilizza gli strumenti della seduzione e della manipolazione per gestire un potere occulto opposto a quello maschile, si contrappone un femminile limpido nelle sue intenzioni, determinato e lucido. Introietta il maschile del fratello Oreste e compie lei il matricidio.” E questa riflessione viene da Barbara Scoppa, che interpreta Clitennestra: “…si utilizza il Mito per dare una lettura sempre attuale delle dinamiche che muovono le azioni umane. Anche per questo il testo è attualissimo alla luce della storia di oggi, che si macchia continuamente di sangue per affermare il malpotere a costo di morte e sopraffazione. Un potere scevro dal male è ancora oggi un'utopia, l'impotenza per mancanza di potere e di controllo gli uni sugli altri può anche generare follia”.

ELENA FANUCCI si diploma presso la scuola di recitazione dell’Istituto Nazionale del Dramma Antico e si laurea in Lettere, Discipline dello Spettacolo con una tesi sul Teatro di Narrazione. Da allora svolge la sua attività di attrice sia in ambito tradizionale che di ricerca. Dal 1993 comincia la sua esperienza d’insegnamento di teatro. Dall’incontro con Alda Merini nasce l’esigenza della scrittura teatrale che si traduce nell’elaborazione del primo monologo, al quale seguiranno numerosi altri testi, molti dei quali premiati (“Premio Claudia Poggiani 2011” S.I.A.D., “Premio Autori Italiani 2012” Sipario, “Premio Arlecchino C.A.S.A.S. 2015” Sipario, “Premio Sipario Portale dello Spettacolo 2019”). Attualmente è docente di Lettura espressiva e Tecniche di narrazione orale presso la Scuola d’Arte Drammatica del Teatro Quirino di Roma, che integra con una intensa attività di coaching individuale nel campo della recitazione.

FRANCO GERVASIO ha lavorato molti anni al Teatro Stabile di Torino dove ha realizzato regie e scene. Ha diretto Vittorio Gassman, Ottavia Piccolo, Micaela Esdra, Gea Lionello, Magda Mercatali, Walter Chiari, Giuseppe Pambieri, Andrea Giordana, Renzo Palmer, Cochi Ponzoni. Ha ospitato nei suoi spettacoli teatrali e televisivi i danzatori Daniel Ezralow, Carolyn Carlson, Michele Abbondanza, Roberto Castello, Luciana Savignano, Raffaella Giordano e i musicisti Paolo Conte, Franco Battiato, Giora Feidman, Alfio Antico, Lou Dalfin, Riccardo Cocciante. Ha lavorato con Antoine Vitez al Théâtre National de Chaillot per l’École National de Théâtre e come assistente alla regia. Ha realizzato spettacoli al Festival d’Automne e al Beaubourg - Centre Pompidou. Ha messo in scena le opere Pigmalione di Donizetti e La Canterina di Haydn, Nabucco, Traviata, Carmen, Rigoletto, Barbiere di Siviglia.

dall’8 all’11 maggio

GLI ESULI DEL TEMPO
due atti unici Appunti sulla guerra di Troia - La caccia di Stefano D’Angelo. Regia Marco Belocchi. Interpreti Maria Teresa Pintus, Tania Lettieri, Simone Destrero, Stefano Jacurti. Musiche Fabio Bianchini. Costumi Maria Letizia Avato. Body painter Monica Argentino. Prod. A.C. Genta Rosselli.

Appunti sulla guerra di Troia e La caccia sono due atti unici di Stefano D’Angelo, autore di lungo corso, con molte opere pubblicate e messe in scena, specialmente nel periodo anni novanta e duemila, presso teatri che ormai sono nella nostra memoria come il Politecnico o il Colosseo.

Appunti è l’ultimo in ordine di tempo. Pubblicato nel 2023 presso la casa editrice Lithos, si tratta, come lo definisce l’autore stesso, di un poema drammatico, un monologo lirico a tratti feroce, sarcastico, con un breve intermezzo dialogato tra il protagonista e due marionette. Il/la protagonista è un androgino, un guerriero troiano che riscrive la storia con impressioni raccolte e vissute direttamente sul campo, rivendicando la sua verità, una verità che oltrepassa il tempo e lo spazio e che investe il concetto stesso di guerra, in un tempo, il nostro degli anni venti del XXI secolo, a sua volta denso di svolte epocali inquietanti e ancora di guerre, batteriologiche, digitali, reali e virtuali, dove verità e fake combattono una guerra ancora più profonda.

