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mercoledì 12 febbraio 2025

TORNA A GRANDE RICHIESTA L'OPERA DIBATTITO
"SE DICESSIMO LA VERITA'. ULTIMO CAPITOLO"
TEATRO BORSONI DI BRESCIA

12 e il 13 febbraio 2025
Torna a grande richiesta lo spettacolo Se dicessimo la verità. Ultimo capitolo di Emanuela Giordano e Giulia Minoli: un’opera–dibattito sulla legalità che le autrici definiscono “una ‘ragionata’ provocazione contro quella rete mafiosa, trasversale e onnipresente, che vorrebbe sconfitta la coscienza collettiva, la capacità di capire e reagire”.


Una produzione firmata Centro Teatrale Bresciano di teatro civile, un testo vivo, che si rinnova e si nutre delle tante vicende e persone che a ogni passaggio ne arricchiscono i contenuti e la drammaturgia.

In scena per la cinquantunesima Stagione del Centro Teatrale Bresciano, intitolata L’arte è pace, Se dicessimo la verità. Ultimo capitolo sarà al Teatro Renato Borsoni di Brescia (Via Milano, 83) il 12 e il 13 febbraio 2025, entrambi i giorni alle ore 20.30. I biglietti sono esauriti. A partire da mezz’ora prima dell’inizio di ogni recita, verrà stilata una lista d’attesa – redatta in ordine d’arrivo presso il Teatro Borsoni – per la messa in vendita di eventuali biglietti di rinunciatari.

Nato da un’idea di Giulia Minoli, lo spettacolo vede la drammaturgia di Emanuela Giordano e Giulia Minoli, la regia di Emanuela Giordano, le musiche originali di Tommaso Di Giulio; sul palcoscenico, Anna Manella, Simone Tudda, Lucia Limonta, Daniele Molino. Una produzione Centro Teatrale Bresciano, Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa, Teatro Stabile di Bolzano, Fondazione TRG, che gode del patrocinio di Fondazione della Comunità Bresciana ed è parte integrante de Il Palcoscenico della legalità, un progetto di CCO-Crisi Come Opportunità.

Se dicessimo la verità. Ultimo capitolo è realizzato grazie al sostegno di Ministero della Cultura, Gruppo A2A, Fondazione ASM, Gruppo BCC Agrobresciano, ABP Nocivelli.

Da dieci anni l’opera-dibattito sulla legalità di Minoli e Giordano attraversa l’Italia raccontando storie di resistenza e lotta alla criminalità organizzata.

Le autrici si concentrano sul nostro presente, minacciato da una “distrazione di massa” che lascia ancora maggior spazio al potere criminale, alla “prassi” corruttiva come modus vivendi. Raccontano gli aspetti meno conosciuti del fenomeno mafioso, quelli che riguardano la globalizzazione, l’alta finanza, i cosiddetti uomini cerniera, professionisti accreditati che fanno da tramite tra il crimine e le amministrazioni pubbliche, gli imprenditori in difficoltà e i sempre più spregiudicati sistemi di investimento. Al centro la ‘ndrangheta che si è insediata al Nord Italia, minacciando l’assetto urbanistico del territorio, le sue regole sociali, la sua storia “sana”.

Uno spettacolo potente, dove le storie sono quelle dei figli delle vittime, del giornalismo impegnato, di imprenditori testimoni di giustizia, di professori e associazioni che osservano e studiano il fenomeno, archetipi umani che sintetizzano la complessità di un problema che non può più essere affrontato tracciando con sicurezza una linea di demarcazione tra chi è “contaminato” e chi non lo è.

Note di Emanuela Giordano e Giulia Minoli

La criminalità organizzata, grazie alla crisi provocata dalla pandemia, ha moltiplicato affari, investimenti, relazioni finanziarie. Questo è accaduto e accade in tutto il mondo, anche se il mondo finge di non saperlo. È una rimozione collettiva che riguarda le Istituzioni e i cittadini. Non si avverte il pericolo ed è vaga la percezione del problema. Lo spettacolo è una “ragionata” provocazione contro quella rete mafiosa, trasversale e onnipresente, che vorrebbe sconfitta la coscienza collettiva, la capacità di capire e reagire. Mentre scriviamo questi appunti, continuiamo a raccogliere testimonianze, domande e riflessioni che riguardano non solo l’operato altrui ma anche la nostra responsabilità individuale, perché diritti e doveri siano uguali per tutti davvero.

Il teatro non dà lezioni di vita e non ci offre soluzioni a buon mercato, offre stimoli e opportunità di conoscere e di riflettere, questo noi cerchiamo di fare.

Le storie di Se dicessimo la verità - Ultimo capitolo

Deborah Cartisano figlia del fotografo di Bovalino (RC) Lollò Cartisano sequestrato e barbaramente ucciso dalla ‘ndrangheta nel 1993, impegnata nel raccontare l’importanza della memoria delle vittime di ‘ndrangheta.

Gaetano Saffioti imprenditore edile calabrese, testimone di giustizia. La sua denuncia ha contribuito all’arresto di molti boss della Piana di Gioia Tauro. Oggi vive sotto scorta.

Francesca Grillo giovane cronista della redazione Milano Metropoli del quotidiano il Giorno. Vive e lavora a Buccinasco. In questi anni è stata una delle poche voci del territorio a scrivere di mafia.

