INTERVISTA A VANESSA INNOCENTI
E GABRIO GENTILINI
"DIRTY DANCING"
L’equilibrio più delicato penso stia nel bilanciare l’ossequioso omaggio verso la versione cinematografica e il desiderio fondamentale di far conoscere la “mia” Baby, la mia interpretazione.
E’ un lavoro sottile ed appassionante! Adoro la voglia di Baby di sperimentare, mettersi in gioco e crescere, è un approccio alla vita che dovremmo mantenere a qualsiasi età. La mia Baby sarà energica, entusiasta, viva, sensuale, con una buona dose di naturale goffaggine ed autoironia.
Secondo te, questa versione di Dirty Dancing in cosa si differenzia da quelle degli anni passati?
La scrittrice del film Eleanor Bergstein ha detto di aver percepito, da parte degli spettatori appassionati del film, il bisogno di “vivere il momento” in cui la storia si svolge. Il teatro è un luogo sacro nel quale noi tutti, artisti, spettatori e dietro le quinte, sperimentiamo un evento condiviso. Questa nuova edizione sarà ancora più fedele al film e coinvolgente, gli spettatori potranno assistere e condividere il corso della storia che si svolge in quel momento dal vivo, con noi attori in carne ed ossa sul palco. Principalmente uno spettacolo di prosa, con il motore pulsante della danza e delle musiche che ogni fan di Dirty Dancing conosce a memoria dalla colonna sonora.
Quindi la differenza principale sarà questa: la recitazione sarà il fulcro principale per portare avanti la narrazione e le musiche la supporteranno perché cruciali al corso della storia, senza trucchi narrativi o sovrastrutture tipiche di altri generi teatrali. Sarà esattamente come vedere il film, ma dal vivo a teatro!
Tu sei un’artista che lavora tra Italia e Stati Uniti: che differenze sostanziali trovi tra i musical prodotti in Italia e quelli prodotti in America?
“La qualità è in generale ormai molto buona anche in Italia, con attori e performer preparati e di alto livello, il problema principale è la tenitura: in America lo spettacolo è considerato come un’industria remunerativa, quindi rispettato e finanziato, gli spettacoli di successo hanno celebrato più di 30 anni di attività a Broadway. In Italia solitamente, anche nei circuiti principali, si debutta a Milano o Roma e dopo qualche mese bisogna necessariamente portare lo spettacolo in tour, è purtroppo impensabile attualmente che uno show rimanga nello stesso teatro per anni, facendo 8 spettacoli a settimana.
E’ una modalità diversa per tanti fattori: mentalità, scelta di titoli, finanziamenti, comunicazione…speriamo che piano piano questi due mondi si possano avvicinare, magari portando in scena i format degli spettacoli nelle stesse versioni, come già accaduto nella nostra precedente versione di Dirty Dancing-the Classic story on Stage (in scena in Italia, Francia, Spagna, Inghilterra ecc).
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Ciao Gabrio, 10 anni fa Eleanor Bergstein (l’autrice del film) ti scelse per il debutto italiano di Dirty Dancing e vincesti anche il Premio Vindobona a Roma nel 2015 per il ruolo di Johnny Castle …ora nel 2024/2025 dovrai nuovamente confrontarti con quel personaggio…come ti stai preparando?
Mi sto preparando intensamente dal punto di vista fisico per affrontare 8 o 9 repliche a settimana. Allo stesso tempo, mi sto rimettendo in gioco dal punto di vista interpretativo, come se fosse la prima volta che affronto questo personaggio. Ma soprattutto, mi sto concentrando sulla preparazione mentale ed emotiva, nutrendo il mio spirito con intenzioni elevate. Il mio desiderio, in questo ritorno al personaggio di Johnny, è di donarmi completamente, con generosità e coraggio, per poter godere pienamente di questa storia d'amore che continua a incantare tante persone e per creare uno scambio autentico con il pubblico che verrà a vederci.
Ciao Gabrio, 10 anni fa Eleanor Bergstein (l’autrice del film) ti scelse per il debutto italiano di Dirty Dancing e vincesti anche il Premio Vindobona a Roma nel 2015 per il ruolo di Johnny Castle …ora nel 2024/2025 dovrai nuovamente confrontarti con quel personaggio…come ti stai preparando?
Mi sto preparando intensamente dal punto di vista fisico per affrontare 8 o 9 repliche a settimana. Allo stesso tempo, mi sto rimettendo in gioco dal punto di vista interpretativo, come se fosse la prima volta che affronto questo personaggio. Ma soprattutto, mi sto concentrando sulla preparazione mentale ed emotiva, nutrendo il mio spirito con intenzioni elevate. Il mio desiderio, in questo ritorno al personaggio di Johnny, è di donarmi completamente, con generosità e coraggio, per poter godere pienamente di questa storia d'amore che continua a incantare tante persone e per creare uno scambio autentico con il pubblico che verrà a vederci.
Quali pensi siano i punti di forza di questa nuova versione del musical?
Come ha già anticipato Vanessa nella sua risposta sarà una versione che vuole riportare la storia in maniera più fedele possibile a quella del film. Arriva direttamente dal West End, una delle principali patrie del teatro musicale, e si rinnova con noi in questa nuova edizione al Teatro Carcano di Milano. Sono convinto che sarà una versione ancora più incisiva e rispettosa della storia di Dirty Dancing.
Anche tu, come la tua co-protagonista, hai rapporti professionali con l’America dove sei andato a studiare al The Acting Studio e al Susan Batson Studio di New York. Come è stata questa esperienza?
“Quello che puoi vivere e affrontare a livello di consapevolezze in pochi giri di luna, in pochi mesi, a New York è quello che qui ti richiede invece tanti giri attorno sole, tanti anni. E' un'esperienza che sicuramente ha cambiato completamente il mio punto di vista su di me come interprete, come persona e più in generale su quello che significa oggi per me recitare. Porto nel cuore questo percorso, che rivivo ogni volta che organizzo in Italia le masterclass per attori con il mio acting coach americano, James Price, di cui sono diventato produttore esecutivo. Spero poi di poter tornare presto a formarmi e ad aprirmi a esperienze professionali nella Grande Mela.".”
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