La caccia ha un impianto più tradizionale. Pubblicato nel 2020 da Progetto Cultura, si ambienta invece in uno strano, vicino futuro, in cui due extraterrestri in missione cercano denti umani per nutrirsene. La Terra forse è in pericolo, rischia forse un’invasione spietata. Ma c’è un terzo personaggio, anch’esso ambiguo come quello di Troia, la cellula impazzita che scombina gli equilibri, che rovescia certezze e verità, in un gioco di maschere e di specchi, dove i cacciatori possono diventare i cacciati. Grottesco, straniante, irrisorio, claustrofobico, nonostante si ambienti all’aperto, La caccia affronta il tema del male assoluto e fa da preciso pendant ad Appunti sulla guerra di Troia, in un binomio apocalittico in cui D’Angelo colloca la sua contemporaneità.

MARCO BELOCCHI, regista, attore, autore. Nato a Roma. Laureato all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico nel 1983. Attore in oltre centocinquanta spettacoli, regista dal 1991. Tra le ultime produzioni: Goethe back to Rome (2021) spettacolo multimediale di V.Mastromanno e m.m.; Orlando in blues (2021), da L.Ariosto; Donne in amore (2022), di m.m; C’era una volta una pezzo di legno (2022), da C.Collodi di m.m. e D.Poggi; I lunatici (2022), di T.Middleton & W.Rowley; Poliphonia (2023), di M.L.Avato; Io mi chiamo G (2023), di G.Gaber e S.Luporini; Clonazione da Tiffany (2024), di G.Ribaud. Pubblica i racconti Storie da un mondo oltre, la silloge poetica Esercizi di immortalità e i testi teatrali Novantaquattro, Saulo di Tarso, Eleonora D./In silenzio, Dalla parte di Pilato. Infine dirige i corti L’ultima ora, I colori del drago, Di Ulisse il folle volo.

STEFANO D’ANGELO, autore teatrale e poeta. Nato Roma. Numerose sue pièce sono state messe in scena tra cui L’ultima ora, tre edizioni, da cui è stato anche tratto un cortometraggio nel 2009; Fantasmi, Premio Enzimi 1997; Un bicchier d’acqua per il prigioniero, due edizioni, Premio Corti al lungo 1998 e Premio Schegge d’autore 2002; La sala chiusa, Parabola, L’inimitabile vita di Burke & Hare. Ha pubblicato i volumi contenenti le sue opere teatrali: Lo specchio di Ashvero, 1988; Così è ma non pare (Dieci drammi di fine millennio), 2000; L’ultima ora / L’inimitabile vita di Burke e Hare, 1998. Inoltre la silloge poetica Monoliti, 1989 e la trilogia di romanzi Elementum JG, 2021. Infine ha pubblicato le pièce teatrali La Caccia nel 2020 e Appunti sulla guerra di Troia nel 2023.

SPETTACOLI BAMBINI

13 ottobre

UN PIFFERAIO... QUASI MAGICO
di e con Piera Fumarola e Aldo Gordiani.

Prendendo spunto dalla famosa fiaba dei fratelli Grimm, Prilla (Piera Fumarola) fa raccontare ai suoi burattini la storia divertente, surreale e interattiva.. a modo loro.

Come tutti i burattini nuovi di zecca e nati artigianalmente, e non ancora abituati alle regole, anche loro vorranno stravolgere le scene reinventando il finale, supportati dall'aiuto fantasioso del piccolo pubblico.

E, dulcis in fundo, un incantesimo vagante lancerà alcuni personaggi nel futuro, ai tempi nostri, trasformati in creature reali, dando vita ad una serie di situazioni comiche: per il pifferaio sarà impossibile vivere come nelle favole, dovrà cercare un'altra soluzione. E un nuovo lavoro.

Ma quale?

Venite a teatro per scrivere il lieto fine!!

Adatto ad un pubblico dai tre anni in su.

PIERA FUMAROLA è attrice, clown, burattinaia, regista e costumista di origini pugliesi. Si trasferisce a Roma negli anni 90, dopo aver conseguito il diploma di Operatrice ludica e Assistente alle Comunità Infantili. Si diploma all'Accademia "Pietro Sharoff", studia doppiaggio con Giorgio Lopez e Renato Cortesi, Clownerie con Gaston Troiano e scrittura teatrale con Dacia Maraini. La vasta esperienza maturata sul campo con i bambini la porta a scrivere ed interpretare con successo spettacoli comici per adulti e bambini, prendendo spunti da storie classiche e moderne, con la caratteristica inconfondibile dell’interattività e improvvisazione con il pubblico.