Stefania Pellegrini professore ordinario presso l’Università di Bologna, svolge le sue ricerche nell’ambito della Sociologia del diritto. I suoi interessi scientifici riguardano lo studio del processo civile come fenomeno sociale, l’etica delle professioni giuridiche e l’analisi del fenomeno mafioso e delle strategie di contrasto e di prevenzione. Ha attivato il primo corso di “Mafie e Antimafie” in una Scuola di Giurisprudenza e da dieci anni dirige il Master di II Livello in “Gestione e riutilizzo dei beni sequestrati e confiscati alle mafie. Pio La Torre”.

Paolo Borrometi giornalista siciliano. Vive sotto scorta a causa delle numerose aggressioni e delle minacce di morte subite per le sue coraggiose inchieste sugli affari della mafia siciliana nelle province di Ragusa e Siracusa.

Alessandra Cuevas napoletana d’origine, figlia di Teresa Bonocore, donna che decise di denunciare l’uomo che aveva abusato della figlia. Teresa è stata uccisa a colpi di pistola. Oggi Alessandra ha creato una associazione intitolata alla madre Teresa.

Maria Chindamo commercialista, imprenditrice di Laureana di Borrello (RC) e madre di tre figli, scomparsa all’età di 44 anni. Maria è stata rapita il 6 maggio 2016 dinanzi alla sua tenuta agricola di Limbadi, in provincia di Vibo Valentia.

Sono state utilizzate inoltre storie, riflessioni e archetipi umani che sintetizzano la complessità di un problema che non può più essere affrontato tracciando con sicurezza una linea di demarcazione tra chi è “contaminato” e chi non lo è.

Biglietti esauriti con possibilità di lista d’attesa la sera stessa in teatro

Se dicessimo la verità
Ultimo capitolo
da un’idea di Giulia Minoli
drammaturgia Emanuela Giordano e Giulia Minoli
regia Emanuela Giordano
musiche originali Tommaso Di Giulio
con Anna Manella, Simone Tudda, Lucia Limonta, Daniele Molino
produzione Centro Teatrale Bresciano, Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa, Teatro Stabile di Bolzano, Fondazione TRG
con il patrocinio di Fondazione della Comunità Bresciana
direttore di scena e macchinista Elia Bedoni
programmatore, capo elettricista Giacomo Palazzo
direzione tecnica Cesare Agoni
ufficio tecnico Edwige Paulin, Marco Gavezzoli
scene realizzate nel laboratorio del Centro Teatrale Bresciano
responsabile della costruzione Michele Sabattoli
macchinista costruttore Pierangelo Razio
fonico Simone Arrighi
ufficio stampa e comunicazione Veronica Verzeletti, Sabrina Oriani

Se dicessimo la verità. Ultimo capitolo è parte integrante de Il Palcoscenico della legalità, un progetto di CCO - Crisi Come Opportunità promosso da CROSS - Osservatorio sulla Criminalità Organizzata, LARCO- Laboratorio Analisi e ricerca sulla criminalità organizzata - Università degli studi di Torino, Fondazione Pol.i.s, Fondazione Falcone, Centro Studi Paolo Borsellino, Avviso Pubblico. Enti locali e Regioni per la formazione civile contro le mafie, Fondazione Silvia Ruotolo, AddioPizzo, DaSud, Italiachecambia.org, Fondazione Giancarlo Siani Onlus, in collaborazione con Università di Pisa - Master in Analisi, prevenzione e contrasto della criminalità organizzata e della corruzione, Università di Bologna – Master Gestione e Riutilizzo di Beni e Aziende confiscati alle mafie.

Biglietti

Intero 25 €
ridotto gruppi* 21 €
ridotto speciale** 18 €

Riduzioni

* la riduzione gruppi è riservata esclusivamente ai tesserati Soci Coop, Arci, Feltrinelli, Touring Club e titolari carta Ikea family. CRAL aziendali, biblioteche e altri enti e associazioni convenzionati con il Centro Teatrale Bresciano possono rivolgersi per informazioni e prenotazioni al numero 030 2928617 o alla e-mail: organizzazione@centroteatralebresciano.it

** la riduzione speciale è riservata a giovani fino a 25 anni e ultrasessantacinquenni

Modalità di acquisto

- Biglietteria del Teatro Sociale Via Felice Cavallotti, 20 – Brescia

t. 030 2808600; e-mail biglietteria@centroteatralebresciano.it

> da martedì a sabato dalle ore 16.00 alle 19.00

> domenica dalle ore 15.30 alle 18.00 solo nei giorni di spettacolo

- Punto vendita CTB Piazza della Loggia, 6 – Brescia

t. 030 2928609; e-mail biglietteria@centroteatralebresciano.it

> da martedì a venerdì ore 10.00 - 13.00 (escluso i festivi)

- Biglietteria telefonica

> t. 376 0450269 – da martedì a venerdì dalle ore 10.00 alle 13.00 (escluso i festivi)

> t. 376 0450011 – da martedì a sabato dalle ore 16.00 alle 19.00; domenica dalle ore 15.30 alle 18.00

Si informa che agli acquisti effettuati telefonicamente e pagati con carta di credito verrà applicata la maggiorazione pari al 2,5% del costo dell’abbonamento o biglietto.

- On-line sul sito www.vivaticket.it e in tutti i punti vendita del circuito VIVATICKET

- Teatro Renato Borsoni Via Milano 83 - Brescia

biglietteria@centroteatralebresciano.it

Il botteghino apre 30 minuti prima dell’inizio di ogni rappresentazione; sono in vendita esclusivamente i biglietti per la serata stessa.

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