17 novembre

S.O.S. SMOG, di Andrea Lami e Federica Pallozzi Lavorante. Regia e musiche di Andrea Lami. Tecnica Leonardo De Santis. Con Giuseppe Coppola, Andrea De Luca, Andrea Lami, Federica Pallozzi Lavorante, Greta Polinori, Eleonora Zepponi. Prod. IncanTeatro, Roma.

Uno spettacolo per bambini che racconta quanto è importante per l’essere umano capire che ha potere, il potere di cambiare il mondo e di salvarlo. Il racconto comincia con “Tempo”, un personaggio anziano e potente che riunisce le quattro figure temporali, le “Quattro Stagioni”. I toni dello spettacolo attraversano le più variegate emozioni dell’essere umano, in un turbinio di battute, giochi e interazioni col pubblico e soprattutto canzoni. Quello che lo spettacolo vuole trasmettere è la possibilità di cambiare rotta. La possibilità che ha ognuno di noi per fare qualcosa per il mondo, con le azioni quotidiane, perché in fin dei conti, anche se sembra così grande, nel nostro piccolo, è la nostra casa.

ANDREA LAMI si forma presso l’Accademia di Teatro Fondamenta, la Scuola di Canto “Melody Music School”, l’Accademia di doppiaggio di Silvia Pepitoni, partecipando anche a numerosi seminari e corsi privati di pianoforte e chitarra. Come attore ha preso parte a tournée in varie città italiane. Inoltre ha lavorato come speaker, corista e in alcuni cortometraggi, spot e video musicali.

15 dicembre

EMOZIONI IN E OUT
con Piera Fumarola.

La piccola Riley è preoccupata di andare a scuola il giorno dopo avendo trascurato di fare i compiti perché è stata a divertirsi troppo a lungo il pomeriggio con gli amichetti. Nella notte il suo animo è agitato, sogni inquieti l’attraversano, saranno i bambini del pubblico come piccoli sonnambuli, che l’aiuteranno a capire e controllare le emozioni che la agitano: Gioia, Paura, Ansia, Rabbia, Tristezza si avvicenderanno con Invidia, Noia, Disgusto e Imbarazzo. Spettacolo interattivo per bambini dai 3 anni in su.

PIERA FUMAROLA è attrice, clown, burattinaia, regista e costumista di origini pugliesi. Si trasferisce a Roma negli anni 90, dopo aver conseguito il diploma di Operatrice ludica e Assistente alle Comunità Infantili. Si diploma all'Accademia "Pietro Sharoff", studia doppiaggio con Giorgio Lopez e Renato Cortesi, Clownerie con Gaston Troiano e scrittura teatrale con Dacia Maraini. La vasta esperienza maturata sul campo con i bambini la porta a scrivere ed interpretare con successo spettacoli comici per adulti e bambini, prendendo spunti da storie classiche e moderne, con la caratteristica inconfondibile dell’interattività e improvvisazione con il pubblico.

9 febbraio

CHE FAVOLA!
regia di Anna Ceravolo. Con Anna Ceravolo e Renato Ferrero. Prod. Teatro di Documenti.

Stupirsi è un’azione involontaria, ed è tanto più piacevole quanto più la sorpresa è spassosa. Figure che si animano, una drammaturgia accurata, musica, attori pieni di entusiasmo e la partecipazione attiva e indispensabile dei bambini sono gli ingredienti di questa favola che prende vita come per incanto. Ed ecco che, come immagini ritagliate da un album di ricordi, i personaggi accompagnano i piccoli spettatori nella meraviglia di una storia in cui, magari, è possibile riconoscersi, immedesimarsi, imparare ad affrontare le proprie paure e accettare i propri limiti. Per non smettere di stupirsi. Con il coinvolgimento dei piccoli spettatori.

«Ci sono narrazioni che ancora sanno affascinare e sorprendere: per la maestria degli attori, per la delicatezza della rappresentazione, per la vivacità che sa imprimere l’attivo coinvolgimento dei più piccoli tra il pubblico. È il caso di Che favola!» Marco Togna, Teatrionline

CONSIGLIATO DAI 4 AGLI 11 ANNI

ANNA CERAVOLO, si laurea all'Università Cattolica di Milano, si diploma al Teatro Arsenale e in Spettacolo Popolare alla Paolo Grassi di Milano, frequenta il Seminario per la giovane critica teatrale di Eti, e il Master dell'International Association of Theatre Critics, Bucarest. Esordisce con il testo Muri che mette in scena nel 1992, Ugo Ronfani lo pubblica su Hystrio 3/96. Ha scritto una trentina di testi teatrali curandone la regia. Conduce laboratori teatrali, idea e organizza progetti culturali, è vice presidente del Teatro di Documenti.

RENATO FERRERO, frequenta la facoltà̀ di Comunicazioni Sociali dell'Università̀ di Buenos Aires, dove è nato. Emigra in Italia dove si diploma al Centro di Formazione Professionale per la tecnica Cinetelevisiva di Milano. Al City Literary Institute di Londra studia video e filmmaking. Studia con il regista argentino Solanas e lavora con Michele Sordillo e Silvio Soldini. Operatore video per Rai, Mediaset, la7, Mtv, CNN, SPN, realizza video per H3G, BancaIntesa, Campari, Fastweb, Enel, Axà, Nokia. Cura regie video di spettacoli teatrali e musicali.

23 marzo

RACCONTAMI UNA STORIA
di Anna Ceravolo. Con Anna, Carla e Karihuà. Prod. Associazione Teatro di Documenti, Roma.

Con il linguaggio piano e familiare della fiaba si racconta ai bambini la vicenda di una principessa che si trova a dover decidere tra il suo bene o il bene collettivo. Attraverso incontri ed esperienze, confidando nelle sue abilità e imparando a riporre fiducia in chi la merita, riuscirà nell'impresa di salvaguardare il suo bene e quello di tutti. Immedesimati con la protagonista, i bambini ne condividono i sentimenti: dalla preoccupazione all’angoscia, dal sollievo alla soddisfazione nel riuscire in ciò che si desidera. I piccoli spettatori sono invitati molto spesso a contribuire allo svolgersi dello spettacolo che sembra sbocciare da un piccolo teatro barocco.

CONSIGLIATO DAI 4 ANNI AGLI 11 ANNI

ANNA CERAVOLO, si laurea all'Università Cattolica di Milano, si diploma al Teatro Arsenale e in Spettacolo Popolare alla Paolo Grassi di Milano, frequenta il Seminario per la giovane critica teatrale di Eti, e il Master dell'International Association of Theatre Critics, Bucarest. Esordisce con il testo Muri che mette in scena nel 1992, Ugo Ronfani lo pubblica su Hystrio 3/96. Ha scritto una trentina di testi teatrali curandone la regia. Conduce laboratori teatrali, idea e organizza progetti culturali, è vice presidente del Teatro di Documenti.

13 aprile

I MUSICANTI DI BREMA
con Piera Fumarola.

L'asino, il cane, il gatto e il gallo, ormai invecchiati e trascurati dai padroni, si ritrovano a vagare durante il percorso verso la città di Brema con l'unico desiderio di entrare a far parte della banda del paese. Ma la strada è lunga e tante avventure li aspetteranno durante il percorso. Il pubblico sarà parte attiva dello spettacolo, aiutando i 4 animaletti a mettersi in salvo da una banda di briganti.

Spettacolo interattivo adatto a tutte le fasce d'età.

PIERA FUMAROLA è attrice, clown, burattinaia, regista e costumista di origini pugliesi. Si trasferisce a Roma negli anni 90, dopo aver conseguito il diploma di Operatrice ludica e Assistente alle Comunità Infantili. Si diploma all'Accademia "Pietro Sharoff", studia doppiaggio con Giorgio Lopez e Renato Cortesi, Clownerie con Gaston Troiano e scrittura teatrale con Dacia Maraini. La vasta esperienza maturata sul campo con i bambini la porta a scrivere ed interpretare con successo spettacoli comici per adulti e bambini, prendendo spunti da storie classiche e moderne, con la caratteristica inconfondibile dell’interattività e improvvisazione con il pubblico.

EVENTI

dal 19 al 25 novembre

AMORI RUBATI
4a edizione, rassegna ideata da Federica Di Martino. Drammaturgia di Dacia Maraini.

Amori Rubati è una rassegna nata nel 2021, ideata da Federica Di Martino, giunta alla sua IV edizione, che viene proposta tutti gli anni in occasione della “Giornata internazionale contro la violenza sulle donne” che si celebra il 25 novembre.

Ogni giorno viene organizzato un incontro con protagoniste impegnate nella lotta contro la violenza sulle donne, e a seguire lo spettacolo Marina, tratto dal racconto Marina è caduta per le scale di Dacia Maraini, diretto e interpretato da Lorenza Sorino. Il monologo, dal romanzo “L’amore rubato” di Dacia Maraini, è stato adattato per la scena dalla stessa autrice.

Il primo appuntamento si terrà alla Sala Squarzina del Teatro Argentina, i successivi al Teatro di Documenti:

lunedì 18 - Serata di presentazione, Sala Squarzina del Teatro Argentina

Ospite Paola Di Nicola Travaglini, modera Eugenio Murrali

martedì 19 - Ospite Manuela Palombi, Associazione Forti Guerriere

mercoledì 20 - Ospite Francesco Menditto, modera Francesca Romana Baldacci

giovedì 21 - Ospite Lucia Annibali

venerdì 22 - Ospite Emanuele Corn, modera Paola Malfatti

sabato 23 - Ospiti Valentina Belvisi e Roberta Beolchi, associazione Edela

domenica 24 - Ospite Maria Grazia Calandrone

lunedì 24 - Ospite Laura Boldrini, modera Eugenio Murrali

Gli incontri si tengono alle ore 19.00. A seguire ogni sera alle ore 20.00 lo spettacolo Marina.

L’incasso delle serate sarà devoluto all’Associazione Forti Guerriere.

giugno

PREMIO LUCIANO DAMIANI
da una collaborazione tra il Teatro di Documenti e la società di produzione Effimera, con il sostegno dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’amico.

Il Premio “Luciano Damiani”, alla sua prima edizione, nasce da una collaborazione tra il Teatro Di Documenti e la società di produzione Effimera, con il sostegno dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’amico.

Il riconoscimento è pensato per i giovani registi under 30, con il desiderio di offrire una vetrina e un’opportunità di lavoro ai talenti emergenti.

Sarà indetto prossimamente un bando che spiegherà le modalità di partecipazione nel dettaglio.

L’idea dell’istituzione del premio nasce dalla volontà di celebrare l'eredità artistica di uno dei grandi Maestri del teatro italiano che, con il suo approccio innovativo alla scenografia e alla regia, ha saputo trasformare il palcoscenico in un luogo di meraviglia e sperimentazione visiva.

Damiani ha lasciato un segno indelebile rivoluzionando, con il suo teatro d’avanguardia, l'uso dello spazio scenico e valorizzando il rapporto tra attore, ambiente e pubblico.

Con questo premio, omaggiando un grande artista, si vuole offrire ai giovani registi emergenti l'opportunità di far conoscere il proprio talento, ispirandosi al coraggio creativo e alla visione di Damiani e mettendosi alla prova proprio nello spazio da lui voluto e creato, divenuto il suo testamento artistico e spirituale.

Il vincitore avrà la possibilità di mettere in scena al Teatro Di Documenti, per una settimana a inizio stagione 2026, uno spettacolo con la propria regia.

Il premio vuole rappresentare quindi una concreta opportunità lavorativa per i registi delle nuove generazioni, chiamati a fare teatro con passione e audacia e sfidati a promuovere la loro visione innovativa, in dialogo tra tradizione e contemporaneità.

La premiazione si terrà l’8 giugno 2025 al Teatro Di Documenti. La giuria si riunirà per stabilire il vincitore e assegnerà il Premio “Luciano Damiani” ad uno dei finalisti del contest.

PROGRAMMA FORMATIVO

da ottobre a giugno
L’ATELIER – SPAZIO APERTO DI RICERCA TEATRALE.

Pensato e guidato da Alessia Cristofanilli con interventi di Andrea Pocosgnich.

L’Atelier letteralmente significa “laboratorio di artigianato”, uno spazio in cui ci si incontra per creare, con dedizione, pochi, rari pezzi di artigianato, curati nel dettaglio, con un tempo lento. L’Atelier vuole essere un laboratorio per allenare il proprio talento creativo e anche uno spazio di studio e approfondimento. L’Atelier è uno luogo in cui student_, artist_, aspiranti tali, ricercator_, curios_, possono venire a condividere un processo creativo.

Cosa si fa?

Training attoriale: giochi, esercizi, pratiche teatrali elaborate da grandi pedagoghi teatrali e adattati alle caratteristiche del gruppo. Una lezione teorica al mese sulla storia del teatro, tenuta da Andrea Pocosgnich, critico teatrale e docente di storia del teatro. Creazione collettiva o individuale: partendo da un alfabeto teatrale comune i partecipanti saranno guidati nella creazione di piccole performance o scene teatrali alla fine di ogni lezione.

ALESSIA CRISTOFANILLI (autrice, regista), classe ‘87, è autrice, regista e pedagoga teatrale. Dopo il percorso accademico in studi pedagogici, si diploma presso la Scuola di Teatro Sociale e Arti performative di Firenze. Studia con diversi maestri e registi tra cui: Eugenio Barba, Julia Varley, Mamadou Diume, Jairo Cuesta, James Slowiak, Cora Herrendorf, Armando Punzo, Claude Coldy. Approfondisce il teatro di Grotowski con Rena Mirecka, presso il Grotowski Istitute di Breslavia. Studia drammaturgia con Lucia Calamaro, Letizia Russo e Valerio Callieri. Dal 2014 lavora come formatrice e pedagoga teatrale, porta il teatro “dappertutto” conduce laboratori di ricerca e creazione teatrale rivolti alla cittadinanza, ai ragazzi, alle comunità, sia in Italia che all’estero. Nel 2022 il suo testo Da qui non è mai uscito nessuno vince il concorso di drammaturgia “Prosit - nuove drammaturgie per un nuovo teatro” del Teatro Studio Altrove.

PROGRAMMA FORMATIVO

da ottobre a maggio
SHAKESPEARE CONTEMPORANEO
a cura di Roberto Raciti

Il corso è orientato alla rappresentazione di uno spettacolo con scene comiche, grottesche e drammatiche tratte dalle opere di Shakeaspeare. Attraverso la creazione artistica di un linguaggio poetico, il laboratorio intende esplorare le possibilità espressive del corpo e della voce, strumenti capaci di rendere manifeste le nostre emozioni. L'obiettivo principale di questo laboratorio è quello di condurre i partecipanti direttamente attraverso l’esperienza personalea scoprire che cosa è il teatro. Attraverso la dimensione ludica, sulla quale si basa l'arte dell’attore, esploreremo il mondo della finzione e quello della realtà. Il teatro è un’arte collettiva. Grande importanza ha il singolo individuo che viene chiamato a svolgere dei compiti, ad assumersi in prima persona delle responsabilità e soprattutto ad aprirsi e a "dare" generosamente sé stesso. Così all'interno del GRUPPO, attraverso la pratica del gioco teatrale, ognuna delle singole personalità contribuirà alla realizzazione dell'obiettivo comune: la messa in scena. Il lavoro che faremo insieme permetterà agli allievi di incontrarsi a un livello più profondo di quello ordinario e quotidiano favorendo la nascita di relazioni più intime e vere. La rappresentazione teatrale da questo punto di vista sarà il risultato di un "percorso realmente compiuto". La pratica di quest’arte fa scoprire e legittima la libera espressione umana.

ROBERTO RACITI nasce a Catania 1962. Dopo un anno allo Studio Fersen entra e si diploma alla Scuola di Gigi Proietti. Lavora come attore con le regie di Proietti, Salveti, Missiroli, Gregoretti, Scaparro, Palazzo, Cinieri, Coltorti, Zampieri, Navello. Riceve formazione teatrale e performativa da Abani Biswas e Jerzy Grotowski. Fonda e dirige l’Associazione Historia per fare ricerca teatrale soprattutto ma non solo con bambine e bambini del primo settennio di vita in orario scolastico. In 20 anni lavora con 8.000 bambini. Riceve finanziamenti dalla Regione Lazio. Ennio Morricone compone per il suo spettacolo Armi leggere-Bambini soldato una musica originale.

INFORMAZIONI GENERALI

PREZZI DEI BIGLIETTI

Il costo dei biglietti varia da € 12,00 a € 15,00
Biglietti ridotti per convenzioni segnalate sul sito
Tessera € 3,00

SPETTACOLI PER BAMBINI

Biglietto unico € 8,00
Tessera (solo per gli adulti) € 3,00

ABBONAMENTO A 5 SPETTACOLI A SCELTA: € 50

ORARIO DEGLI SPETTACOLI

da martedì a sabato ore 20.45 (verificare eventuali variazioni sul sito)
domenica e festivi ore 18.00 (verificare eventuali variazioni sul sito)

SPETTACOLI PER BAMBINI

domenica ore 15.30

PRENOTAZIONI E INFORMAZIONI

tel. 328/8475891, 06/45548578
www.teatrodidocumenti.it - teatrodidocumenti@libero.it

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